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15.05.2014 - 14:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Denti a Beltraminelli: "Onorevole: non si tratta di opposizione ma di concretezza!"

Il presidente dell'Ordine dei medici ci scrive e ribatte al ministro sul tema dei sussidi: "Limitarsi a tacciare il modello indicato dall’Ordine dei Medici come “più iniquo di quello attuale” denota una buona dose di genericità di analisi"

di Franco Denti*

in un recente intervista a Liberatv il Ministro della sanità on. Paolo Beltraminelli ha espresso perplessità sulla proposta dell’Ordine dei Medici del Cantone Ticino di riferirsi al reddito imponibile federale per definire gli  assicurati che hanno diritto a un sussidio di cassa malati, ma anche come riferimento di forza economica per stabilire gli importi di sussidio.

E lo ha fatto in questi termini: “La proposta (...) presenta un problema non da poco, usa criteri fiscali e non sociali proprio come il vecchio modello che abbiamo appena cambiato.” (...) “Il concetto fiscale per l'attribuzione dei sussidi è più iniquo di quello attuale”.

Quanto sopra merita alcune considerazioni scientifiche di politica sociale.

In linea di principio, è vero, che il criterio fiscale non rappresenta il riferimento adatto per applicare provvedimenti di politica sociale in generale e ridistributivi in particolare. Per misurare la situazione economica effettiva del cittadino, e quindi per determinare il fabbisogno reale del momento, e di conseguenza calibrare l’importo di sussidio, occorrerebbe radiografare la situazione finanziaria del momento. Ora se questo è possibile quando l’universo di riferimento è ridotto, diventa più problematico quando tocca un terzo della popolazione (attualmente il 38% della popolazione riceve un sussidio). In pratica occorrerebbero più di una quarantina di nuovi funzionari  preposti a radiografare la situazione economica dei richiedenti il sussidio LAMal, impiegati che lavorerebbero  prevalentemente per una sola parte dell’anno. Ma non è finita qui. I richiedenti stessi dovrebbero recarsi presso i presidi definiti nella regione e consegnare la documentazione appropriata (che non sempre corrisponde a quanto effettivamente richiesto). La prospettiva della radiografia dell’istante, interessantissima sotto il profilo dell’equità sociale, deve quindi essere abbandonata per evidenti ragioni di contenimento dei costi amministrativi che ne deriverebbero! Da qui la ricerca di un’alternativa valida, equa e sostenibile anche in un’ottica sociale.

L’attuale modello di erogazione dei sussidi LAMal fa capo a un metodo la cui impostazione è decisamente opinabile, e si fonda sui dati presi dal fisco e vecchi in ogni caso di tre anni (quindi sotto questo profilo non è migliore rispetto ad un puro riferimento al criterio fiscale). Trasforma poi questi dati grezzi in incidenza sull’economia domestica (un’entrata di X franchi ha un peso economico e sociale diverso a dipendenza che si riferisca a una persona sola oppure a un nucleo familiare con più figli); ma anche qui a partire da criteri molto opinabili. Il sistema attuale è un sistema di comodo, con punti, come detto, altamente discutibili. E in più con una grande pecca:  l’assoluta opacità dei meccanismi che permettono di ottenere il  sussidio. In altri termini una persona che non è pratica con il computer (ossia la maggioranza della popolazione beneficiaria dei sussidi) non è assolutamente in grado di valutare preventivamente in modo autonomo se sarà o meno beneficiaria del sussidio. Un modello così impostato è quindi ben lontano dall’equità assoluta.

L’alternativa del sistema fiscale non è poi, dunque, così deleteria come si vorrebbe far credere. È vero che l’imponibile cantonale soffre di “incongruenze” per un riferimento sociale in ragione delle deduzioni fiscali ammesse, per certi versi anche generose (ma il modello precedente di sussidiamento aveva posto correttivi interessanti al riguardo).  Questi effetti secondari sarebbero di certo ridotti se il riferimento fosse l’imponibile federale, uguale in tutta la Svizzera e non connotato da così importanti deduzioni. Si tratta inoltre di un sistema consolidato, che traduce immediatamente le entrate effettive in forza economica che deriva del numero più o meno grande di componenti del nucleo famigliare. Nucleo di riferimento che, anche per i sussidi LAMal, può rimanere  quello definito attraverso i criteri fiscali, con importi di riduzione dei premi determinati ad personam, così come ad personam è il premio LAMal che tocca ogni cittadino.

Il modello attuale ricrea artificialmente nuclei di riferimento che non sempre trovano poi rispondenza nella realtà.

Limitarsi a tacciare il modello indicato dall’Ordine dei Medici come “più iniquo di quello attuale” solo perché fa riferimento al solido, e consolidato, criterio fiscale federale denota una buona dose di genericità di analisi, nonché un’evidente sopravvalutazione del criterio attuale.

Come spesso accade, il meglio è nemico del buono. E così è anche per il modello dei sussidi. Inutile cercare un “ottimo” irraggiungibile, quando esiste un “buono” a portata di mano. E questo buono si fonda su tre componenti: il reddito fiscale federale di facile riferimento e di immediata lettura per tutti (e per i tassati alla fonte non sarà difficile creare delle simulazioni), dei limiti fissi per il beneficio del sussidio (massimo 30% della popolazione come indicato a livello federale) e importi chiaramente stabiliti per ogni singolo assicurato. Così il sistema di sussidiamento LAMal ridiventa trasparente; e ciò a tutto vantaggio non solo della comprensione immediata da parte dell’assicurato, ma anche per un fattore di identificazione popolare, che di certo, con i tempi che corrono, non guasta nemmeno dal punto di vista  del rafforzamento del senso stesso dello Stato.

*presidente dell'Ordine dei medici  

 

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