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Politica e Potere
01.08.2015 - 16:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il 1° Agosto nelle parole del Consiglio federale: dagli interrogativi di Berset e Sommaruga all’appello ‘storico’ di Maurer e i valori di Schneider-Ammann e Burkhalter

Bilaterali, immigrazione, unità, tradizione umanitaria, radici e rapporti con l’Europa: questi i temi al centro delle allocuzioni dei ministri federali tenute fra Svizzera e Italia

BERNA – Un giorno per festeggiare, ma anche un momento per riflettere e ricordare quali sono i valori fondamentali della Svizzera. Questo è nelle parole dei Consiglieri federali il Primo d’Agosto, fra chi si interroga sulle sfide future e chi invita a recuperare il passato per rafforzare l’identità.

A porsi, e a porre degli interrogativi, è stato il ministro federale Alain Berset, che ha toccato i temi della solidarietà e della multiculturalità: “Come far convivere competitività e solidarietà? Come mantenere coesa una società sempre multiculturale? Come preservare la tradizione umanitaria quando i rifugiati sono considerati una minaccia?”, si è chiesto durante il discorso tenuto a Lindau, nel Canton Zurigo.

Sempre sul solco degli interrogativi anche l’allocuzione radiotelevisiva della presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga che si è chiesta “cosa faremo concretamente per combattere il riscaldamento climatico? Come garantiremo l'AVS e le altre assicurazioni sociali? E come regoleremo le relazioni con il nostro partner commerciale principale, l'Europa, affinché siano stabili e sicure e l'attuale incertezza possa cessare?”

Con la nostra democrazia diretta, nei prossimi anni porremo basi politiche decisive, ha detto. “Per riuscire a portare a termine con successo gli importanti progetti di riforma previsti ci occorre un'economia sana, che dipende sempre anche da relazioni buone e chiaramente regolate con i nostri vicini”.

Il pensiero è andato quindi alla necessità per la Svizzera di contare su una cultura politica improntata alle soluzioni, con il Consiglio federale in grado di trovare intese e un Parlamento che sappia cercare il compromesso. Un concetto quest’ultimo, ha sottolineato, che “nella democrazia diretta non indica debolezza, ma esprime forza”.

“La nostra democrazia diretta può funzionare soltanto se viviamo una cultura politica sostenuta da un'ampia maggioranza. A tal fine deve valere un unico principio: democrazia diretta significa responsabilità diretta. Agire in modo responsabile significa per esempio sapere che le iniziative popolari non devono essere utilizzate per lanciare segnali. Le iniziative popolari servono a modificare la Costituzione federale. E la nostra Costituzione – il testo fondamentale della nostra democrazia – non deve diventare una semplice raccolta di segni. Agire in modo responsabile significa considerare nelle decisioni politiche anche le minoranze che vivono nel nostro Paese. Agire in modo responsabile significa tenere a mente che il nostro Paese non è un'isola, ma un Paese solidale e connesso al resto del mondo”.

L’invito di Sommaruga è andato quindi ai concittadini: “Prendiamoci cura della nostra democrazia diretta e trasmettiamo ai nostri giovani i valori umani e la cultura politica necessari, affinché il nostro sistema politico – unico al mondo – possa funzionare. Non dobbiamo avere timore del futuro, ma preservare le qualità che fanno avanzare il nostro Paese: apertura, coraggio e fiducia”.

Da Milano, dove ha partecipato ai festeggiamenti tenutisi al padiglione svizzero di Expo – a cui era presenta anche il ministro dell’economia Christian Vitta e il consigliere nazionale Ignazio Cassis – Johann Schneider-Ammann ha colto l'occasione per parlare dei bilaterali, mettendo poi l’accento sui valori fondanti della Svizzera: spirito comunitario, solidarietà, libertà e sovranità. "Possiamo essere fieri dei nostri valori" in questo Paese "prospero che è riuscito a instaurare una pace sociale".

Esprimendosi in tedesco, francese e italiano, il consigliere federale ha ricordato le battaglie di Morganten e Marignano, moenti che “hanno contribuito a fare della Svizzera il Paese che è oggi, con la volontà di scegliere liberamente la nostra via e serrare i ranghi nel momenti difficili".

La Svizzera, ha concluso in italiano, “porta in sé il seme della diversità: lingue, religioni e culture differenti ... tutto potrebbe separarci. È solo la nostra volontà a tenerci uniti".

E di volontà nel restare uniti ha parlato anche Didier Burkhalter, che si trovava a Sumiswald (BE), suo comune d’origine. La Svizzera, ha esordito, “è una grande famiglia, frutto di una volontà unitaria, basata sui valori d'indipendenza, prosperità e sicurezza”.

L’importanza della storia, e della sua conoscenza, è stata al centro dell’allocuzione del consigliere federale Ueli Maurer, che, durante gli interventi a Grosswangen e Nottwil (LU), ha colto l’occasione per lanciare un appello in questa direzione, poiché “non esistono alberi senza radici” e sono le lezioni del passato a dare ai popoli un orientamento.

“Nel 1315 i Confederati hanno adoperato le loro specificità al Morgarten per battere gli Asburgo che erano assai più numerosi e anche oggi, in quanto piccolo Paese, dobbiamo essere più creativi, più flessibili e migliori".

Dopo aver accennato alla bocciatura, lo scorso giugno, della riforma dell’esercito da parte del Nazionale, Maurer ha quindi puntato il dito contro coro che per ragioni politiche “tentano di riscrivere la nostra storia o semplicemente di farla cadere nell'oblio”. Storia che, si è rammaricato ricollegandosi all’appello iniziale, non si insegna ormai quasi più nelle scuole o all'università.

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