LUGANO – Altra svolta nel caso Adria. Filippo Cambria, contitolare della ditta di costruzioni finito in manette mercoledì, ha confessato confermando l’ipotesi della procura: una parte dei crediti di costruzione concessi dalla Banca Wir alla ditta furono utilizzati per spese che non riguardavano i cantieri. Lo riferisce la RSI.
Cambria ha infatti ammesso di aver utilizzato a scopi personali, come l’acquisto di uno yacht, il denaro fattosi prestare in qualità di azionista di Adria. Inoltre, ha confermato anche che la sponsorizzazione dal un milione di franchi della Forward Racing, la scuderia di Cuzari, da parte della Athinà Lux (altra impresa di famiglia) avvenne con i soldi della Wir.
Nega invece ogni addebito Yves Wellauer. L’ex direttore della filiale ticinese di Wir, pure lui in manette, secondo quanto riporta ancora la RSI, riversa le responsabilità sulla sede centrale: i crediti venivano infatti accordati solo dopo aver ricevuto il “via libera” da Basilea, ha spiegato.
Dietro i nulla osta, si nasconderebbe però l’inganno che, secondo gli inquirenti, non avrebbe potuto esser orchestrato senza la complicità del dirigente della filiale luganese. I fondi propri presentati dall’Adria per ottenere le ipoteche erano, in realtà, già provento di crediti di costruzione elargiti in precedenza dalla stessa Wir.