ULTIME NOTIZIE Medici in prima Linea
Medici in prima Linea
05.11.2013 - 13:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Che cosa ho, dottore?": il diritto di sapere, il dovere di comunicare

Colloquio con il presidente dell'Ordine dei Medici Franco Denti sulla comunicazione tra medico e paziente. La Legge la impone e la regola ma i tariffari medici e sanitari non riconoscono questo elemento centrale del sistema svizzero

LUGANO - Mettere in comune, far partecipe. È la bellissima etimologia latina della parola comunicare. Una parola che è una delle architravi su cui si regge e si articola la vita di ogni essere vivente e non solo. Comunicano gli essere umani, gli animali, le piante, i fiori. Comunica la materia attraverso le sue particelle. Ma comunicano tra loro anche i motori, i computer, le macchine. Mettere in comune, far partecipe. Mentre se comunicare diventa comunicazione, al concetto espresso, vanno aggiunti quelli di legare, mettere insieme, costruire. La comunicazione può essere un piacere o un dispiacere, a volte un dovere, sempre un diritto. Anche se non tutti nel Mondo, anzi molti, ne possono godere. Alla comunicazione sono strettamente legate la libertà di espressione e le libertà individuali. Nella pubblicità se ne può trovare una sublimazione o una perversione. Nella medicina è condizione sine qua non nel rapporto tra medico e paziente. Lo è nella semplicità più banale e nella complessità più scientifica. Pensateci, partendo dalle domande del quotidiano che tutti ci siamo ritrovati a fare: che cosa ho, dottore? Che cura devo seguire? Quanto ci metterò a guarire? Possono essere domande di gioia: quando nascerà mio figlio? Dubbiose: ma è sicuro che queste pastiglie vadano bene? O di sconfinata drammaticità: sopravvivrò, sopravvivrà? In ogni caso la risposta, la più esaustiva possibile, è dovuta. Lo dice la legge: il paziente ha il diritto di conoscere “la diagnosi, il piano di cura, i possibili rischi, nonché eventuali trattamenti alternativi scientificamente riconosciuti”. "Nessun trattamento sanitario è lecito se non è subordinato a un effettivo consenso del paziente - spiega il presidente dell'Ordine dei Medici Franco Denti - il quale può e deve pronunciarsi soltanto dopo essere stato messo al corrente, da parte del medico e del personale sanitario, di ogni sorta di informazione utile per una corretta comprensione di tutti gli elementi del suo caso. Il medico in questo contesto è colui che accompagna e consiglia senza giudicare o imporre". Mettere insieme, far partecipe, legare e costruire. "Una corretta e completa informazione - aggiunge Denti - è diventata la base e il presupposto di ogni intervento e prestazione sanitaria. E qui mi riferisco alla capacità di costruire un passaggio di informazioni che va dalla diagnosi, allo sviluppo di un piano di cure e di un accompagnamento che si fonda, non solo su elementi obiettivi (ad esempio il risultato di un’analisi radiologica), ma anche - e spesso soprattutto - su dati che si possono ottenere da un’approfondita conoscenza della storia del paziente: che considerano in particolare il vissuto della persona, i suoi sentimenti e le sue emozioni". Anche se a leggerle così possono apparire considerazioni ovvie, semplice buon senso, si tratta di faticose conquiste sociali. Come è faticoso e complesso comunicare: "Certo - esclama Denti - comunicare non è semplice! Presuppone una grande disponibilità - di tempo e di ascolto - da parte del personale sanitario, così come grande sensibilità e capacità analitiche ed espressive. Tuttavia occorre intraprendere ogni sforzo e misura a nostra disposizione, affinché il personale sanitario, soprattutto quello impiegato negli ospedali, a contatto con persone ricoverate e quindi in una situazione di maggiore dipendenza, stress e vulnerabilità, riesca a far fronte al proprio dovere etico e professionale di comunicazione verso il paziente e, sempre che non vi siano ostacoli connessi al segreto medico, verso i famigliari dello stesso". Comunicare non è solo un fatto naturale. È anche un lavoro, che non si può improvvisare. Occorre tempo, preparazione, formazione, esperienza. È una professione per i giornalisti, per gli insegnanti, per chi si occupa di arte e cultura. Solo per fare alcuni esempi. Comunicare è un lavoro anche per i medici: "Purtroppo però - puntualizza il presidente dell'Ordine dei Medici - sia il tariffario dei medici sia le tariffe ospedaliere, nonché l’organizzazione ospedaliera attuale non riconoscono questa importante componente della presa a carico di un paziente. Occorre un cambio di rotta, un cambiamento che rimetta al centro del processo di cura il cittadino-paziente, onde evitare che la cura medica venga ridotta a una prestazione fine a se stessa come accade già in molti Paesi vicini. È proprio questo tipo di presa a carico del paziente che ha sempre distinto il nostro bel Cantone ed era il valore aggiunto della sanità Ticinese". Saper comunicare e saperlo fare correttamente è dunque un valore fondamentale che dona lustro a un sistema sanitario e benefici concreti per i pazienti che possono meglio esercitare il proprio libero arbitrio in scienza e coscienza: "Se invece il rapporto medico-paziente, paziente-ospedale - conclude Franco Denti - si riduce a una prestazione fine a sé stessa (ad esempio il medico che prescrive una cura senza spiegare il perché di questa scelta terapeutica, il paziente non la seguirà e, avremo sempre più pazienti insoddisfatti che vagano alla ricerca di risposte e che continueranno a richiedere maggiori prestazioni, con il conseguente aumento dei costi della salute. In quest’ottica di cambiamento deve tornare centrale e determinante la figura del medico di famiglia il quale, grazie alla sua prossimità con le persone, e alla maggiore immediatezza nei rapporti che ne derivano si trova in una posizione privilegiata all’ascolto. Maggiore considerazione deve anche venir riconosciuta a tutto il personale paramedico attivo in ospedali e in istituti, che deve ritornare ad avere più tempo per comunicare con il paziente. È frustrante per il Presidente OMCT vedere sempre più infermieri e medici dietro a un PC e non trovarne uno che sta parlando con un paziente o un famigliare. In ospedale e/o clinica che dir si voglia possono passare delle ore senza che nessuno dia uno sguardo o un saluto ai pazienti". Pensateci: mettere insieme, far partecipe, legare e costruire. Comunicare per scegliere, insomma.
Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
medico
medici
paziente
mettere
comunicazione
cura
essere
denti
personale
diritto
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved