NOVAZZANO – Ha 28 anni, si chiama Simone Auletta, vive a Cavallasca, in provincia di Como, è tossicodipendente e ha alle spalle diversi precedenti per rapina. Compresa una condanna inflittagli in Ticino sei anni fa. Nel luglio del 2010 era infatti stato condannato a due anni e mezzo di carcere per una tentata rapina alla Coop di Morbio Inferiore messa a segno l’anno prima.
Il giovane malvivente che sabato sera è stato ferito a una gamba da un proiettile sparato da un agente della Polizia Cantonale, è una sorta di rapinatore seriale. L’ultimo colpo, che gli è costato una pallottola nel femore, l’ha tentato appunto sabato sera, alla stazione di servizio Eni di Novazzano, quando per difendersi dall’intervento della polizia ha preso in ostaggio la commessa.
Nel frattempo gli inquirenti hanno identificato anche il suo complice, un trentenne, pure italiano, la cui cattura dovrebbe essere questione di ore.
In novembre Auletta era stato arrestato in quanto sospettato di una serie di rapine avvenute in autunno in un solarium a Chiasso, in due stazioni di servizio a Novazzano e Ligornetto, e di altri colpi commessi ai danni di benzinai ed esercizi commerciali del Mendrisiotto.
La Squadra Mobile della polizia di Como aveva anche svolto perquisizioni in casa sua, ma senza trovare nulla di particolare per incastrarlo. Il 28enne aveva sempre negato il coinvolgimento in quegli episodi, e prima di Natale era stato prosciolto dalle accuse: le prove a suo carico erano insufficienti e le descrizioni da parte dei testimoni non sempre convergenti.
Ora è finito nella rete e, forse, per qualche anno non sarà più un pericolo sociale. Ma la domanda sorge spontanea: un tipo così, non doveva essere internato in qualche istituto?