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Politica e Potere
01.07.2015 - 15:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Maroni-Gobbi: che tensione! La lettura di Boris Bignasca: "Salvini ci capisce meglio e il Governatore della Lombardia è un po' incoerente..."

Il deputato e presidente dei Giovani leghisti, reduce da Pontida, dice la sua sulla polemica tra il "suo" ministro e MaronI. E annuncia: "C'è l'idea di organizzare un grande congresso degli euroscettici a Lugano: da Marine Le Pen a Geert Wilders"

BELLINZONA – La diatriba in corso da qualche settimana tra Roberto Maroni e Norman Gobbi, fa discutere i leghisti di qua e di là del confine. Cioè i leghisti ticinesi e quelli della Lega Nord, almeno i lombardi. Leghisti militanti e leghisti dirigenti come Boris Bignasca. Il presidente dei giovani leghisti del nostro Cantone, tra l'altro, è reduce dall'appuntamento per eccellenza dei cugini padani: la festa di Pontida. E proprio dal palco del raduno ha tenuto un discorso che ha raccolto grande consenso tra i presenti e ha fatto discutere gli avversari in Ticino. A lui abbiamo chiesto il suo punto di vista sulla vicenda: a cominciare dall'aria che ha respirato a Pontida per quanto riguarda le tensioni con il Ticino. "A Pontida – risponde Boris Bignasca – si è capito chiaramente che il leader della Lega Nord in questo momento è il segretario Matteo Salvini. E Salvini capisce molto meglio di Maroni quelli che sono i nostri problemi e anche il nostro approccio da "padroni in casa nostra". Poi, per carità, Maroni fa il suo lavoro di Governatore della Lombardia. Probabilmente non capisce quali sono le nostre problematiche: in particolare il fatto che su una popolazione di 300'000 abitanti abbiamo ogni giorno 60'000 frontalieri che entrano a lavorare. In proporzione è come se la sua Regione dovesse accogliere ogni giorno 2 milioni di lavoratori. A Maroni consiglio di non continuare a rispondere alle interviste della RSI e degli altri media che cercano di metterci contro, ma di sedersi al tavolo con Norman per trovare delle soluzioni concrete alle varie questioni che abbiamo aperte". Detto questo Bignasca non intende buttare benzina sul fuoco della polemica ma non si nega qualche stilettata verso il Governatore della Lombardia: "È chiaro che l'obbiettivo di Maroni sono quei 60'000 frontalieri, le loro famiglie e l'indotto che generano. Cerca di mettersi dalla loro parte anche in ottica elettorale. E in democrazia è un discorso legittimo. Ma al Governatore della Lombardia vorrei ricordare che per lavorare ad Expo per una ditta svizzera c'era bisogno il certificato anti mafia per il titolare dell'azienda e pure per la moglie, come veniva spiegato in un comodo manuale di 40 pagine redatto da un avvocato di Genova. Forse Maroni dovrebbe rileggersi quel dossier, considerare la burocrazia del Paese in cui vice, e poi forse ricordarsi che da Ministro dell'interno ha introdotto la tessera del tifoso. C'è un po' di incoerenza tra gli atti politici del suo passato e questa polemica sulla giusta richiesta da parte di Gobbi di obbligare chi fa richiesta di un permesso di presentare il casellario giudiziario. Per non parlare della reciprocità: da una parte i certificati anti mafia dall'altra la notifica online…". In futuro, par di capire, ma è solo una sensazione, l'asse del dialogo tra le due leghe dovrebbe trovare una sponda privilegiata più in Salvini che in Maroni: "Noi con Salvini siamo in contatto e lui tendenzialmente capisce le nostre ragioni. Ricordo che lui ha fatto un grande plauso alla Svizzera per il 9 febbraio. Inoltre c'è l'idea di organizzare a Lugano un grande congresso degli euroscettici, coinvolgendo oltre naturalmente la Lega Nord, le Front National, l'FPÖ, gli olandesi di Wilder. E tutte le altre forze che stanno prendendo piede in Europa". AELLE
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