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02.08.2016 - 11:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Per il nostro futuro energetico serve coraggio e non obbiettivi ecologici irraggiungibili che la politica continua a perseguire per scopi di consenso"

Il direttore di Metanord Nicola Dotta: "Italia crocevia del gas naturale. Avere la possibilità di rifornirci da loro è certamente un vantaggio e una sicurezza. Sarà comunque la politica federale prima, e quella cantonale poi, a dettare le regole del gioco"

di Nicola Dotta* 

 

Il settimanale “Panorama” di maggio torna a parlare del gas naturale, soprattutto del ruolo che è intenzionata ad assumere l’Italia nei prossimi anni. Siccome, almeno per il momento, tutto il gas naturale per il Ticino arriva da sud, tramite il gasdotto AIL, vale la pena di conoscere alcune informazioni che danno anche sicurezza e garanzie.

 

“Panorama” conferma che oggi il gas naturale conosce un crescente successo, sia per la sua praticità di impiego, sia per la sua abbondanza. Si sottolinea pure che il mercato ha molta “fame di energia”, senza la quale verrebbero messi in dubbio il progresso e la qualità di vita. Si afferma poi con convinzione che l’era degli idrocarburi non è affatto finita, in quanto le rinnovabili, pur attese, saranno disponibili in misura sufficiente solo tra 20-30 anni. In tale contesto, il gas naturale si sta rivalutando molto ed è prevedibile che sarà il combustibile di transizione più adatto, in quanto molto meno inquinante di altre energie fossili (carbone e petrolio). 

 

E’ pure importante sapere che l’Italia è l’unico Paese europeo collegato tramite condotte a tutte le principali fonti di approvvigionamento di gas del continente. Curiosa invece la posizione della Spagna, che ha una capacità di 60 miliardi di m3 di gas, con consumi per appena di 25 miliardi in quanto non collegata con il resto dell’Europa. Sarà proprio la Società italiana SNAM (Società Nazionale Metanodotti) a garantirsi questa connessione, riuscendo così ad ottenere un potenziale di approvvigionamento ottimale e sicuro.

 

Da un paio di settimane è pure uscito un libro, edito dall’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), molto interessante, dal titolo “L’età dell’abbondanza. Come cambia la sicurezza energetica”. In un capitolo del libro si parla della politica europea per la sicurezza del gas metano. Si auspica un ulteriore rafforzamento delle condotte di trasporto verso l’Europa, nuove tipologie di investimenti, interconnessioni dei diversi mercati, rafforzamento delle possibilità di stoccaggio. Si ammette esplicitamente che spesso la politica energetica è utilizzata come strumento di politica estera, in particolare dai Paesi di produzione e di transito, e di ciò dobbiamo tenerne conto. La parte finale del libro cerca di dare indicazioni sulla volatilità del prezzo del petrolio. Si prevede che il prezzo del greggio potrà solo aumentare (in misura non pronosticabile) poiché così basso riduce all’osso la rendita, ma anche gli investimenti nel settore. La stima è che, dall’ultimo trimestre 2014 ad oggi, siano stati cancellati o rimandati investimenti per 400 miliardi di dollari, con conseguenze molto pesanti per l’occupazione e l’economia dei Paesi produttori tradizionali. 

 

In un recente quanto interessante articolo apparso su “La Regione” dal titolo “Poca corrente con sole e vento”, si ammette l’insuccesso di queste energie rinnovabili in Svizzera. Soltanto il 2% del consumo annuale nazionale è costituito da corrente prodotta da nuove fonti pulite. Questo significa che, in proiezione futura, la Confederazione potrà dare un’ottimale garanzia energetica a due condizioni:

 

non rinunciando al nucleare nella misura prevista dalla politica

 

prevedendo l’utilizzo ufficiale del gas naturale quale energia di transizione (20-30 anni) che, malgrado la sua origine fossile, è migliore per l’ambiente del carbone (Germania) e del petrolio.

 

Avere la possibilità di rifornirci dall’Italia è certamente un vantaggio e una sicurezza in funzione di quanto detto sopra. Sarà comunque la politica federale prima, e quella cantonale poi, a dettare le regole del gioco. Io mi auguro che si abbia il coraggio di decidere con praticità e attuabilità delle norme, senza immaginare grandi obiettivi ecologici che gli stessi esperti definiscono irraggiungibili, ma che la politica continua a perseguire per evidenti scopi di consenso.

 

*Direttore Metanord SA

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