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07.01.2016 - 11:210
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Referendum pianificazione, il "no" di Franco Denti al paradosso perfetto: "È in atto una gigantesca opera di disinformazione"

Il presidente dell'Ordine dei medici si schiera contro la raccolta firme lanciata dal PS e sostenuta anche dai Verdi

BELLINZONA – Franco Denti dice "no" a quello che, con una forzatura politica e giornalistica, viene chiamato il referendum contro la pianificazione ospedaliera. Ed è proprio questa forzatura, che in realtà è sostanziale, il motivo per cui Denti si oppone alla raccolta firme lanciata dal partito socialista: anche se il referendum dovesse vincere la pianificazione non verrà in alcun modo modificata ma i danni per l'Ente ospedaliero potrebbero essere molto seri, spiega infatti il presidente dell'Ordine dei medici. 

Una posizione, quella del deputato, che segna una chiara differenza rispetto a quella dei vertici dei Verdi. La coordinatrice Michela Delcò Petralli, infatti, questa mattina su Facebook ha invitato "i ticinesi a firmare il referendum per evitare che le prestazioni sanitarie vengano fagocitate dal settore privato, più di quanto lo siano attualmente".

Ma per Franco Denti, come dicevamo nell'introduzione, le cose stanno assai diversamente. "Sono contrario a questo referendum perché si raccolgono le firme dei cittadini illudendoli che si possa modificare quanto sciaguratamente deciso dalla maggioranza del Gran Consiglio. Maggioranza, lo ricordo, che ha smentito il parere della Commissione speciale sulla pianificazione ospedaliera e che avrebbe tra l'altro permesso il salvataggio dell'ospedale di Faido". 

"Il referendum infatti – spiega Denti – può modificare soltanto la legge che regola il rapporto di collaborazione dell'Ente ospedaliero con le strutture private, ma non mette in nessun modo in discussione la pianificazione, che invece andrebbe cambiata. Questo va spiegato e sottolineato con forza e con la massima chiarezza. È in atto una gigantesca opera di disinformazione: in politica e verso i cittadini servirebbe ben altra onestà intellettuale". 

Ma c'è un altro aspetto che Denti tiene a sottolineare. La legge sottoposta a referendum, quella che per l'appunto regola il rapporto tra pubblico e privato, è forse l'aspetto dell'intero "pacchetto pianificazione" su cui si sono ottenuti i maggiori risultati. "La modifica della legge, rispetto al progetto iniziale che non poneva limiti a queste collaborazioni, è stata profondamente cambiata in meglio dalla Commissione speciale di cui ho fatto parte. Sono state infatti inserite quelle condizioni quadro indispensabili per garantire la qualità delle cure e la dignità del lavoro per il personale medico ed infermieristico. Abbiamo piantato talmente tanti paletti che non tutti i privati saranno probabilmente disposti ad accettarli. Cito ad esempio il primariato, i corsi di formazione riconosciuti dall'FMH per medici, assistenti e personale infermieristico, e i contratti collettivi di lavoro. Non potranno inoltre essere subappaltati servizi prioritari. E infine l'Ente non potrà costruire ambulatori fuori dalle proprie mura. Quindi attenzione a non buttar via il bambino con l'acqua sporca". 

Il rischio, però, non è solo quello. Secondo Denti ce ne è uno ancora maggiore: quello che si potrebbe definire il paradosso perfetto. Se il referendum dovesse vincere, infatti, a rimetterci potrebbe essere solo la sanità pubblica. Proprio quella che i referendisti intendono tutelare e rafforzare. "In questi anni - argomenta il presidente dell'Ordine - l'Ente ospedaliero ha partecipato con 3 milioni all'anno al sostentamento del deficit del Cantone. Ed è ben chiaro che in futuro, considerata la debolezza finanziaria del Cantone, il sostegno dello Stato all'EOC andrà riducendosi. "L'azienda" Ente Ospedaliero dovrà dunque sempre di più essere in grado di camminare con le proprie gambe. Se vogliamo far crescere il sistema sanitario ticinese, considerando che la legge federale prevede il finanziamento dei letti Lamal anche per le cliniche private, dobbiamo sfruttare tutte le valenze possibili già esistenti nel Cantone senza mettere freno ad altri potenziali co–finanziatori. Se il referendum venisse accolto, paradossalmente, si potrebbe arrivare a un indebolimento della forza finanziaria dell'EOC, mentre le cliniche continuerebbero a fare quello che hanno sempre fatto".

Per quanto riguarda la differenza di posizione tra lui e i Verdi su questo referendum, Denti si limita a una battuta tagliente: "Mi dispiace che i vertici dei Verdi vogliano contribuire a questa opera di disinformazione. L'onestà intellettuale è infatti un valore che finora era stato da tutti riconosciuto al partito".

"Forse – conclude il Gran Consigliere – più che raccogliere le firme sarebbe di maggior interesse per i cittadini un  ricorso su questioni puntuali che veramente possono fare la differenza". Affaire a suivre…

Red

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