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07.10.2015 - 15:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L’energia e le sfide per il futuro: fra fossile e rinnovabile, la transizione è nel gas. Bobbià: “Lo dice anche Papa Francesco”

Come scegliere fra la moltitudine di vettori disponibili, le strategie di Cantone e Confederazione, il punto di vista dell’economia: questi i temi al centro del dibattito pubblico organizzato da Metanord

BELLINZONA – Quali sono le prospettive future dei vettori energetici? Questa la domanda su cui si è concentrato il pomeriggio informativo organizzato da Metanord lunedì a Bellinzona nell’Auditorium di BancaStato e introdotto dal condirettore di AET Claudio Nauer. A prender la parola, di fronte a un pubblico composto da addetti ai lavori, interessati e qualche volto politico, il sindaco di Giubiasco Andrea Bersani, il Capo Ufficio aria, clima ed energie rinnovabili Mirco Moser, il direttore di Tecnoprogetti Luca Maiocchi, il responsabile di EconomieSuisse per il Ticino Angelo Geninazzi che hanno sviluppato il tema dell’energia secondo il proprio punto di vista. A coordinare il tutto, Edo Bobbià, per cui organizzare questo pomeriggio voleva dire proporre uno stimolo e innescare la discussione. Anche politica, ha aggiunto auspicando nuovamente la creazione di un tavolo energetico in Ticino. Al centro della discussione non era il solo gas naturale, ma i vari vettori energetici e i meccanismi, pratici e normativi, che vi appartengono. Durante il dibattito che è seguito agli interventi, Bobbià non ha però mancato di rimarcare l’importanza del gas quale vettore energetico di transizione, citando, per rafforzare la sua tesi, nientemeno che Papa Francesco e il passaggio del Laudato si’ in cui il gas viene descritto come il “male minore”, la soluzione alternativa e transitoria ottimale in attesa che le rinnovabili abbiano la capacità di soppiantare interamente le fossili. Metanord è presente nel Sopraceneri dal 2012 e, con oltre 100 km di condotti posati, serve a oggi 12 Comuni. Il primo fu proprio quello di cui Bersani è primo cittadino: Giubiasco. L’intervento del sindaco, chiamato per portare la “sua” esperienza col gas naturale, ha quindi ripercorso le tappe che, dal gruppo di lavoro creato nel 2000, hanno portato, nel 2013, al primo allacciamento nel Borgo. “La scelta del vettore energetico non è e non può essere demandata allo Stato”, ha detto ricordando i motivi che hanno spinto il Municipio ad aderire al progetto stipulando con Metanord una concessione di privativa per la distribuzione del gas nel territorio comunale. “Ci è sembrato corretto offrire al cittadino anche questa possibilità. Perché è lui, che in base alle proprie esigenze e sensibilità, che deve valutare e decidere cosa sia meglio. Il dovere dell’autorità è quindi quello di mettere a disposizione una paletta di possibilità”, di cui, appunto, da un paio di anni fa parte anche il gas naturale che conta ora a Giubiasco una quarantina di utenti. Nel discorso, e nelle scelte, devono però esser tenuti presente anche gli indirizzi e l’inquadramento strategico deciso da Confederazione e Cantone. La parola è andata quindi a Moser, “badante e tutore di Metanord” come lo ha introdotto con una battuta Bobbià. Proprio in questi giorni a Berna si discute la strategia energetica per il futuro, che ha un orizzonte molto vasto, il 2050, ma che pone anche obbiettivi più prossimi. I tre capisaldi della politica energetica e dell’attività fitina della Confederazione, ha spiegato Moser, sono: il risparmio energetico e il consumo efficiente; la conversione energetica; la produzione e l’approvvigionamento attraverso fonti efficienti, sicure e sostenibili. In questa stessa direzione si muove il Cantone con nuove regolamentazioni, come l’obbligo, dal 2018, per i nuovi edifici di produrre in proprio parte del loro fabbisogno energetico, ma anche con fondi per le rinnovabili, bonus e incentivi, come i 65 milioni a disposizione, fino al 2020, per migliorare l’efficienza energetica negli edifici, nei commerci e nell’industria, per il solare termico, per le centrali termiche a legna, per la conversione dei riscaldamenti elettrici e per le reti di teleriscaldamento. In questo contesto, il gas naturale “è accettato, ma non è considerato un vettore su cui puntare”. L’obbiettivo primario, in sostanza, resta quello di riuscire a sfruttare il più possibile quanto la natura ci dà: idroelettrico e solare, nel nostro caso. “Ci vorrà però del tempo. Il gas resta quindi interessante per la sostituzione del gasolio e giocherà anche in futuro un ruolo importante, sia per il fabbisogno energetico sia per il consumo: nonostante sia comunque di origine fossile, è certamente meno inquinante del petrolio, che, bruciandolo, commettiamo un peccato mortale visti gli infiniti usi che possiamo farne rispetto al gas”. Olio, legna, pellet, gas, geotermia, acqua, aria, sole teleriscaldamento… oggi i vettori disponibili sono davvero molti. La scelta, fra previsione dei costi, evoluzione tecnologica e legislativa, è davvero difficile. Per questo, ha rilevato Maiocchi, un ruolo sempre più importante viene svolto dagli specialisti del settore. “Il nostro compito è quello di informare e aiutare il cliente a individuare quale sia il vettore energetico più adatto alle sue esigenze, ma anche alla sua sensibilità. Oltre a questioni più pratiche, come lo spazio e le finanze a disposizione, nella scelta entra anche un quadro normativo in continuo mutamento e non è semplice identificare quale sia la situazione migliore”. Volutamente polemico l’intervento di Geninazzi, che ha ripercorso le misure della prima tappa della strategia energetica mettendole in discussione ed evidenziandone i punti critici: l’impossibilità di affidarsi alla sola energia green per coprire il nostro fabbisogno (“Al momento in Svizzera abbiamo 34 pale per l’eolico, ne servirebbero 900 solo per raggiungere la produzione della centrale di Mühleberg”) o le storture causate dai sussidi citando gli esempi, da non seguire, di Spagna e Germania dove si è assistito a una crescita artificiale o a prezzi talmente in picchiata che hanno incentivato lo spreco dell’elettricità. “Dobbiamo pensare alle priorità – ha concluso –: oggi la sicurezza dell’approvvigionamento con le nuove energie non è garantito. Finiremo per importare energia pur di essere ‘green’? Da quali risorse? E a che prezzo? Sfruttare le rinnovabili è uno scopo nobile e il processo tecnologico, che lo Stato però non può decidere o prevedere, aiuterà in futuro a perseguirlo. Ma il miglior partner per questo progresso è il mercato. Economie Suisse non è contraria alle sovvenzioni, i sussidi però creano distorsioni costose”. Per Geninazzi quindi, “invece di tassare cittadini ed economia, la politica dovrebbe creare le condizioni quadro affinché il progresso tecnologico sostenibile abbia terreno fertile”.
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