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Cronaca
31.07.2015 - 08:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Una storia di ordinaria ingiustizia. Multa da oltre 500 franchi per aver pilotato un 40 cavalli senza patente. Ecco perchè quella legge va cambiata

Il racconto a liberatv di un giovane del Luganese rilancia il tema già sollevato a Berna dal consigliere nazionale Fabio Regazzi

LUGANO - Questa è una storia assurda, una storia di ordinaria burocrazia elvetica. Ed è una storia di iniquità, che nasce da una legge che sancisce una palese ingiustizia: verso metà maggio un giovane del Luganese è stato sanzionato con 530 tra multa e spese amministrative per aver pilotato sul Ceresio, senza “licenza nautica” una barca con motore di 40 cavalli.

È stato sanzionato nonostante la barca fosse immatricolata a Ponte Tresa Italia, intestata a un suo amico italiano, e lui disponesse delle necessarie coperture assicurative di "libera guida". Se il giovane, pur essendo cittadino svizzero, avesse avuto la residenza oltre confine, non sarebbe stato multato. Capite che qui siamo oltre il limite del buon senso…

Il ragazzo, che intende ricorrere contro la multa (e fa bene!) ha contattato liberatv per raccontare la sua disavventura, dopo aver letto il nostro articolo del 18 giugno, nel quale si riferiva di un’interrogazione al Governo federale presentata dal consigliere nazionale Fabio Regazzi.

Il problema è presto spiegato: i ticinesi che possiedono una barca con motore superiore agli 8 cavalli sono obbligati a fare la patente nautica per pilotarla sui laghi Verbano e Ceresio. Gli italiani no: possono tranquillamente entrare in territorio elvetico senza patente pilotando barche con una potenza fino a 40 cavalli. Partendo da questa palese iniquità, sancita da una convenzione italo-svizzera del 2010, Regazzi ha chiesto a Berna di cambiare le regole.

“Anch’io – racconta il giovane - come molti appassionati di pesca, avevo una 8 cavalli sul lago di Lugano, ma continuavo a vedere barche da 40 cavalli immatricolate in Italia i cui titolari non avevano alcuna licenza di navigazione. Non vedo per quale motivo io, ticinese, devo spendere 1'500 franchi tra lezioni e tutto per fare una ‘patente nautica’ per pilotare una barca da 40 cavalli quando in Italia, sugli stessi laghi, non è obbligatoria”.

Così mi sono informato, racconta il giovane: “Ho chiamato la Polizia lacuale, la Polizia di Campione d’Italia… ho chiesto come si poteva fare per avere un 40 cavalli in regola. E ho fatto come mi avevano consigliato a Campione”.

Dopo aver immatricolato a Ponte Tresa Italia una piccola barca a nome di un amico italiano, il giovane ha stipulato una polizia di assicurazione di "guida libera" che copre tutti gli eventuali danni di navigazione. E ha iniziato a usare la barca con un motore da 40 cavalli. Finché la Polizia lacuale non l’ha fermato e sanzionato.

“Mi hanno detto che se, come cittadino svizzero, avessi avuto non solo la barca ma anche la residenza a Ponte Tresa Italia avrei potuto guidare la barca senza problemi, ma siccome risiedo in Ticino per pilotare una 40 cavalli devo avere la patente nautica, che poi non è nemmeno una patente, è una licenza di condurre che vale solo sui nostri laghi”.

Uso la barca per andare a pesca, conclude il giovane. “È una piccola barca, non un motoscafo. Con un motore da 40 cavalli posso muovermi velocemente sul Ceresio, con uno da 8 ci metto un’ora e mezza per andare da Agno a Lugano. Mi chiedo che senso abbiano queste restrizioni assurde”.

Marco Bazzi

 

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