Arlind
10.04.2014 - 09:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il caso Arlind e il 9 febbraio: bufera sulle parole di Gobbi

Il ministro delle istituzioni ha motivato la decisione sul giovane kossovaro anche con il rispetto della volontà popolare espressa con la votazione UDC. Carobbio all'attacco. Savoia: "Palle! Per Arlind la legge si applica, per il Fox Town si interpreta"

BELLINZONA - Polemica nella polemica sul caso Arlind. Mentre una parte del Mondo politico, sinistra e sindacati, protesta contro la decisione del Consiglio di Stato, presa a maggioranza con il solo voto contrario di Manuele Bertoli, di non opporsi all'espulsione dalla Svizzera del giovane kossovaro, stanno suscitando aspre critiche le parole di Norman Gobbi sulla vicenda.

Il post di Norman Gobbi

Il ministro si è espresso con un post su Facebook (leggi articolo correlato). In particolare, a far scaldare gli animi, è una frase dell'intervento di Gobbi. Questa: "Senza negare l'importanza degli aspetti umani in simili vicende, è tuttavia necessario rispettare la volontà del legislatore e quindi del popolo svizzero, che ha espresso un chiaro segnale anche lo scorso 9 febbraio".  

Carobbio: "Il segnale è separare un minorenne dalla sua famiglia e dai suoi affetti?"

La Consigliera Nazionale Marina Carobbio, impegnata in prima linea sul caso Arlind, replica sempre sul social network: "E’ questo il segnale? Quello di separare un minorenne dalla sua famiglia e dai suoi affetti?". Carobbio poi attacca duramente il Governo: "La maggioranza del Consiglio di Stato - scrive - ha deciso che il giovane Arlind deve lasciare la Svizzera: dopo 4 anni che vive nel nostro paese con sua mamma, dopo una situazione difficile che gli aveva permesso di poter tornare a stare con lei, deve tornarsene solo e a soli 17 anni in Kosovo. C’è veramente qualcosa di assurdo in questa decisione, che avrebbe potuto e dovuto essere presa altrimenti, dando pure ad Arlind la possibilità di stare qui.  Ma nonostante questa decisone dobbiamo farci sentire e dire che non siamo d’accordo, che non ci stiamo con una politica che addirittura vuole impedire il ricongiungimento familiare, anche nel caso di un minorenne".  

Savoia: "Ma per il FoxTown la legge si interpreta, vero?"

Durissimo anche il post pubblicato da Sergio Savoia: "Gobbi - scrive il coordinatore dei Verdi - giustifica con il voto del 9 febbraio l'espulsione di Arlind. Palle! Il 9 febbraio non abbiamo votato se espellere un ragazzo che non ha fatto nulla di male. Gobbi si assuma la responsabilità delle sue decisioni. In merito al resto del Consiglio di Stato, escluso Bertoli unico coerente, Beltrosauro e Donna Laura avevano votato NO il 9 febbraio. E votano sì all'espulsione di un ragazzo. Deboli coi forti, forti coi deboli. Il popolo ticinese è capace di umanità. Più di quanto si possa dire per il nostro arrogante e debole governo... Aggiungo: la legge si applica con fermezza per un ragazzo senza amici altolocati; per il FoxTown di Tarchini invece si interpreta, vero? Infine: vorrei vedere il medesimo machismo del governo nel difendere i ticinesi (Beltra: con le casse malati non fai tanto il duro vero?)".

Boneff: "Forte con i deboli e debole con i forti"

Anche il deputato PPD Armando Boneff interviene sulla vicenda: "Forte con i deboli e debole con i forti, così si dimostra ancora una volta il nostro Governo cantonale, che fa il paio con quello federale. Se la separazione forzata di un ragazzo minorenne da sua madre appaga la frustrazione di certa popolazione ticinese, significa che la povertà si è già trasformata in miseria. Gente così non l'assumerei mai a lavorare nella mia azienda, perché avrei paura di avere a che fare con persone rabbiose e senza cuore. Certi politici ben interpretano l'atteggiamento di certo "popolo" che pensa solo ai propri interessi particolari infischiandosene del benessere comune, e della giustizia sociale. Tutti sono maestri ad accusare gli altri ma nessuno vuol prendersi la propria parte di responsabilità".

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