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27.04.2016 - 16:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Quer pasticciaccio brutto der travertino romano... Regazzi re-interroga il Consiglio federale e mostra anche le foto delle prime crepe alla stazione di Bellinzona. E quindi che si fa?

Il consigliere nazionale: "Alla luce dei risultati emersi dal campione non si ritiene di riconsiderare la decisione di scegliere il travertino rispetto al granito ticinese?"

BERNA – Il titolo è questo: “Travertino romano alla stazione FFS di Bellinzona: una scelta che mostra già le prime crepe...”. Ma, parafrasando Gadda, potrebbe anche essere “Quer pasticciaccio brutto der travertino romano”.

Le crepe le ha fotografate lui, il consigliere nazionale Fabio Regazzi, che sulla scelta della pietra italiana da parte delle Ferrovie aveva già presentato un’interrogazione al Consiglio federale.

La questione era ovvia per chiunque abbia un po’ di sale in zucca: con tutto il granito che c’è in Ticino, per la nuova stazione della Capitale bisognava proprio andare a prendere il travertino romano?  Magari lo era un po’ meno per i funzionari bernesi, che ultimamente ci hanno abituati a fantastiche performance (vedi appalti per i catering per i festeggiamenti di Alptransit). 

“La decisione di impiegare il Travertino romano, una pietra estera, ha suscitato vive incomprensioni e proteste in Ticino, dove il settore del granito sta attraversando una grave crisi a causa della concorrenza estera (recentemente sono fra l'altro stati annunciati decine di licenziamenti) – ricorda Regazzi -. In una precedente interpellanza, oltre a spiegare quanto fosse inopportuna dal profilo simbolico e a mettere in dubbio la qualità del materiale, avevo attirato l'attenzione del Consiglio federale riguardo l'esistenza di valide alternative nel granito del Ticino, estratto a pochi chilometri da Bellinzona”.

Il problema è che ora, scrive il consigliere nazionale, “un sopralluogo in stazione ha purtroppo permesso di evidenziare delle crepe sul campione di travertino posato da qualche settimana e di rafforzare i dubbi riguardo l'adeguatezza del materiale prescelto”.

“Dopo alcune settimane di prova su un campione posato nel sottopassaggio di accesso alla stazione – prosegue -, sono già emerse le prime crepe e segni di rapido degrado.  Il manifestarsi e la presenza di crepe e di fessure non deve essere mai sottovalutata: normalmente è sintomatica di una insufficiente solidità del materiale o di una sua inadeguatezza”.

Seguono le domande al Consiglio federale:

1. Che indicazioni si possono trarre dalle prime crepe visibili sul campione di travertino romano posato alla stazione di Bellinzona?
2. In caso di inaffidabilità del materiale, che potrebbe costringere le FFS a doverlo riparare e/o sostituire dopo breve tempo, chi si assumerà i costi delle lastre crepate visto che il materiale verrà fornito da un'azienda italiana?
3. Alla luce dei risultati emersi dal campione, non si ritiene di riconsiderare la decisione di scegliere il travertino romano rispetto al materiale indigeno più affidabile?
5. Corrisponde al vero che i responsabili degli spazi all'interno della Stazione stiano valutando l'utilizzo di altro materiale a causa dei problemi causati dal travertino?

 

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