BELLINZONA - "Un balzello illegale a carico dei ticinesi". Continua la battaglia del mondo economico ticinese contro la tassa di collegamente promossa dal Dipartimento del Territorio e dal Consiglio di Stato. Questa mattina le associazioni di categoria interessate (Disti, Assea, AITI e Camera di Commercio) sono state ascoltate in audizione dalla Commissione della Gestione, che analizzando il provvedimento che dovrebbe essere discusso e votato a dicembre dal Gran Consiglio.
I rappresentanti del mondo economico hanno ribadito ai deputati le loro critiche rispetto alla tassa e, nel primo pomeriggio, lo hanno fatto anche attraverso un comunicato stampa. Secondo l'economia, come scritto in entrata, il balzello è illegale viola il principio costituzionale che sancisce che le imposte tutti i cittadini e non solo una cerchia ristretta. Tutta un'altra cosa rispetto a quanto accade a San Gallo e Lucerna dove è previsto un tributo causale, sottolineano le associazioni economiche. Tributo, ribadiscono, che saremmo diposti ad accettare.
La tassa infine, afferma l'economia ticinese, costerebbe a lavoratori e consumatori più di 1'000 franchi all'anno. Ed è tutto da dimostrare il fatto che porterebbe benifici per quanto concerne la diminuzione del traffico.
Per queste ragioni le associazioni economiche ritengono altamente probabile che la misura, così come proposta, naufragherà in tribunale sotto i colpi dei ricorsi. E comunque non potrà essere incassata nel 2016, come previsto dal preventivo, perché si andrà davanti al popolo: se il Gran Consiglio dovesse dare luce verde il referendum è scontato.