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Cronaca
07.02.2016 - 16:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La morte di Violier secondo Carlo Cracco: "Il nostro non è un mestiere facile. E la Guida Michelin la apri col cuore in gola e speri..."

La star della cucina italiana parla della morte del collega suicida. Intanto si infittisce il giallo sulle ragioni che hanno spinto lo chef verso il gesto estremo: sull'ipotesi della mega truffa piovono secche smentite

LOSANNA – Si infittisce il giallo sulla morte di Benoît Violier. Ieri "Bilan" aveva ipotizzando che dietro il suicidio dello chef potesse celarsi una mega truffa sui vini. La rivista aveva ricostruito piuttosto dettagliatamente i fatti (leggi articolo correlato) avvalendosi anche della testimonianza di un altro cuoco raggirato. Ma sulla vicenda piovono secche smentite. L’avvocato del presunto truffatore ha dichiarato a "20 minutes" che Violier non figura tra le persone che sarebbero state raggirate dal suo cliente e di cui sarà chiamato a rispondere davanti alla giustizia. Ancora più significativa la testimonianza del rappresentante dei ricorrenti, Grégoire Rey: "L'articolo della rivista “Bilan” è pieno di incertezze che non coincidono con il fascicolo penale attuale. Io sono contro il truffatore, che dovrà rispondere dei suoi reati, certo, ma quelli verificati». E allora come stanno le cose? Di certo c'è che nella lista dei truffati c'è Fredy Girardet, fondatore del ristorante di Crissier e predecessore di Violier. Possibile che Bilan abbia commesso un errore così grossolano scambiando i due cuochi? Benché non impossibile è difficile da immaginare considerati i numerosi dettagli nell'articolo e i numerosi vagli che certamente il "pezzo" ha dovuto superare prima della pubblicazione, considerata la delicatezza del caso. Di sicuro se ne riparlerà nei prossimi giorni. Intanto della morte di Violier, prima che scoppiasse l'ipotesi truffa, ha parlato anche Carlo Cracco. E sono state parole significative e pesanti quelle che la star della cucina italiana ha rilasciato a Il Giorno. Anche Cracco, come molti altri attori della gastronomia, ha subito pensato che il suicidio del collega fosse collegato all'enorme pressione a cui sono sottoposti gli chef di questo calibro: “Il nostro non è un mestiere facile. Hai a che fare con il pubblico e quindi sei continuamente sottoposto a un giudizio, che può essere negativo o positivo, ma resta comunque un giudizio che bene o male devi affrontare. Non è semplice gestire queste emozioni ma bisogna imparare a farlo”. "La Guida Michelin - ha affermato ancor il giudice di Masterchef - la apri col cuore in gola e speri di non trovare il tuo nome tra i bocciati. Una volta ti osannano, un’altra dicono che non sei capace di far da mangiare, mettendo anche a rischio la tua attività. È un confine molto sottile, ed è facilissimo passare da una parte all’altra. Potete immaginare quale sia lo stress a cui siamo sottoposti”. E c'è di più, sottolinea il cuoco italiano, perché non sempre i giudizi sono espressi in buona fede: "Subire dei giudizi che non hanno niente a che fare con la cucina e la ristoranzione ti fa sentire indifeso. Non c’è modo di rimediare. Capita che ci sia qualcuno che ti critica anche se fai tutto benissimo perché proprio non ti sopporta. E cosa puoi fare? Mandi giù e stai zitto”.
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