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28.04.2014 - 12:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Cure mediche di base, un testo che piace trasversalmente. Denti: “Dobbiamo garantire il futuro della medicina di prossimità”

Folta presenza politica, in rappresentanza del comitato a favore del sì, questa mattina presso la sede dell’Ordine dei medici a Mezzovico. “Trattiamo il 70% dei problemi spendendo il 4% del budget” ha sottolineato il presidente dell’Ordine

MEZZOVICO – Una votazione, tra quelle in agenda il prossimo 18 maggio, che forse non scalda e non scalderà il dibattito come altri temi in consultazione, ma che, come sottolineato a più riprese dai presenti, è di fondamentale importanza visto che tocca direttamente la salute dei cittadini e le cure loro offerte. 

Presenti come detto molti politici, tutti schierati nel comitato ticinese “Sì alle Cure Mediche di Base”, tra cui il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, le granconsigliere Michela Delcò Petralli e Maristella Polli e ovviamente il deputato Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici e da sempre schierato in prima linea nelle battaglie a favore della medicina di base. Presenti anche diversi rappresentanti di associazioni di categoria e non, come i farmacisti, l’Acsi e i medici assistenti. 

Il nuovo articolo costituzionale è infatti sostenuto trasversalmente da un ampio fronte, da destra a sinistra, dai medici ai consumatori, dagli psicologi agli ergoterapisti, dai dentisti agli assistenti sociali. Insomma un po’ da tutti gli attori del territorio. 

Il primo a prendere la parola è stato proprio il presidente Denti che, dopo una breve cronistoria degli sviluppi che hanno portato all’elaborazione del progetto, nella quale Denti ha tenuto anche a ringraziare il consigliere federale Alain Berset, in quanto “a differenza degli altri consiglieri federali, senza la sua sensibilità e impegno al tema probabilmente non avremmo neanche il controprogetto diretto”, ha ripreso brevemente i punti cardine del testo in votazione. 

Il testo in votazione

“In Ticino – ha spiegato Denti – attualmente c’è un medico di famiglia o un pediatra ogni 1'500 abitanti, l’ideale sarebbe averne 1 ogni 1'000, e purtroppo questa situazione tenderà al peggioramento, visto il numero di medici di famiglia prossimi al pensionamento e il naturale invecchiamento della popolazione. Fra 20 anni infatti 100mila ticinesi avranno più di 65 anni e l’8% avrà più di 85 anni. Calcolando che 9 ticinesi su 10 ricorrono al medico di famiglia, oggi 320 medici effettuano più di un milione di visite all’anno e fra 20 anni ne dovranno eseguire 1,3 milioni. Senza dunque un intervento lungimirante che assicuri anche in futuro il diritto a tutti i cittadini, periferie comprese, il ricorso alla medicina di famiglia la situazione rischia di precipitare in fretta.”

Denti ha anche sottolineato l’importanza della medicina di base, spiegando che si occupa di trattare il 70% dei casi “costando” solo il 4% sul totale della spesa sanitaria, e in particolare si occupa di assicurare i fondamentali servizi d’emergenza attraverso i picchetti e le visite a domicilio, che vanno potenziati. 

Ma cosa prevede in concreto il nuovo articolo costituzionale? Il testo in votazione sancirebbe nella Costituzione il diritto alle cure mediche di base per tutti, attribuendo a Confederazione e Cantoni il compito e l’obbligo di garantirla. Inoltre indicherebbe nuove prospettive di sviluppo interprofessionale e, non da ultimo, promuoverebbe e affinerebbe la formazione di nuovi giovani medici di famiglia, formazione oggi sempre meno frequentata. 

Un altro aspetto che il testo prevede è l’impossibilità di elaborare progetti di legge che impediscano o limitino l’accesso alle cure di base o che ugualmente ne limitino la qualità,; ergo: tagli e risparmi. Secondo i promotori la riforma inoltre dovrebbe anche frenare l’aumento dei costi a medio termine, assicurando la presa a carico ambulatoriale e la collaborazione interprofessionale. Non da ultimo con il progetto in votazione si vogliono anche migliorare le remunerazioni dei medici di famiglia per rendere più attrattiva la professione, un’operazione però a costo zero, in quanto i 200 milioni necessari verrebbero recuperati all’interno della spesa Tarmed, riducendo alcune prestazioni tecnologiche (analisi, ecografie, radiografie). 

Hanno poi preso la parola i membri del Comitato cantonale in rapida successione, vi riportiamo brevemente quanto espresso a sostegno del progetto in votazione il prossimo 18 maggio. 

Prof. Mario Bianchetti (servizio pediatria EOC Bellinzona/Mendrisio)
“Io non sono un medico di base, anzi sono agli “antipodi” occupandomi di malattie rare, ma anche per quello che faccio io è fondamentale l’apporto di una medicina di base di qualità. Ho lavorato in Francia e in Italia, dove la medicina di famiglia è molto più debole e di riflesso gli ospedali vengono caricati di compiti assurdi e numerosissimi, peggiorando notevolmente la qualità complessiva. Se non interveniamo ora anche da noi la tendenza ci spingerà verso una situazione simile in futuro.”

Lorenzo Quadri 
“Non sarà la votazione che genera la maggiore ‘audience’, ma si tratta di una priorità fondamentale qual è la salute dei cittadini. Ora abbiamo un buon sistema, ma visti i presupposti di pensionamenti e invecchiamento della popolazione, se non trovarci a poter e dover unicamente importare dall’estero medici a tappeto, dobbiamo intervenire ora per continuare a garantire la qualità delle cure, anche rendendo attrattiva la professione.”

Michela Delcò Petralli
“L’invecchiamento e l’allungamento di vita nella popolazione sono dei fenomeni mondiali dai quali non possiamo prescindere, tutta la società deve adattarsi a questi fenomeni e ancora di più la medicina. Dobbiamo salvaguardare il nostro sistema e stabilire il diritto di tutti ad accedere alle cure di base, principio irrinunciabile di uno stato sociale degno di questo nome.” L’esponente dei Verdi non si è lasciata sfuggire l’occasione anche per una battuta ‘d’attualità politica’: “La vera sicurezza della quale dobbiamo occuparci è quella ambientale e sanitaria, non certo quella degli aerei da guerra”. 

Maristella Polli
“Da politica individuo due punti essenziali e lancio un appello altrettanto politico: la diminuzione del numero dei medici di famiglia è un dato di fatto, in particolare nelle regioni periferiche. Secondariamente il progetto andrà a favore di tutta la sanità di base, compresi tutti gli attori che ci lavorano, non solo i medici. Dunque un sì convinto al testo in votazione.”
 
Laura Regazzoni Meli (segretaria generale Acsi)
“Come associazione rappresentiamo anche i pazienti, in qualità di consumatori di prestazioni, e abbiamo sempre un occhio di riguardo sui costi: la riforma non ne porta di aggiuntivi e questo è un bene, mentre il costo della medicina di base come già detto è più che sostenibile e offre un’ottima qualità.”

Hanno infine preso la parola anche i rappresentanti dell’Ordine dei farmacisti e dell’Associazione dei medici assistenti e capoclinica, ribadendo il sostegno al testo in votazione che, in particolare per i farmacisti, permetterebbe di migliorare i rapporti tra medici e farmacisti, che se in Ticino sono complessivamente buoni, nel resto della Svizzera non sempre si può dire lo stesso. 

dielle 

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