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10.06.2015 - 14:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

CREDIT SUISSE - Franco forte, affitti, frontalieri, piazza finanziaria: il Ticino sotto la lente. E tra nord e sud del Cantone grandi differenze economiche

Interessantissima fotografia dell'istituto di credito che affronta le principali sfide del nostro Cantone, vero e proprio laboratorio della politica economica svizzera. Secondo la ricerca bisogna diversificare puntando sull'alta tecnologia e sui servizi

LUGANO - La forza del franco, il dibattito internazionale in materia fiscale e un crescente flusso di frontalieri mettono a dura prova l'economia ticinese. L'eterogenea struttura settoriale e, in particolare, l'orientamento dell'economia all'high-tech e ai servizi di sostegno alle imprese aiutano il Ticino a superare queste sfide. Tra le varie regioni economiche ticinesi sussistono tuttavia notevoli differenze: la crescita si concentra sui centri urbani nel sud del Cantone, mentre la parte settentrionale ha un posizionamento nettamente più debole. Il nuovo studio regionale degli economisti di Credit Suisse, presentato questa mattina all'hotel Eden di Lugano, prende in esame la congiuntura, la qualità della localizzazione, l'economia, il tema dell'abitare e le finanze pubbliche del Canton Ticino.

Non sono solo la posizione geografica e la lingua a determinare la singolarità del Canton Ticino. Secondo gli economisti di Credit Suisse il Cantone funge attualmente da laboratorio della politica economica svizzera: il numero crescente di frontalieri italiani suscita ad esempio interrogativi in relazione all'attuazione dell'«Iniziativa contro l'immigrazione di massa». La regolarizzazione dei patrimoni non dichiarati sulla piazza finanziaria ticinese ha reso necessario un intervento repentino in tema fiscale. A causa della grande rilevanza del turismo, l'iniziativa sulle abitazioni secondarie avrà probabilmente un forte impatto sul Cantone.  L'economia ticinese, caratterizzata da un orientamento alle esportazioni superiore alla media, mostra sensibilità nei confronti del franco forte, e la riforma III dell’imposizione delle imprese (RI imprese III) richiederà probabilmente un'inversione di rotta nella politica fiscale cantonale.

 Il Ticino è pronto tuttavia ad affrontare queste sfide, ad esempio con una struttura settoriale ampiamente diversificata, che copre l'industria tradizionale così come l'alta tecnologia e molti settori dei servizi.

Congiuntura: determinante la forza del franco

Il turismo rappresenta un'importante attività economica per il Ticino, così come l'industria delle esportazioni e altri servizi a orientamento internazionale come banche o società di consulenza commerciale. Si tratta di settori particolarmente sensibili nei confronti delle oscillazioni dei corsi di cambio, in quanto rivolti a clienti esteri ma con costi sostenuti prevalentemente in Svizzera. In Ticino vi è inoltre l'aggravante che una quota significativa di turisti proviene dai paesi europei, i cui abitanti sono molto sensibili alle oscillazioni dei prezzi. L'apprezzamento del franco porta quindi a un forte calo dei pernottamenti. Anche l'export è vulnerabile: nel 2014 le imprese ticinesi hanno effettuato circa il 55% delle esportazioni verso la zona dell'euro, rispetto al 46% della media nazionale. Poiché il Ticino è una regione di confine, il commercio al dettaglio è inoltre penalizzato dalla crescita del turismo degli acquisti. Come già annunciato, gli economisti di Credit Suisse prevedono per l'anno in corso un incremento del PIL dello 0,8% in Svizzera, ossia la metà rispetto al livello previsto prima dell'abbandono della soglia minima di cambio con l'euro da parte della Banca nazionale svizzera nel gennaio 2015. Secondo gli economisti, inoltre, l'inflazione quest'anno dovrebbe muoversi in territorio negativo.

Qualità della localizzazione: avvantaggiate le regioni economiche meridionali

Complessivamente, il Ticino presenta una qualità della localizzazione inferiore alla media nella classifica dei 26 cantoni, dove occupa solo il 21° posto. Tra le singole regioni economiche all'interno del Cantone esistono tuttavia notevoli differenze: Mendrisio e Lugano raggiungono valori compresi nella media nazionale e tra le 110 regioni economiche svizzere si attestano rispettivamente al 43° e 47° posto. Lugano si distingue per la disponibilità relativamente elevata di lavoratori qualificati, mentre Mendrisio è caratterizzata da una vantaggiosa raggiungibilità della popolazione e degli occupati. Le aree in parte montuose a nord del Monte Ceneri occupano nella graduatoria della qualità della localizzazione solo il 70° (Bellinzona), l'81° (Locarno) e il 103° posto (Tre Valli).

