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Politica e Potere
01.07.2015 - 09:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Mantegazza vs Bertoli: che polemica sui giovani sportivi. La presidente: "Cantone piccolo e fermo su se stesso". Il ministro: "Polemica a buon mercato"

Duro scontro tramite social network tra la numero uno dell'Hockey club Lugano e il ministro della scuola. Nodo del contendere un progetto pilota di classi di scuola media sportiva/artistica a Lugano

LUGANO - Una polemica politica-sportiva ai massimi livelli. Da una parte la presidente HC Lugano Vicky Mantegazza, dall'altra il ministro della scuola Manuele Bertoli. Una polemica che, come spesso accada ai giorni nostri, si consuma tutta su Facebook, con il classico botta e risposta. Nodo del contendere l'idea di lanciare un progetto pilota di classi di scuola media sportiva/artistica a Lugano. In due parole: raggruppare i giovani giocatori di hockey e di calcio dell'FC Lugano nelle sedi di Canobbio e Pregassona per fargli seguire un orario scolastico, identico nei contenuti ma più compatibile negli orari con gli allenamenti. Fine dei corsi nel primo pomeriggio, intorno alle 15.00, e fine degli allenamenti entro le 18.30. Ma il DECS, dopo aver valutato la proposta, ha detto "no". Un "no" particolarmente indigesto per la presidente Mantegazza che, su Facebook, lo ha addirittura definito: "La sconfitta più amara della stagione". "Il Cantone, una volta di più - ha tuonato la presidente dell'HCL - si è dimostrato piccolo e fermo su se stesso. Peccato. La cosa che fa più male? Che l'onorevole Manuele Bertoli abbia risposto picche la mattina dopo la sua rielezione... Quasi a farlo apposta...Questa decisione non penalizza l'HCL e le altre società coinvolte, bensì una marea di bravi ragazzi". E stamane è arrivata la risposta del ministro: "Il progetto è stato approfondito dal DECS sulla base di alcune ipotesi, ma alla fine la decisione è stata purtroppo negativa. Va detto innanzitutto che sul piano dei principi la creazione di classi speciali, composte unicamente da sportivi e in questo caso praticamente solo da maschi, è contraria agli scopi e alle finalità della scuola dell’obbligo. Ma soprattutto un progetto pilota ha senso se potenzialmente generalizzabile ad altre realtà simili, che in Ticino non mancano. In questo caso liberare gli allievi in alcune fasce orarie durante i giorni della settimana recuperando il mercoledì pomeriggio potrebbe funzionare per gli allievi nel primo biennio delle medie, ma diventa di difficile organizzazione nel secondo biennio (livelli, opzioni, laboratori, gruppi a effettivi ridotti ecc.), che necessitano di un rimescolamento delle classi che in questo caso non sarebbero rimescolabili. Diviene molto difficile per i docenti, che usano il mercoledì pomeriggio per la formazione continua, i gruppi di lavoro sui progetti scolastici ecc. Anche il costo del progetto pilota, valutato in 1 milione di franchi all’anno per 4 anni, non è poca cosa in periodi di vacche magre e praticamente impossibile da finanziare nell’ipotesi di una generalizzazione. Per queste ragioni qui sommariamente riassunte il preavviso della Divisione della scuola e dei direttori di scuola media è stato negativo, quindi alla fine anche quello del DECS". "Naturalmente - conclude Bertoli - per chi vuol vedere solo gli interessi sportivi è facile dire che si poteva fare, che volere è potere ecc., ma non è così. Poi se si vuole polemizzare per forza, senza considerare i punti critici delle proprie idee lo si può sempre fare. Il Ticino è sempre terra fertile per le polemiche a buon mercato".
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