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21.07.2016 - 08:430

Salviamo i luoghi di Hermann Hesse dalla speculazione. Ecco cosa potrebbero diventare Casa Rossa e il suo giardino. Prendiamo il Vittoriale di D'Annunzio... Intanto la petizione online ha già raccolto un migliaio di firme

Il paragone tra Hesse e D’Annunzio regge perchè entrambi non sono stati solo scrittori e poeti ma sono diventati, soprattutto dopo la morte, delle icone culturali e patrimonio dell’umanità

di Marco Bazzi

I dati indicano che il Museo Hermann Hesse di Montagnola viene visitato in media ogni anno da 14'000 persone, la maggior parte delle quali (oltre il 90%, secondo una statistica pubblicata dal Museo stesso) sono stranieri o confederati. Per lo più i visitatori parlano tedesco (quasi l’80%) e italiano (circa il 15%).

Già questi pochi indicatori dovrebbero far capire due cose: che il Museo di Montagnola non è uno dei tanti (forse troppi) musei ticinesi. E che potrebbe diventare ancora più importante dal profilo culturale, storico e turistico. Partendo da un semplicissimo dato: Hermann Hesse è un’icona, non solo uno scrittore che ha vinto il Nobel. Lo è stato (e lo rimane) per intere generazioni.

Il problema adesso è capire, ma bisogna capirlo in fretta, se ha senso investire per recuperare quello che furono il suo parco e la sua casa, Casa Rossa, dove viveva, creando un progetto museale che vada al di là di quello attuale, limitato a Casa Camuzzi, dove Hesse visse dal 1919 al 1931, prima di trasferirsi a Casa Rossa.

Se sì, bisogna trovare le risorse e trattare con gli attuali proprietari – la famiglia Pavesi – che intendono costruire su quel terreno delle villette a schiera di lusso. È ovvio che un’operazione del genere richiede molti soldi, ma sappiamo anche che, se li si vogliono trovare, i soldi ci sono. Occorrerà un grande lavoro di recupero per riportare Casa Rossa al suo aspetto originale ed elaborare un progetto che vada al di là dell’attuale museo, costruendo attorno a quell’area eventi, esposizioni, installazioni… Ma il cuore di quel progetto rimarranno i muri e il giardino dove Hesse scriveva e dipingeva.

Va anche detto che la petizione (PER FIRMARE CLICCA QUI) lanciata in queste settimane sul web per tentare di salvare quell’area arriva in “zona Cesarini”, anche se ha già raccolto un migliaio  di firme (il no del Consiglio di Stato all’acquisto e alla valorizzazione del terreno risale a due anni fa), con un progetto di costruzione già approvato e con le ruspe che attendono solo l’esito dei ricorsi inoltrati dalla Società ticinese per l’arte e la natura. Ci siamo resi conto con colpevole ritardo che in questo caso non ci sono in gioco soltanto un parco e una vecchia casa.

Fatte le debite proporzioni e i necessari distinguo - in termini di estensione e di reperti storici e letterari - si potrebbe fare un paragone con il Vittoriale degli Italiani, l’immenso parco che domina il lago di Garda realizzato e “addobbato” da Gabriele D’Annunzio. Un parco che si snoda attorno alla sua casa, la Prioria, dove il “poeta soldato” visse gli ultimi anni della sua esistenza, tra arte, eleganza e voluttà.

In cima al Vittoriale sorge il mausoleo di D’Annunzio, che quasi nemmeno i faraoni egizi ne hanno uno simile. E nel parco il Vate fece portare la prua di una nave da guerra regalatagli dalla Marina a ricordo delle due imprese “fiumane”. Vi si trova anche il MAS, il barcone antisommergibili con cui D’Annunzio mise a segno la Beffa di Buccari. Insomma, quel luogo trasuda non solo di letteratura ma anche di storia. Sta di fatto che, senza che venga particolarmente promosso, attira ogni anno 180'000 visitatori.

D’Annunzio fece anche costruire un teatro all’aperto che si affaccia sul lago e in quel teatro ogni estate ci sono spettacoli e concerti. Inoltre, gli spazi del parco vengono affittati a privati per eventi… Consultando il sito web del Vittoriale (che oggi fa capo a una fondazione) ci si rende conto che è gestito da gente che ci sa fare.

Il paragone tra Hesse e D’Annunzio regge per un semplice motivo: entrambi non sono stati soltanto scrittori e poeti ma sono diventati, soprattutto dopo la morte, delle icone culturali e patrimonio dell’umanità.




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