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23.07.2016 - 12:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Va' dove ti porta il cuore... Storia di Vincenzo Pedrazzini, per sette anni ai vertici del PLR svizzero, cha ha lasciato la politica il suo studio legale a Zurigo per fare l'albergatore. E ha costruito un gioiello in Val Rovana, la Locanda Fior di Campo.

“Non si tratta di un semplice albergo ma di un progetto di ‘destination management’, nel senso che tramite la Locanda intendiamo promuovere e far rifiorire Campo Vallemaggia"

CAMPO VALLEMAGGIA – Ha lasciato il suo studio legale, un importante studio legale di Zurigo specializzato in brevetti e marchi, ha lasciato, in aprile, la vicepresidenza del PLR svizzero, alla quale era stato voluto nel 2009, come primo vicepresidente, da Fulvio Pelli, ed è tornato nella terra della sua infanzia: Campo Vallemaggia, un paesino di poche anime in cima alla Val Rovana, di cui è patrizio.

Vincenzo Pedrazzini (uno dei pochi liberali che portano quel cognome storicamente pipidino) è nato 55 anni fa a Zurigo e ha sempre trascorso a Campo alcune settimane durante l’estate, fin da quando era bambino. È ancora domiciliato a Svitto, dove è stato presidente cantonale del PLR, ma ha intenzione di vivere il più possibile a Campo.

Quattro anni fa ha avuto un’idea - o forse un sogno -, che in seguito è diventata un progetto, un progetto che oggi si chiama Locanda Fior di Campo. “Fior di Campo – racconta – perché l’obiettivo è far rifiorire questo paesino di valle”. In effetti, la Locanda è divenuta in poco tempo un punto di ritrovo per tutti: gente del paese e turisti. Un luogo dove incontrarsi, bere l’aperitivo o cenare… E per chi ama il whisky, val la pena di citare le 120 etichette che la Locanda propone. Quasi certamente nessun altro locale ticinese vanta una carta del genere…

Insomma, quella di Vincenzo è una storia del genere “va’ dove ti porta il cuore”.

Pedrazzini ha acquistato un vecchio albergo e l’ha completamente ristrutturato, e che oggi, grazie anche al gusto raffinato di sua moglie Heidi, è un gioiello in cima a una delle più belle vallate del Ticino. In quell’albergo nulla è lasciato al caso, e l’arredamento è curato nei minimi dettagli. Senza sfarzo ma con grande eleganza.

La Locanda sorge dove prima c’era il vecchio albergo della famiglia Porta, che fu anche un punto di ritrovo per i contrabbandieri e all’epoca era l’unico luogo del paese dove c’era il telefono. Pedrazzini l’ha acquistato e l’ha completamente ristrutturato, mantenendo i volumi originari: “Era una struttura anni Cinquanta e l’abbiamo rifatta in legno, con un tetto piano, che segna lo stacco con la parte vecchia che è stata mantenuta”.

Oggi più del 50% dei clienti sono ticinesi: “Sono quelli più importanti, che ritorneranno. Molti sono valmaggesi”, dice.

La Locanda dispone di 10 camere e di uno chalet ristrutturato nelle vicinanze, che dispone di altre tre camere. “Non è un’operazione economica – spiega -. Nel senso che la Locanda dovrà autofinanziarsi, certo, ma se dovessi calcolare l’investimento. Quindi, quello non lo calcolo. L’idea è far rivivere Campo Vallemaggia, un luogo che amo, il posto in cui sono sempre ritornato”.

La ristrutturazione ha richiesto un anno di lavori e la Locanda Fior di Campo è stata aperta il 28 giugno del 2014.

“Non si tratta di un semplice albergo – spiega il titolare - ma di un progetto di ‘destination management’, nel senso che tramite la locanda intendiamo appunto promuovere Campo Vallemaggia. Abbiamo messo così a disposizione degli ospiti un classificatore dove raccontiamo loro cosa possono fare, cosa possono vedere nei dintorni, gli diamo anche la chiave della chiesa di San Bernardo se desiderano visitarla, che è bellissima…”.

La chiesa che a causa della frana che in passato mise a rischio Campo e Cimalmotto, si è spostata di ben 30 metri rispetto alla collocazione originaria. Ma è ancora lì, in piedi, in tutta la sua bellezza.

“Con il Municipio e il Patriziato di Campo – continua Pedrazzini - abbiamo un progetto per creare dei sentieri didattici che stiamo elaborando in collaborazione con la SUPSI. È tutto basato su un’applicazione per supporti mobile. Un altro progetto riguarda la valorizzazione del territorio, dalla natura alla cultura contadina e popolare, fino alla geologia. Qui abbiamo tutto, ma abbiamo bisogno di una migliore manutenzione dei sentieri e di una rete di trasporti pubblici più efficace. Oggi abbiamo tre bus che arrivano a Campo, ma per motivi inspiegabili quello che sale alle 6,30 non può fermarsi per caricare passeggeri durante la salita, e quello delle 11 non fa fermate scendendo. Ho anche scritto al Consiglio di Stato chiedendo di porre rimedio a questa situazione”.

E poi, aggiunge Pedrazzini, abbiamo bisogno di una rete di telecomunicazione moderna: internet e copertura del segnale telefonico. “Se vogliamo che ci sia gente che torni a vivere nelle nostre valli, o che vi trascorra parte del proprio tempo – e nel comune di Campo ci sono ben 250 case di vacanza – dobbiamo creare le necessarie infrastrutture, i servizi di base”.

Per località come Campo, seppur distante una cinquantina di chilometri dal primo centro urbano, che è Locarno, Vincenzo Pedrazzini vede un futuro:   “Le dico solo che grazie alla Locanda abbiamo creato 10 posti di lavoro e oggi 12 persone risiedono stabilmente e Campo. Erano solo 5, tre anni fa. Io non voglio sussidi, anzi, avrei potuto chiederli per questo progetto ma non l’ho fatto: chiedo solo che lo Stato, o l’ente pubblico in generale, faccia quel che deve fare: garantisca sentieri, trasporti pubblici e collegamenti internet efficienti”.

Ora Pedrazzini, che fino alla primavera scorsa era ai vertici del PLR nazionale (dopo Pelli ha lavorato con Philipp Müller) e un affermato legale zurighese, sta pensando alla sua nuova vita a Campo: “L’intenzione è stabilirmi qui. Ma devo vedere come organizzarmi con la famiglia”. Nel frattempo, fa l’albergatore. Accoglie i clienti, va a fare la spesa per il ristorante e dà una mano in sala durante la cena.

Politica, comunque, basta. “È stata una bellissima esperienza – conclude – che mi ha consentito di lavorare con due presidenti completamente diversi ma altrettanto capaci. Ora la mia vita è un’altra”.

Marco Bazzi

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