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07.07.2015 - 14:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Janett: "Il ruolo del gas naturale nel contesto energetico federale"

SECONDO ME - Il direttore marketing di Metanord: "La strategia energetica 2050 è troppo focalizzata sull’energia elettrica e sta probabilmente facendo il classico passo più lungo della gamba"

di Mattia Janett*

Il 4 giugno di quest’anno è stata pubblicata sula Handelszeitung un’interessante intervista alla Direttrice della Associazione Svizzera dell’Industria del Gas (ASIG), Daniela Decurtins, che fotografa in maniera precisa e dettagliata la situazione attuale del mercato del gas naturale a livello nazionale.

Il tutto prende spunto dalle contingenti discussioni a livello politico e mediatico della strategia energetica 2050, approvata dal Consiglio Federale e dal Consiglio Nazionale, all’interno della quale viene sottovalutato il gap energetico che risulterà una volta dismesso il nucleare.

Come sottolinea la Signora Decurtins, le tanto ambite energie rinnovabili saranno difficilmente in grado, in tempi tanto brevi, di sopperire a tale mancanza. In questo senso il gas naturale potrebbe svolgere un ruolo fondamentale per il sostentamento energetico della Confederazione, ma non viene preso nella dovuta considerazione a causa della sua origine fossile.

Grazie alla sua duttilità il gas è facilmente combinabile con l’energia solare ed eolica e garantirebbe il contributo necessario, soprattutto quando le energie rinnovabili non sono disponibili in quantità sufficiente (inverno, notte, …), permettendo una sostanziosa riduzione delle emissioni di anidride carbonica rispetto al gasolio. Proprio riguardo a quest’ultimo punto, spesso si dimentica che la percentuale di riscaldamenti a gasolio in Svizzera si aggira ancora intorno al 50% e resta, in confronto agli altri paesi europei, sempre molto alta. Sostituendo gli impianti a gasolio, per le abitazioni e per le industrie (ma il concetto resta valido anche per la mobilità), con impianti a gas naturale si diminuirebbe immediatamente, e in maniera sensibile, l’inquinamento ambientale a livello nazionale. Se poi si considera la presenza di biogas, quindi energia rinnovabile, all’interno delle condotte del gas naturale, il bilancio sarebbe ancor più favorevole.

Un altro tema centrale affrontato dalla direttrice dell’ASIG concerne l’integrazione, con condizioni adeguate, degli impianti di cogenerazione a gas naturale (impianti capaci di produrre contemporaneamente energia termica ed energia elettrica con un alto grado di efficienza. La Metanord, proprio nel mese scorso, ha inaugurato il primo impianto di microcogenerazione a gas naturale del Canton Ticino in una palazzina di Rivera) all’interno della strategia energetica 2050.  Durante il periodo invernale il consumo di energia elettrica aumenta e gli impianti solari funzionano meno bene. Viene quindi importata in Svizzera dell’energia elettrica, in parte prodotta dal carbone, generando un paradosso, definito giustamente dalla Signora Decurtins come inaccettabile. Non viene incentivato il gas naturale in quanto fossile e inquinante, ma si compra energia elettrica prodotta da un vettore fossile e decisamente ancor più inquinante. Siccome tutto ciò avviene all’estero il problema stranamente non si pone. Riallacciandosi a tale contraddizione l’Associazione Svizzera dell’Industria del Gas chiede formalmente l’esenzione della tassa sulla CO2 per apparecchi di questo tipo, in modo da poter rendere concorrenziale, e quindi economicamente sostenibile, la produzione in proprio di energia elettrica.

L’intervista verte poi sul settore della ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per l’utilizzo e la produzione di gas naturale. Viene per esempio citata la tecnologia del Power to Gas, che prevede la produzione di gas naturale a partire dall’esubero di energie rinnovabili. L’energia solare viene prodotta maggiormente durante il giorno e durante il periodo estivo, momenti durante i quali il fabbisogno energetico è più contenuto. In questi casi, se l’energia prodotta non viene direttamente consumata, può venir utilizzata per produrre, tramite un processo di elettrolisi, del gas naturale che, dopo essere stato stoccato nelle condotte, può venir venduto e utilizzato nel momento del bisogno. Oltre ad essere una soluzione contro gli sprechi, il Power to Gas rende il gas naturale un’energia rinnovabile come il biogas. Riguardo questa tecnologia esistono già dei progetti ben avviati a Solothurn nella Svizzera centrale e a Falkenhagen in Germania.

Infine viene posta alla Signora Decurtins una domanda che negli ultimi tempi è un po’ sulla bocca di tutti: “Se la Russia decidesse di interrompere da un momento all’altro l’esportazione di gas naturale verso l’Europa, come verrebbe garantita la sicurezza d’approvvigionamento in Svizzera?”. A questo proposito, la direttrice ricorda che tra il 2013 e il 2014 sono stati effettuati degli stress test su tutta la rete europea e che il risultato è stato più che soddisfacente. Se dovesse venir a mancare la quota russa di gas naturale, la stessa verrebbe immediatamente sostituita dalle importazioni da altri paesi produttori, senza compromettere minimamente la sicurezza di rifornimento.

Concludendo, e riprendendo il titolo dell’intervista, la strategia energetica 2050 è troppo focalizzata sull’energia elettrica e sta probabilmente facendo il classico passo più lungo della gamba. Alla luce anche dell’invio del nuovo MoPEC 2014 (Modello di prescrizioni energetiche dei cantoni) da parte della Confederazione, che verrà declinato entro il 2020 nel nuovo RUEn (Regolamento sull’utilizzo dell’energia) e che prevede un sostanziale inasprimento delle regole per il consumo energetico degli edifici, la situazione generale non è certo rassicurante. Forse, un po’ di buonsenso e una maggior attenzione ai bisogni effettivi degli individui e delle imprese, al posto dell’attuale, spinto idealismo, non sempre privo di incongruenze, potrebbero aprire realmente la strada a un futuro pulito e sostenibile.

*Responsabile Marketing di Metanord 

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