DerbyFollia
26.09.2013 - 06:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Agenti picchati al derby, Sussigan: "Speriamo che il tempo delle aliquote sia finito"

Il presidente della Federazione Polizia: "Sono aggressioni contro lo Stato. Solidarietà ai colleghi". Il ministro Gobbi: "Se le cose peggioreranno la Polizia fatturerà gli interventi ai Club"

LUGANO – “Penso che di fronte a questi avvenimenti dobbiamo fare una profonda riflessione e capire anche fino a che punto siamo disposti a sacrificare alcuni diritti alla privacy individuale rispetto al diritto alla sicurezza di tutti, cittadini, tifosi e agenti di polizia”.

Il comandante della Comunale, Roberto Torrente, ritiene che per contrastare il fenomeno dell’hooliganismo negli stadi si debbano introdurre misure più severe di controllo sull’identità di chi vi accede. Un discorso generale, costantemente attuale, e che va oltre i gravi episodi accaduti ieri sera fuori dalla Resega in occasione del derby Lugano-Ambrì.

Aggiunge Torrente: “Stiamo assistendo secondo me anche a un cambio generazionale nelle tifoserie: lo zoccolo duro degli ultrà sta lasciando il passo a una nuova generazione ancora più incline alla violenza”.

Il commissario capo Michele Sussigan, presidente della sezione ticinese della Federazione dei funzionari di Polizia, dice: “Queste aggressioni contro agenti da parte di alcuni giovani, hanno riconfermano la problematica della violenza contro la Polizia che si trasforma in violenza contro lo Stato. Vi sono molti casi singoli, ma in particolare quelli legati ad eventi sportivi e manifestazioni, rilevano la recidiva di alcune persone, che per loro natura non riescono a beneficiare degli spettacoli sportivi senza sbronzarsi e attaccare briga. Questi elementi che manifestano grande attaccamento a questa o quella “maglia” creano solo danni collaterali alle rispettive società”.
E aggiunge: “La nostra Federazione ha lanciato una campagna a livello nazionale “STOP alla violenza contro la Polizia” per influenzare alcune modifiche del Codice penale svizzero che permettano di sanzionare in modo efficace questo tipo di atteggiamenti. Speriamo veramente che il tempo delle aliquote sospese sia giunto al capolinea. Manifestiamo anche grande vicinanza ai colleghi coinvolti in questi atti perché spesso è solo per pura fortuna che le conseguenze non siano molto più gravi e devastanti”.    

Anche il direttore del Dipartimento Polizia, Norman Gobbi, è convinto che così non si possa andare avanti. Nonostante i passi avanti compiuti nella lotta al tifo violento.
“Ovviamente le nuove misure introdotte col concordato intercantonale sono più severe e permettono di tenere distanti e fuori dagli stadi i tifosi violenti. – dice -. Ma gli avvenimenti di ieri sera sono di una gravità tale che va ben oltre le misure amministrative. La stagione è appena iniziata ed è iniziata malissimo. Se prevenzione e informazione non sono sufficienti non resta che la repressione”.
 
Sicuramente una misura efficace, aggiunge Gobbi, introdotta tra l’altro in Gran Bretagna, è quella di obbligare i tifosi violenti a presentarsi in polizia in occasione delle partite. “Il rischio è poi che i picchiatori si trovino in altri luoghi per scontrarsi, ma almeno i tifosi possono recarsi allo stadio in sicurezza, senza temere di trovarsi coinvolti in tafferugli e risse. Altra misura efficace in questo senso è la facoltà per la polizia, a determinate condizioni, di sottoporre i tifosi violenti a un fermo preventivo, così da impedire loro per massimo 24 ore di commettere atti violenti”.

Gobbi non drammatizza e rileva: “Il fenomeno è limitato a pochissime persone, spesso molto giovani, che danno sfogo a disagi e malesseri in maniera violenta, ma la cosa ci preoccupa. Per il prossimo derby valuteranno Polizia e società sportive le misure da prendere. Bisogna dire che all’interno degli stadi oggi la sicurezza funziona abbastanza bene, grazie agli sforzi intrapresi dalle società. Il problema rimane nel dopo partita. I Club si sono resi conto che queste persone danneggiano direttamente loro, oltre che l’immagine dello sport, e sanno che se le cose dovessero peggiorare, la polizia finirà col fatturare gli interventi e le società saranno chiamate alla cassa”.

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