Via Sicura
10.03.2016 - 16:440
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41
Rossano Guggiari asfalta Via Sicura: "Al pedofilo 9 mesi, all'automobilista 12: basta a questo orrore giudiziario"
L'avvocato, Presidente dell'Unione automobilisti e motociclisti, demolisce le sanzioni previste dalla legge sulla circolazione facendo un parallelo tra l'esito di un processo di pedofilia e quelli nei confronti dei "pirati della strada"
LUGANO - "Fino a quando uno Stato civile, che si fregia dell’onore di essere un esempio per moltissime altre nazioni, accetterà questa ingiustizia?". È la domanda che l'avvocato Rossano Guggiari pone al termine di un articolo durissimo contro Via Sicura pubblicato stamane sul Corriere del Ticino. Il legale, nonché Presidente dell'Unione automobilisti e motociclisti, demolisce le sanzioni previste dalla legge sulla circolazione della strada facendo un parallelo tra l'esito di un recente processo di pedofilia e "la personale esperienza nei processi ai formalmente (ma non realmente) pirati della strada". "Sui quotidiani usciti in corrispondenza alla festa della donna – esordisce Guggiari sul CdT - mi sono confrontato con l’ennesimo orrore giudiziario. La cronaca riportava una breve cronistoria e l’epilogo del processo a un pedofilo di 49 anni del Bellinzonese. Benchè avvocato, e quindi teoricamente abituato al mancato trionfo della Giustizia (nel senso filosofico, con la G maiuscola quindi), non ho potuto esimermi dal prendere la tastiera ed esprimere ancora una volta il mio disappunto (largamente condiviso) per l’ennesimo caso di disuguaglianza tra il delinquente ordinario (sempre che la pedofilia possa essere considerata comune) e l’automobilista che incappa nelle maglie severe di Via Sicura". Il risultato del parallelismo, annota il legale "è quello di una situazione assurda: al pedofilo con due precedenti non sfociati in condanna (in un caso era stata ritirata la denuncia e nell’altro era intervenuta la prescrizione) è stata inflitta una pena di 9 mesi di detenzione con il beneficio della sospensione condizionale, mentre che all’automobilista è stato comminato un castigo (passatemi il termine) di ben 24 mesi di ritiro della patente e 12 mesi di detenzione (con sospensione condizionale essendo egli incensurato)". "E mi chiedo: fino a quando uno Stato civile, che si fregia dell’onore di essere un esempio per moltissime altre nazioni, accetterà questa ingiustizia? Mi auguro quindi che la legge sulla circolazione stradale possa essere corretta anche dal Consiglio degli Stati, nella scia della decisione già adottata il 15 dicembre 2015 dal Consiglio nazionale", conclude Guggiari.
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