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Politica e Potere
23.06.2016 - 16:370
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Brexit. Ghisletta si tura il naso e "vota" remain. Regazzi pure: "No a salti nel buio". Denti: "Spero nell'uscita ma vinceranno i poteri forti". Bignasca: "Voto manipolato dopo l'assassinio della deputata laburista"

A poche ore dall'esito dello storico voto dei cittadini della Gran Bretagna, ecco cosa ne pensano alcuni esponenti politici ticinesi, tra speranze, dubbi e travagli

LONDRA/LUGNO – Ormai ci siamo. Questa notte sapremo se la Gran Bretagna resterà o meno nell'Unione Europea. I seggi sono aperti da questa mattina e gli ultimi sondaggi (e le borse) sembrano cautamente ottimisti sulla permanenza nell'UE. Ma la verità è che nessuno è in grado di prevedere cosa decideranno gli inglesi.   

 

Anche in Ticino, come nel resto del Mondo, si segue con grande attenzione e passione il risultato della Brexit. E come in ogni grande competizione politica degna di questo nome, neanche da queste parti mancano i "tifosi" del leave e del remain.

 

Chi si schiera a favore della permanenza della Gran Bretagna nell'UE, tuttavia, lo fa con poco entusiasmo e con un bel carico di dubbi. Come Fabio Regazzi: "Mi sembra che la via solitaria potrebbe essere comunque troppo pericolosa per la Gran Bretagna. Io spero in un risultato a favore della permanenza ma il più tirato possibile. Perché comunque l'UE non può andare avanti così e ha urgente bisogno di un cambio di rotta sostanziale".

 

Un cambiamento che, però, secondo Regazzi non deve passare dalla Brexit. Il Consigliere Nazionale PPD parla anche da imprenditore: "In questo momento meglio la stabilità che l'avventura. Viviamo già una situazione troppo critica e precaria per fare un salto nel buio. Questo genere di rivoluzioni vanno fatte quando ci sono base molto solide. Basi che attualmente l'economia europea e globale non ha. Francamente ho un po' paura per le conseguenze. Far saltare il banco non è nell'interesse di nessuno". 

 

Una posizione sostanzialmente condivisa da un eurocritico come Ghisletta: "Certo che altro che turarsi il naso stavolta per votare sì…", sospira l'esponente socialista. "Aspettiamo con ansia il risultato. Questo referendum pone proprio una bella domanda, una domanda molto difficile. Se vincesse il sì ma con una dose massiccia di "no", forse il cadavere dell'UE potrebbe resuscitare, anche se credo sia molto difficile. Alla fine penso che voterei per restare ma con un sì ultra dubbioso e ultra critico. Alla fine condivido la posizione del leader dei laburisti Corbin. Ma entrambe le posizione sono legittime. Se fossi un inglese probabilmente aspetterei l'ultimo minuto per votare…ma il rischio harakiri in caso di Brexit è altissimo per gli inglesi" 

 

Sicuro invece della scelta che farebbe Franco Denti: "A me piacerebbe che l'Inghilterra uscisse dall'UE per dare un chiaro segnale sul fatto che l'Europa della finanza non è l'Europa delle genti, come i padri del Continente avevano pensato". "Ma penso – aggiunge il deputato e presidente dell'Associazione NOI - che vinceranno i poteri forti e quindi rimarranno nell'UE. Per la Svizzera penso che sarebbe più favorevole un'uscita della Gran Bretagna dall'Unione. Anzi, in caso di remain mi aspetto un forte aumento delle pressione sul nostro Paese". 

 

Non ha dubbi su cosa voterebbe se fosse inglese neppure Boris Bignasca, d'altra parte il Mattino domenica scorsa titolava "Forza Brexit". "Gli ultimi sondaggi danno un testa a testa, con l'Inghilterra più per il leave e la Scozia più per il reamain. L'episodio chiave della campagna però è stato l'assassinio della deputata laburista, che è stato sfruttato in chiave anti-Brexit. Lo hanno talmente sfruttato che qualcuno ha gridato al complotto. Io non arrivo a tanto, ma penso che comunque abbiamo assistito a una scabrosa manipolazione del voto". 

 

"L'Unione Europea, le grande lobby, i politici come Schäuble, Schultz e Junker, hanno fatto una campagna di terrore annunciando una crisi economica a danno della Gran Bretagna in caso di Brexit. Io sono convinto che – mercati azionari a parte che però sono finanza e non economia reale – la Gran Bretagna ha delle tali connessioni internazionali che potrebbe tranquillamente continuare a commerciare senza problemi. Come lo facevano prima dell'UE potrebbero continuare a farlo anche dopo. Un voto forte a favore del leave, infine, rafforzerebbe la posizione della Svizzera". 

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