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21.06.2015 - 15:380
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Nuova Valascia, dopo le 10 domande di Boris Bignasca ecco le 10 risposte di Filippo Lombardi. Il presidente dell'Ambrì replica punto per punto

"Avendo un’ora buca fra un paio di altri insignificanti impegni domenicali, mi è venuto l’uzzolo di dare dieci risposte alle dieci domande poste dal preoccupato Granconsigliere alla viglia del voto sul sussidio di 3 milioni..."

di Filippo Lombardi *

Avendo un’ora buca fra un paio di altri insignificanti impegni domenicali, mi è venuto l’uzzolo di dare dieci risposte alle dieci domande poste dal preoccupato Granconsigliere Boris Bignasca (e che forse si pone giustamente qualche cittadino che le ha lette) alla vigilia del voto del sussidio di 3 milioni quale contributo di politica regionale alla costruzione della nuova Valascia.

1) Quest’opera è veramente un servizio essenziale dello Stato o è di interesse solo per un gruppo particolare di persone?

Tutte le opere pubbliche servono sempre solo ad un gruppo particolare di persone: le ferrovie a chi viaggia in treno, le strade a chi viaggia in auto, le scuole a chi ha figli in età scolastica, l’AVS a chi ha raggiunto l’età pensionistica… Scopo dell’intervento statale è appunto mantenere la coesione del paese con una ampia gamma di prestazioni in cui ciascuno può trovare la parte che gli interessa. Vale anche per le infrastrutture sportive e le manifestazioni culturali, ad esempio. Nel caso specifico il credito fa parte del più ampio credito quadro per gli interventi di politica regionale che mette a disposizione mezzi (peraltro forniti dalla Confederazione) per le regioni periferiche. Quanto la Leventina – già oggi duramente provata, e domani ancor più a rischio isolamento perché AlpTransit la aggirerà da sotto – abbia bisogno di mantenere un’infrastruttura sportiva e polivalente appare a prima vista evidente. 

2) Visto che le finanze cantonali presentano deficit importanti e consistenti non sarebbe meglio risparmiare questi 3 milioni per migliorare i consuntivi e avvicinarsi al pareggio nei conti dello Stato?

Trattandosi di risorse federali ai sensi della “Legge sulla Nuova politica regionale” (che ha sostituito in modo parziale la vecchia e apprezzata LIM), questi 3 milioni non potrebbero comunque essere utilizzati per migliorare i consuntivi del Cantone.

3)    La Valascia immobiliare SA viene già aiutata dal Cantone con dei crediti per un totale di fr. 6 milioni (Fondo Sport-toto…). È proprio necessario aggiungere altri 3 milioni di sussidio pubblico a fondo perso?

La Valascia Immobiliare riceve tre cose ben distinte. I 9,6 milioni di “contributo di delocalizzazione” (40% cantonali, 60% federali) sono dovuti perché la legge federale lo garantisce ad ogni azienda costretta ad abbandonare una zona definita a rischio (di valanghe, frane, ecc.). I 3 milioni dal Fondo Sport Toto sostengono un’infrastruttura destinata allo sport e ai giovani. Questi ultimi 3 milioni sono invece un contributo per il ruolo di sviluppo regionale che il progetto riveste.   

4)    Per la nuova Valascia non si dispone di un progetto definitivo, non si dispone di un preventivo dei costi e non si ha nessuna idea del piano finanziario. È giusto regalare soldi dei contribuenti a queste condizioni? 

È fuorviante parlare di “regali”, altrimenti bisognerebbe dirlo di ogni sussidio che lo Stato concede. Come detto, i tre diversi contributi hanno tre precise motivazioni, con le rispettive basi legali. La Valascia ha consegnato al Cantone un voluminoso studio di fattibilità economica, che contiene il preventivo di massima (nella variante ritenuta, 45 milioni) e il piano finanziario richiesti. Il progetto definitivo non fa parte dei documenti necessari per deliberare sussidi a nessuna infrastruttura. I sussidi vengono versati a lavori effettuati, o perlomeno iniziati nel caso di acconti.   

