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24.11.2015 - 08:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Sussurri e grida da Palazzo federale: ecco le frecce nell'arco di Gobbi e i suoi talloni d'Achille

Non è chiaro se il fatto che Cassis e Lombardi siano alla testa dei gruppi PLR e PPD sarà per il ticinese un vantaggio o uno svantaggio. Ma i siluri lanciati contro di loro sull'ultimo Mattino non sono stati un'operazione intelligente...

BERNA - Thomas Aeschi, 36 anni, di Zugo. Guy Parmelin, 56 anni, del canton Vaud. Norman Gobbi, 38 anni, ticinese. Sarà una partita a tre quella per la successione a Eveline Widmer-Schlumpf in Consiglio federale.
A inizio settimana prossima i gruppi parlamentari ascolteranno i tre candidati proposti dall’UDC, ma è probabile che alla fine di quegli incontri non ci saranno ordini di scuderia o maggioranze a sostegno dell’uno o dell’altro.

Gobbi ce la farà o non ce la farà il 9 dicembre? Proviamo a capire quali sono le frecce al suo arco e i suoi talloni d’Achille. Ecco il quadro che liberatv ha ricostruito dopo aver raccolto sussurri e grida sotto il cupolone di Palazzo federale.
Diciamo subito che il candidato ticinese ha un vantaggio sui due concorrenti: è l’unico ad avere un’esperienza di governo. Un elemento che i deputati solitamente considerano quando si trovano a votare un nuovo ministro. Gobbi ha inoltre intessuto in questi anni, fin da quando è stato consigliere nazionale, delle buone relazioni con la politica di oltre Gottardo. Conosce bene le lingue nazionali ed è ticinese: oggi molti deputati ritengono che la Svizzera italiana dovrebbe avere finalmente un rappresentante in Consiglio federale.

Non è chiaro se il fatto che Ignazio Cassis e Filuppo Lombardi siano alla testa dei gruppi parlamentari di PLR e PPD sarà per il candidato ticinese un vantaggio o uno svantaggio. Ma, dicono i bene informati, il ruolo dei capigruppo non sono determinati nell’orientare le scelte dei deputati quando si tratta di eleggere un nuovo ministro, a meno che ci siano strategie particolari come accadde otto anni fa con il “golpe” anti-Blocher. Piuttosto, sono importanti le azioni di lobbing che i tre aspiranti ministri dell’UDC hanno messo in atto in questi giorni.

Detto delle frecce nella faretra di Gobbi, vediamo i suoi talloni d’Achille. Il primo è di non essere un UDC ma un leghista. Di aver cambiato casacca all’ultimo momento, insomma, per potersi candidare al Consiglio federale.
I bene informati dicono inoltre che a Berna non se ne può più dei metodi e del linguaggio del Mattino e non si può continuare a far finta che il domenicale della famiglia Bignasca e non l’organo della Lega. Non ci crede più nessuno.

I siluri lanciati sull’ultimo numero del settimanale contro Lombardi (dipinto in prima pagina accanto al presidente del PLR Rocco Cattaneo come una paffuta sposa con la corona della verginella in testa) e il “cassamalataro” Cassis non sono stati – secondo  gli osservatori di Palazzo - un’operazione intelligente a due settimane dall’elezione del Consiglio federale. Saranno infatti (anche) i gruppi guidati da Cassis e Lombardi a decidere chi succederà a Widmer-Schlumpf. E queste uscite irritano parecchio i politici “bernesi”, che non si sono ancora assuefatti ai toni del Mattino e tra i quali la Lega non gode certo di buona fama.

Nei prossimi dieci giorni sarà anche importante il ruolo dei media, che sono alla frenetica ricerca di scandali (veri o presunti) e di scheletri nell’armadio dei tre candidati UDC. Abbiamo già visto il Blick, che per colpire Gobbi ha rispolverato la vecchia storia del "Ades a ghé scià 'l negar", l’improvvida frase pronunciata dall’allora dirigente dell’Ambrì durante un derby alla Valascia in riferimento al giocatore avversario di colore Anson Carter. Ma ieri la stampa ha parlato (male) anche di Aeschi, che sarebbe all’origine di un’inchiesta penale per violazione del segreto d’ufficio, nella quale non figura per ora come indagato.

Proprio Aeschi ha dalla sua un'invidiabile formazione nella gestione delle finanze pubbliche. Laureato a San Gallo e ad Harvard, rappresenta la nuova generazione democentrista che si sta affacciando alla ribalta politica nazionale. Ed è uno dei pupilli di Blocher. Ma non è detto che il successore di Widmer Schlumpf debba riprendere la guida delle finanze: ci potrebbe essere un rimpasto di dipartimenti, a dipendenza di chi verrà eletto. E Gobbi sarebbe perfetto per il Militare, attualmente nelle mani di Ueli Maurer.

Parmelin, il più moderato tra i tre candidati, potrà da parte sua contare sulle simpatie dei deputati progressisti, e ha il vantaggio dell’età (56 anni), che corrisponde all’età media dei parlamentari che il 9 dicembre eleggeranno il Governo.
Difficile infine immaginare un colpo di scena tipo: fuori Maurer (che al suo partito non è oggi totalmente gradito) e dentro Gobbi e un secondo candidato: nessuno, dicono gli osseervatori di Palazzo, ha voglia oggi di aprire nuove crisi istituzionali: quella di Blocher è bastata.

Marco Bazzi

 

 

 

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