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Politica e Potere
28.04.2016 - 07:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Segnalazione radar mobili, la polemica non si placa. Celio: "Istigazione a delinquere. Ecco da dove nasce questo colpo di testa del Gran Consiglio"

I contrari alla decisione presa dal Parlamento continuano a far sentire la loro voce e il loro sdegno: "Qualora dovesse effettivamente tradursi in legge, l'unica possibilità di correggere questa scriteriata decisione sarà il referendum"

BELLINZONA - Prosegue senza sosta la polemica nata dalla decisione del Gran Consiglio di invitare il Governo a segnalare tutti i radar mobili. I contrari all'indirizzo voluto dalla maggioranza del Parlamento continuano a far sentire la loro voce e il loro sdegno. Oggi è la volta del deputato PLR Franco Celio che, dalle colonne della regione, bolla la scelta del Gran Consiglio come "una delle più infelici che abbia mai preso". "Segnalare dove sono ubicati i radar - aggiunge - significa infatti far sapere dove non ci sono, e dunque incoraggiare qualunque irresponsabile a pigiare sul gas a piacimento, infischiandosi di qualunque limite di velocità. E questa, se non è istigazione a delinquere, poco ci manca!". Celio si lancia poi in una breve analisi della storia recente del Cantone per andare alle radice di "questo colpo di testa". Secondo il deputato tutto nasce dalla "campagna elettorale dell’anno scorso. Allora parecchi pensavano che per contrastare la Lega la miglior cosa da fare fosse di accusare i suoi rappresentanti di non più seguire “le direttive del Nano” (che contro i radar aveva notoriamente scatenato le sue truppe). E poiché, qualche tempo prima, alcuni controlli avevano suscitato un certo malumore, il Ppd pensò bene di cavalcarlo, nella palese speranza di “recuperare” parte degli elettori passati alla Lega, ciò che appariva tanto più facile dal momento che la Polizia sottostava al Dipartimento diretto dal consigliere di Stato leghista Norman Gobbi" "Orbene - chiosa Celio sul quotidiano bellinzonese - dal momento che la mozione è stata inoltrata, dati i rapporti di forza esistenti in Gran Consiglio e nella Commissione della gestione, il risultato non poteva che essere.. quello che è stato. Il Ppd, avendola proposta, non poteva ovviamente tirarsi indietro. Tanto meno poteva opporvisi la Lega, che altrimenti sarebbe stata nuovamente accusata di rinnegare... “il lascito ideale del Nano”. Altrettanto impensabile era che, ad una proposta motivata tra l’altro dalla volontà di ridurre le entrate dello Stato, potesse opporsi la Destra. L’unica possibilità di correggere questa scriteriata decisione, qualora dovesse effettivamente tradursi in legge, è quella di un referendum per lasciare la decisione al popolo (che potrebbe anche essere meno favorevole di certi suoi “rappresentanti” a vituperare la Polizia e a disprezzare le regole!)".
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