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22.03.2015 - 11:170

Jelmini suona la carica ‘azzurra’: “In campo per vincere: mobilitiamoci tutti! E Regazzi non si è messo in gioco per far fuori Beltraminelli”

‘Azzurrissima’ Mendrisio, ieri sera l’appello al voto del presidente: “Stasera noi decidiamo il nostro successo o la nostra sconfitta. Crediamoci, possiamo farcela!” Ed è standing ovation

MENDRISIO – Ha citato Hemingway e Mandela e ha iniziato il suo discorso ricordando che esattamente quattro anni fa da quel palco invitava gli elettori a sostenerlo per il Consiglio di Stato. Giovanni Jelmini nel 2011 era presidente e candidato. Fu battuto in volata da Paolo Beltraminelli – “il buon senso non coincide sempre con l’esito elettorale”, ha scherzato – e dopo il momento di delusione ha deciso di restare al timone del PPD. “Perché sullo sconforto personale ha prevalso un senso di appartenenza ai valori e ai principi difesi dal nostro partito”.

L’appello rivolto ieri sera al popolo “azzurro” dal presidente Giovanni Jelmini si è concluso con una standing ovation: le circa 750 persone che hanno preso parte ad Azzurrissima, svoltasi al Mercato Coperto di Mendrisio, si sono alzate tutte in piedi e hanno applaudito lungamente.

“Da questa sera – ha detto Jelmini – per noi popolari democratici inizia il momento più delicato e importante di questa campagna elettorale. Il risultato del 19 aprile dipenderà esclusivamente dall’atteggiamento che noi tutti decideremo di assumere a partire da questo preciso momento. Stasera noi decidiamo il nostro successo o la nostra sconfitta”.

Jelmini ha ribadito che la lista PPD è la più forte tra quelle messe in campo dai partiti ticinesi e ha citato i cinque candidati: l’uscente Beltraminelli, il capogruppo Fiorenzo Dadò, il consigliere nazionale Fabio Regazzi, e i due giovani Sabrina Gendotti e Giorgio Fonio.

“Ho detto chiaramente che non saremmo rimasti a bordo campo ad assistere alla competizione di altre forze politiche – ha aggiunto il presidente – ma che saremmo entrati in campo con convinzione e da protagonisti, per giocare la partita fino all’ultimo minuto, forti della qualità, dello spessore e dell’esperienza dei nostri giocatori. Ho detto in modo chiaro e inequivocabile che avremmo fatto tutto il possibile per affiancare a Paolo un secondo o una seconda popolare democratica”.

Jelmini ha poi precisato che Fabio Regazzi “non è sceso in campo per far fuori o portare via il posto al consigliere di stato in carica. Non è questa la nostra strategia e non è questo il nostro modo di concepire una competizione elettorale. Altri partiti nel recente passato l’hanno fatto con risultati e conseguenze deleterie che pagano ancora oggi”. Una considerazione riferita evidentemente al PLR.

“Sappiamo benissimo che si tratta di una impresa difficilissima e che le circostanze non ci sono favorevoli – ha aggiunto il presidente – ma contro ogni pronostico e sondaggio faremo il possibile per ottenere un secondo seggio”. Jelmini ha chiesto dunque alla sala gremita, rivolgendosi ad ogni militante del partito, “di lottare in queste settimane per l’interesse e la causa comune, mettendo da parte delusioni, ferite o rancori personali. Mobilitarci significa chiedere un sostegno, un aiuto, chiedere un voto ai nostri parenti, ai nostri amici, ai nostri colleghi di lavoro. Stasera siamo in 750 e ognuno di noi ha la possibilità, se lo vuole, di chiedere e ottenere il sostegno di almeno altre dieci persone, che significa almeno settemila schede di partito”.

Jelmini ha poi ricordato i valori del PPD, “sui quali i nostri genitori e i nostri nonni hanno costruito questo meraviglioso paese: i valori della libertà, della democrazia, della solidarietà; il rispetto della vita degli individui, delle famiglie, degli anziani, delle persone, anche di quelle che non la pensano come noi. Vogliamo consegnare ai nostri figli un Paese guidato da persone responsabili e impegnate”.

Ha infine parlato del numero otto, assegnato alla lista popolare democratica: “Legato al simbolo dell’infinito, alla vittoria, al karma, esotericamente collegato alla giustizia bendata che regge le due bilance, all’intelletto che si eleva al di sopra di ciò che è terreno”.

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