LUGANO - Troppe botte, ieri sera, durante gara tre della finale di hockey tra Lugano e Berna. Ne è convinta Giovanna Viscardi che stamane ha esternato su Facebook il suo disappunto per alcuni episodio accaduti durante il match disputato alla Resega.
"Amo l'hockey e lo sport in generale. Soprattutto quando ho l'occasione di seguirlo dal vivo. Lo sport dovrebbe sempre essere d'esempio: una competizione accesa ma rispettosa dell'avversario", premette la presidente del PLR di Lugano.
"Eppure - aggiunge Viscardi - ieri sera tutte queste botte mi hanno delusa e ricordato il lontano 1987... (anche se non in maniera così violenta e prolungata: tuttavia le botte non sono mai scusabili. Mai tra i tifosi e men che meno tra i giocatori). Questa sera abbiamo perso. Ha perso un po' anche lo sport. Vinceremo. È il mio auspicio. Magari ancor di più senza scambi di pugni e bastonate. Forza Lugano!".
E a chi sulla sua bacheca le ha fatto notare che l'operetta va in scena al LAC, l'esponente liberale radicale ha risposto: "Quando un tempo è interrotto ben due volte perché i giocatori si azzuffano e prendono a pugni così a lungo, non è edificante. E se pensi che un ragazzino che vede la partita possa trarne un insegnamento positivo... Beh wow e se voglio i pugni vado a un incontro di boxe..".
Con il suo post Viscardi ha insomma riproposto l'eterno dibattito su quali debbano essere i limiti all'interno di uno sport in cui il fattore della lotta fiscia con l'avversario è un elemento essenziale. Tra chi dice che si tratta di un valore affatto anti-sportivo e chi invece ritiene che talvolta si esagera...