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Cronaca
28.06.2016 - 10:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I segreti indicibili di Don Raffaè. Cutolo svela la sua verità sul delitto di Aldo Moro: "Lo potevamo salvare, c'era già un piano di azione. Ma poi da Roma mi dissero di fermarmi. Chi diede il contrordine? Gava"

Clamorose rivelazioni del fondatore della nuova Camorra organizzata sul delitto più controverso della storia italiana: "Quando ci sono implicate persone molto in alto... la puzza più in alto è e più si sente. Non l' hanno voluto salvare, questo ve lo posso dire"

 
ROMA - Aldo Moro si poteva salvare. Parola di Don Raffaè. Il fondatore della nuova Camorra organizzata, racconta la sua verità sul delitto più controverso della storia italiana: quello del presidente della Democrazia Cristiana ucciso dalle Brigate Rosse.
 
Raffaele Cutolo, che dopo decenni di carcere duro da qualche tempo collabora con la giustizia, ha reso alcune dichiarazioni sull'assassinio di Moro nel corso di un interrogatorio con i magistrati di Roma avvenuto 3 mesi e reso pubblico solo oggi dal Corriere della Sera.  
 
"Non per fare il buffone - ha messo a verbale Cutolo - ma Aldo Moro lo potevo veramente salvare. Allora, con la mia organizzazione, eravamo fortissimi, anche su Roma". Ma il leader democristiano non fu salvato perché da Roma arrivò il contrordine. Ad informare Don Raffaè dello stop fu il suo braccio destro Enzo Casillo, latitante che circolava con una tessera dei servizi segreti in tasca: "Mi disse che i suoi amici avevano detto di farci i fatti nostri, di non interessarci di Moro... Erano politici di alto grado... La Democrazia cristiana, comunque…".
 
Cutolo fa anche il nome dell'uomo autore materiale dello stop al piano di salvataggio: "Mi sembra di parlare male, adesso che è morto. Gava, comunque". Quel Gava che diventerà ministro degli Interni. 
 
Il camorrista rivela anche che per salvare Moro era addirittura già stato approntano un piano di azione: "Era un piano semplice, uomini dell' organizzazione si sarebbero portati, armati, presso l' appartamento, visto che solo 4-5 persone vigilavano sul covo di Moro. Un' irruzione di forza... stavano al pianterreno".
 
 
"Se sapessi altre cose le direi - ha concluso la sua deposizione Cutolo - perché non ho niente da perdere né da guadagnare. Anzi, da guadagnare per aiutare la famiglia Moro a scoprire la verità, ma penso che non si scoprirà mai... Perché, come si dice, quando ci sono implicate persone molto in alto... la puzza più in alto è e più si sente. Non l' hanno voluto salvare, questo ve lo posso dire".
 
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