L'attrattiva fiscale è inoltre relativamente elevata nell'intero Cantone per le persone fisiche, mentre per le imprese è inferiore alla media. In tal senso la RI imprese III dovrebbe avere ripercussioni significative: circa un quarto del gettito fiscale delle imprese proviene da società a statuto speciale (p. es. holding). L'eliminazione dei privilegi fiscali per queste imprese nell'ambito della RI imprese III genererà pressione in Canton Ticino affinché venga ridotta l'aliquota ordinaria dell'imposta sugli utili aziendali relativamente elevata (20,7% incl. imposta federale).

Finanze cantonali: necessaria un'inversione di rotta

 

Negli ultimi anni la situazione finanziaria del Canton Ticino è peggiorata e ha evidenziato la presenza di problemi strutturali. Le finanze cantonali risentono della flessione del gettito fiscale. Il risanamento della cassa pensione cantonale, il nuovo finanziamento degli ospedali e la mancata distribuzione degli utili da parte della Banca nazionale svizzera aggravano la situazione. Per il 2015 è stato previsto il quarto sostanziale disavanzo consecutivo. Il debito pubblico del Cantone è raddoppiato, balzando da circa 2600 franchi nel 2001 a 5100 franchi per abitante nel 2015. Secondo gli economisti di Credit Suisse in questo contesto è da accogliere positivamente l'iniziativa del Canton Ticino di introdurre un freno all'indebitamento nel 2014, in base al quale a partire dal 2015 il bilancio pubblico deve tornare in equilibrio e il nuovo indebitamento non deve superare il 4% delle entrate correnti. In base alle stime degli economisti, con la RI imprese III si delineano ulteriori insidie per le finanze cantonali: per conservare la propria attrattiva per le imprese, il Cantone dovrebbe ridurre le aliquote ordinarie dell'imposta sugli utili aziendali, il che si tradurrebbe in un ulteriore calo delle entrate fiscali.

Struttura settoriale: un quadro bipolare

Oltre alla piazza finanziaria, Lugano presenta un portafoglio ricco di opportunità per i settori dei servizi, come per le società di consulenza commerciale o di revisione contabile e il commercio all'ingrosso. In base alle stime degli economisti di Credit Suisse, questi settori dovrebbero costituire il traino della crescita economica futura nel Canton Ticino. Mendrisio e Locarno si dovrebbero invece confermare i centri dell'high tech. Il posizionamento economico della parte settentrionale del Cantone è tuttavia chiaramente più debole. Oltre all'edilizia, tuttora significativa, il Ticino vanta interessanti punti di forza nell'industria elettronica, farmaceutica e nel settore dell’abbigliamento. Per quanto concerne l'export, negli ultimi anni si è tuttavia profilata una trasformazione: prima della recessione del 2009 il tessile rappresentava il primo settore ticinese per vendite all'estero. Nel frattempo è stato soppiantato dall'industria chimico-farmaceutica, alla quale va ricondotto circa un quarto di tutte le esportazioni ticinesi.  

Abitare: divario tra redditi e prezzi degli immobili

Nel Canton Ticino, i prezzi delle proprietà abitative sono fortemente aumentati negli ultimi 15 anni. In particolare l'andamento dei prezzi tra il 2000 e il 2015 nelle regioni di Lugano (+97%) e Locarno (+77%) ha reso l'acquisto di un'abitazione di proprietà pressoché proibitivo per un numero crescente di economie domestiche. All'interno del Cantone esistono tuttavia notevoli differenze, sia per l'andamento dei prezzi sia per il livello stesso dei prezzi. Nella regione Tre Valli dal 2000 i prezzi sono aumentati solo del 31%. Di recente la dinamica dei prezzi in Ticino si è comunque leggermente indebolita. Ciò riflette, tra l'altro, la crescita demografica, che varia sensibilmente a seconda della regione. La tendenza ad abbandonare i comuni rurali, ancora leggermente diffusa alcuni anni fa, si è indebolita. Tra il 2008 e 2013 in questi comuni si è addirittura registrata una lieve crescita demografica.

 

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