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Politica e Potere
01.07.2015 - 13:410
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Frontalieri e permessi: Maroni le canta a Gobbi. E Norman gli risponde per le rime

Continua la polemica tra il Governatore della Lombardia e il presidente del Consiglio di Stato ticinese. "Frontalieri a casa un mese, pago io: così il Ticino si ferma", dice Maroni. "Politica italiana strabica", ribatte il ministro ticinese

MILANO/BELLINZONA - Nuovo scontro tra il Governatore della Lombardia Roberto Maroni e il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. Al centro, come sempre, la questione dei frontalieri e in particolare la decisione di Gobbi di introdurre l'obbligo di presentare il casellario giudiziale per chi vuole chiedere o rinnovare un permesso B o G. Decisione quest'ultima che ha di molto incrinato i rapporti tra i due. "Se Gobbi continua con questa ostinazione nel porre ostacoli all’ingresso dei frontalieri - ha dichiarato Maroni ai microfoni della RSI - bisognerà dire ai 60'000 lavoratori italiani che giornalmente vengono in Ticino di stare a casa per un mese. Lo stipendio glielo pagheremo noi. Senza frontalieri il Ticino si ferma”. Il Governatore lombardo ha comunque confermato l'amicizia verso il ministro ticinese auspicando però dal collega “una posizione di ragionevolezza… la campagna elettorale è finita”. Maroni, in questo senso, ha sottolineato come la strada del dialogo resti aperta: "“Continuerò a parlare con Norman Gobbi e sono convinto che alla fine troveremo un accordo”. E sempre la RSi ha raccolto la replica di Norman Gobbi: "La politica italiana a volte è strabica, si dimentica che spesso i lavoratori stranieri generano un dumping salariale nei nostri confronti". Il ministro delle istituzioni è tornato anche sul giro di vite sui permessi: "Vogliamo tutelare il territorio dal punto di vista della sicurezza pubblica, con la richiesta del casellario giudiziale per evitare l'arrivo di persone che hanno precedenti penali". E se Berna ha già fatto sapere di non gradire la misura, Gobbi tira dritto: "Questo è il punto di vista della Confederazione, il mio Dipartimento andrà avanti fintanto che la cosa non sarà acclarata di fronte al tribunale".
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