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Pane e Vino
03.09.2015 - 16:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Storie di Bacco: il Mattirolo, il bandito Luigi Pagani e il presidente del Gran Consiglio, che non è suo parente, ma che fa il vino come Valsangiacomo

La presentazione dell'annata vinicola 2013 raccontata chiacchierando con il presidente di TicinoWine e il Primo cittadino del Cantone. Rievocando la figura del fuorilegge e l'epoca della politica fatta col fucile

LUGANO – La “Presentazione dell’annata” è, insieme a Cantine Aperte, il principale appuntamento del calendario di manifestazioni organizzato da TicinoWine per promuovere i produttori ticinesi. Oggi, giovedì, è stata la volta dell’annata 2013.

Mattinata dedicata alla stampa e agli operatori dell’enogastronomia, e pomeriggio aperto al pubblico. Un’occasione unica per conoscere i produttori di tutte le regioni vitivinicole del cantone e per degustare i loro vini. Per scoprire nuove cantine e qualche “gioiello” che ci lascia a bocca aperta… 

Al Palazzo dei congressi di Lugano 65 produttori hanno stappato in anteprima le bottiglie della vendemmia di due anni fa, alcune addirittura spillate dalla botte per l’occasione. Mentre in vigna inizia la raccolta delle uve, i vinificatori si sottopongono dunque al giudizio di pubblico ed esperti.

Tra i partecipanti all’evento, questa mattina, c’era anche il presidente del Gran Consiglio, nonché sindaco di Balerna, Luca Pagani. Lo abbiamo incontrato mentre sorseggiava un calice di Mattirolo, il merlot bianco di Uberto Valsangiacomo, presidente di TicinoWine. Chiacchierando, si scopre che…

Che quel bianco prende il nome del più celebre fuorilegge ticinese: Luigi Pagani, detto appunto il Mattirolo (il matto, il folle). Nato a Vacallo il 12 maggio del 1813, fu una versione ticinese di Butch Cassidy, il bandito che qualche decennio dopo avrebbe imperversato nel West con la sua banda: il Mucchio Selvaggio.

Pagani precisa subito: “Non credo proprio di avere legami di parentela con il mio omonimo bandito…”.
Ma già che ci siamo, sorseggiando il bianco, andiamo a scoprire chi era questo Mattirolo. Fece il muratore, emigrando anche in Francia, ma poi preferì la carriera del fuorilegge. Collerico e irascibile, fece parlare per la prima volta di sé quando nel luglio del 1843 durante la festa della Madonna del Bisbino vi fu l’ennesimo scontro tra conservatori e liberali, che degenerò nell’accoltellamento a morte di un giovane.
Erano anni in cui si faceva politica a fucilate, e il Mattirolo organizzò una spedizione punitiva che si concluse con l’uccisione del parroco di Bruzella.

Altri tempi, per fortuna. Oggi i rapporti tra liberali e pipidini sono decisamente meno cruenti. Come dimostra il brindisi tra Valsangiacomo (di fede PLR) e il pipidino Pagani…

Chiacchierando si scopre anche che il presidente del Gran Consiglio possiede un piccolo vigneto, le cui uve vengono vinificate da una cantina di Balerna. “Ne produciamo circa 500 bottiglie, destinate ad amici e famigliari”, dice Pagani. Non è però un “vinello” il “Merlot della Marediga”: fa 20 mesi in barrique da 250 litri, una usata e una nuova. Insomma, visto che quest’anno è primo cittadino del Cantone, Pagani potrebbe chiamare l’annata 2015 “Riserva del Presidente”…

E sulla vendemmia, che dice Valsangiacomo? Tra i produttori riuniti al Palazzo dei congressi si respirava ottimismo: il sole di quest’estate promette vini potenti e strutturati.
“Non faccio il profeta – afferma il presidente di TicinoWine -: mi esprimerò quando avrò le uve in cantina”.

Intanto, dopo la passerella di oggi, l’annata 2013 potrà essere messa in commercio, confermando il costante progresso della produzione vitivinicola ticinese.
Ma non bisogna montarsi la testa pensando di sbancare i mercati internazionali: in Ticino produciamo circa 6 milioni di bottiglie, annota Valsangiacomo, che sembrano tante ma non lo sono. “Corrispondono più o meno alla produzione di una grossa cantina sociale italiana. E ricordiamoci che in Svizzera importiamo circa il 60% del vino che beviamo”.
Ma l’importante è produrre vini di qualità. Questa è la linea vincente ed è quello che stanno facendo i produttori ticinesi.

Marco Bazzi

 

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