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25.09.2015 - 12:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

“Vizi” privati e pubbliche virtù di un aspirante procuratore pubblico… Il badante serbo, il matrimonio con la suocera “argentina”, il falso domicilio…

Se è tutto vero c’è da rabbrividire. Non tanto per la gravità dei reati, quanto per il quadro che sta emergendo dall’inchiesta sul segretario giudiziario indagato e sospeso

di  Marco Bazzi
 
LUGANO – Se è tutto vero c’è da rabbrividire. Non tanto per la gravità dei reati, quanto per il quadro complessivo che sta emergendo dall’inchiesta e per la funzione del protagonista: non solo funzionario pubblico, ma anche e soprattutto “uomo di giustizia”. Persona, dunque, che opera in un settore nel quale non si pretende la santità ma almeno un comportamento onesto e irreprensibile, e soprattutto un forte “senso dello Stato”.
 
Il caso è quello che nei giorni scorsi ha portato alla sospensione e alla messa in stato d’accusa di un segretario giudiziario del Ministero pubblico.
 
È accusato di avere assunto un badante in nero, di nazionalità serba, e privo di permesso di soggiorno per accudire l’anziano padre di 84 anni (cosa che l’indagato ha ammesso).
 
Ma dall’inchiesta sono emersi altri dettagli che rendono il quadro ancor più grave, pur essendo elementi ancora da confermare e da approfondire in sede di inchiesta: la presenza di una donna delle pulizie non regolarizzata a casa del funzionario (la donna è stata identificata dalla polizia ma è irreperibile), e addirittura un tentativo di matrimonio di interesse (finalizzato all’ottenimento del permesso di soggiorno) tra il badante – 33enne - e la suocera del funzionario - una 72enne di nazionalità svizzera che vive prevalentemente in Argentina -.
 
Non è tutto: il funzionario avrebbe favorito la suocera domiciliandola a casa propria. In questo modo, pur vivendo all’estero, la donna percepiva contributi sociali complementari a cui non avrebbe avuto diritto. Da qui, l’ipotesi di truffa. Ecco perché di fronte a questa brutta storia c’è davvero da rabbrividire.
 
Se tutto questo fosse poi successo in una famiglia “anonima” e confrontata con difficoltà economiche… Macché… Siamo di fronte a una famiglia che si può definire benestante, tanto che il padre del segretario giudiziario è un ex primario ospedaliero e vive in una bella villa nella cintura di Lugano.
 
Ad aggravare il quadro c’è anche il fatto che l’anno scorso il segretario giudiziario si era candidato a un posto di procuratore pubblico, e l’anno prima per il Consiglio comunale di Lugano. Insomma, il 41enne ha una forte vocazione perl’impiego e la funzione pubblica.
 
In entrambi i casi non è stato eletto ed è rimasto funzionario del Ministero, e senza cariche politiche. Ma va precisato, per chi non lo sapesse, che il segretario giudiziario non è una figura minore nel sistema penale: svolge infatti, per così dire, il lavoro di un “magistrato junior”, nel senso che allestisce i dossier, prepara i decreti d’accusa (e a volte svolge interrogatori) per conto dei procuratori.
 
Il badante è ancora irreperibile, e – lo scrive oggi il Corriere del Ticino - potrebbe aver lavorato in nero e senza permesso di soggiorno – sbrigando lavori di giardinaggio o di piccola manutenzione - non solo per il padre del segretario giudiziario, ma anche per altri: funzionari o personaggi in vista. Ma questa ipotesi non sembra trovare conferma nell’inchiesta: pare più che altro un tentativo di difesa dell’indagato, della serie “così fan tutti”.
 
Il procuratore capo Nicola Respini, che coordina l’inchiesta, sta cercando di chiarire i contorni della vicenda. Ma non sarà facile, perché il badante è – perdonate la rima -… latitante.
Sempre secondo il Corriere, l’uomo aveva beneficiato in passato di visti turistici (che consentono fino a tre mesi di soggiorno senza attività lucrativa) e in giugno era già stato interrogato in due occasioni. Per ora, altro non c’è.
 
 

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