Appaltopoli
24.03.2015 - 15:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Locarno, il Municipio chiude il fronte penale del caso mandati e lancia una stoccata a Giuseppe Cotti

Considerato l’esito di questa vicenda il Municipio deve censurare il comportamento di chi, con segnalazioni gratuite, ha contribuito ad alimentare la cultura del sospetto nei confronti dell’Amministrazione

LOCARNO - Il Municipio di Locarno ha diramato un comunicato stampa sulla conclusione, sul piano penale, del caso “mandati” che nell’ultimo anno e mezzo ha scatenato in città una bufera politica. Nel finale, una stoccata al municipale Giuseppe Cotti, che per primo ha denunciato il caso pubblicamente, facendo in seguito anche una segnalazione al Ministero pubblico su una presunta modifica di un documento municipale.

Ecco il comunicato integrale.

Si è concluso con l’emissione di un decreto di non luogo a procedere, firmato negli scorsi giorni dal Procuratore generale John Noseda, il procedimento penale aperto dal Ministero pubblico nel novembre del 2013, a carico di ignoti, per il presunto reato di falso in documenti. L’inchiesta era connessa all’ambito dei mandati e delle commesse pubbliche.

Come noto, gli accertamenti effettuati dalla Magistratura a seguito del blitz del 13 novembre 2013 negli uffici dell’Amministrazione comunale cittadina avevano subito permesso di escludere qualsiasi rilevanza di tipo penale in materia di commesse e mandati pubblici. Tuttavia,  alcuni giorni dopo (il 28 novembre 2013), agli inquirenti veniva fatta una segnalazione – da parte del municipale Giuseppe Cotti, su indicazione dell’ex-municipale Diego Erba – secondo cui il verbale della seduta del Municipio del 14 febbraio 2012 conteneva una risoluzione su un tema, sempre legato alle commesse pubbliche, che non sarebbe invece stato trattato durante quella seduta municipale.

È così stato avviato un procedimento penale contro ignoti per il presunto reato in falsità in documenti. L’inchiesta ha comportato una serie di interrogatori e verifiche incrociate che hanno coinvolto ex-municipali, municipali in carica, funzionari e dipendenti, nonché i servizi informatici. 

Tutte queste verifiche hanno permesso di appurare che la trattanda in questione era stata inserita in data 8 febbraio (ovvero prima della seduta municipale), che il testo della risoluzione era pure stato preparato prima della seduta (il 13 febbraio) e che, dopo la chiusura informatica del verbale (15 febbraio), non sono intervenute modifiche sulla trattanda. Il verbale era poi stato spedito ai municipali, sempre senza alcuna modifica, il giorno dopo la seduta.

Gli accertamenti hanno pure permesso di verificare che il 15 febbraio, ricevuta la risoluzione municipale in questione,  il funzionario incaricato dell’incarto (il direttore dell’Ufficio tecnico comunale André Engelhardt) aveva chiesto un chiarimento all’allora capo dicastero Edilizia pubblica e pianificazione Michele Bardelli. Quest’ultimo, con mail del giorno seguente, aveva fornito le informazioni  richieste, attestando nel contempo l’avvenuta trattazione della tematica nei termini menzionati nel testo della trattanda inserita nel verbale. 

La Magistratura, come detto, sulla base di tutte queste puntuali verifiche ha ora emesso il decreto di non luogo a procedere, confermando quindi la piena e completa veridicità del verbale della seduta municipale del 14 febbraio 2012.

Considerato l’esito di questa vicenda il Municipio deve censurare il comportamento di chi, con segnalazioni gratuite, ha contribuito ad alimentare la cultura del sospetto nei confronti dell’Amministrazione comunale e del suo operato. 

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