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Salute e Sanità
15.08.2016 - 16:360
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Migranti: la Clinica Luganese raccoglie l'appello di Papa Francesco. Da settembre formazione e integrazione professionale per i rifugiati. Si cercano volontari

Solo 1 rifugiato su 10 riesce a distanza di 7 anni dal suo arrivo in Svizzera a staccarsi dall’aiuto sociale e rendersi autosufficiente. "Senza un lavoro - sostiene la Clinica Luganese - è impossibile integrarsi nella società e senza un lavoro, e quindi una fonte di reddito, è difficile mantenere quella dignità umana che permette di superare le difficoltà quotidiane"

LUGANO – Migranti: la Clinica Luganese ha deciso di raccogliere l'appello lanciato da Papa Francesco. L'istituto sanitario ha infatti elaborato un progetto per garantire la formazione e l’integrazione professionale di rifugiati e di persone ammesse provvisoriamente. Il Pontefice, ricordiamo, aveva invitato le comunità religiose ad impegnarsi concretamente a dare speranza ai migranti.

 

I lavori preparatori per l’avvio di questo importante cantiere, che verrà illustrato nel dettaglio il 25 di agosto, stanno volgendo al termine e da settembre di quest’anno la Clinica prevede di assumere i primi candidati che seguiranno un percorso di formazione e di integrazione.

 

"Per garantire una migliore riuscita del percorso formativo e per favorire la creazione di una rete sociale che possa aiutare i rifugiati ad integrarsi – scrive l'istituto in una nota -  abbiamo voluto mettere l’accento anche sulla formazione linguistica. Un accento che la Clinica Luganese vorrebbe garantire con l’aiuto di volontari che dovrebbero fungere anche da punti di contatto tra rifugiati e società. Si tratta di una sfida non indifferente, perché la formazione linguistica richiederà un importante investimento di tempo. Siamo quindi alla ricerca di volontari che vogliano condividere con noi questa esperienza e questo impegno".

 

Gli ultimi dati mostrano quanto la dipendenza dall’aiuto sociale dei rifugiati e degli ammessi provvisoriamente sia elevata. Solo 1 rifugiato su 10 riesce a distanza di 7 anni dal suo arrivo in Svizzera a staccarsi dall’aiuto sociale e rendersi autosufficiente. 

 

"Senza un lavoro - chiosa la Clinica Luganese nel comunicato - è impossibile integrarsi nella società e senza un lavoro, e quindi una fonte di reddito, è difficile mantenere quella dignità umana che permette di superare le difficoltà quotidiane".

 

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