5) Il credito di 3 milioni fa parte di un credito quadro. A causa di alcuni cavilli giuridici non è dunque referendabile. È giusto che si decida dei soldi dei cittadini senza che si possano esprimere democraticamente?

Non si tratta di cavilli giuridici: i mezzi sono definiti e attribuiti dalla legge federale, al Cantone spetta solo il compito di ripartirli fra regioni e progetti che rientrano nei criteri di sussidiabilità.  

6) Nel messaggio si legge: “La Valascia Immobiliare SA non è attualmente in grado di produrre la documentazione che attesti la conclusione con successo dell’iter pianificatorio”. Tradotto: non si ha nemmeno uno straccio della licenza edilizia. È giusto regalare soldi dei contribuenti a queste condizioni?

L’iter pianificatorio si è concluso con successo lo scorso 27 novembre con la crescita in giudicato della modifica del PR di Quinto. Ovviamente Cantone e Comune devono ora preavvisare rispettivamente concedere la licenza edilizia. Non dovesse venir concessa, per qualunque motivo, ovviamente tutti i sussidi decadrebbero.

7) Il Governo ha già stanziato in passato un contributo di un milione di franchi alla Valascia Immobiliare SA per la ristrutturazione della pista di ghiaccio attuale. Perché ora si cambia idea e si stanziano soldi per una nuova Valascia?

Nel 2010 il Cantone ha messo fine – preavvisando negativamente la domanda di licenza edilizia – al progetto di ristrutturazione della vecchia Valascia, prevista in tre tappe nelle estati 2011-12-13. Poiché ciò imponeva di giocare nella vecchia pista almeno fino al 2018 e d’altro canto il Cantone esigeva la sostituzione del vecchio impianto di produzione del freddo con ammoniaca, ciò ha giustificato un sussidio “ponte” per mantenere agibile lo stadio esistente.

8) Il comparto della Valascia è diventato tutto ad un tratto, una zona ad alto pericolo per frane e valanghe. Questa pericolosità improvvisa è reale o è un escamotage per chiedere contributi?

Come detto, HCAP e Valascia immobiliare avrebbero di gran lunga preferito ristrutturare il vecchio stadio (progetto da 16 milioni) ed avevano già inoltrato la relativa domanda di costruzione, a cui il Dipartimento del Territorio ha opposto preavviso negativo, assicurando però il proprio sostegno alla costruzione di un nuovo stadio fuori dalla zona di pericolo valangario. Zona che era stata effettivamente allargata negli anni precedenti dall’Istituto federale delle valanghe di Davos, come molte altre in Svizzera. Il che avrebbe imposto all’ente pubblico di costruire ripari valangari per una quarantina di milioni, che possono appunto venir risparmiati versando il “contributo di delocalizzazione” di cui sopra. 

9) Non sarebbe meglio garantire prima i servizi essenziali ai cittadini o degli sgravi fiscali, prima di regalare soldi ad un Società anonima privata? Con quale coraggio il governo e il parlamento chiederanno sacrifici ai dipendenti e ai cittadini dopo aver avvallato questi 9 milioni di franchi (6 tra sport-Toto e varie e 3 con questo credito) alla Valascia Immbiliare SA?

Vedi risposta 2.

10) La Valascia Immobiliare SA e le società a lei collegate come l’HCAP SA e la Ice Sport International accademy SA sono in regola con il pagamento degli oneri sociali e dei tributi in genere? Quanti sono i debiti di queste società?”

La Valascia Immobiliare SA è società sana e in regola con i propri contributi. La ISI Academy è società nuova appena costituita per il progetto, quindi non può ancora avere né debiti né arretrati. La situazione debitoria dell’HCAP è nota e viene pubblicamente comunicata ogni anno in occasione dell’assemblea degli azionisti. La situazione degli oneri e imposte viene monitorata non solo dal Cantone (che ha richiesto una formale garanzia personale in solido dai membri del CdA prima di concedere una rateizzazione degli arretrati) ma anche della Lega nazionale di hockey, la quale esige mensilmente un rapporto dettagliato su questi aspetti e ne fa dipendere la concessione della licenza di gioco.     

*  Presidente Hockey Club Ambrì Piotta

 

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