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Politica e Potere
22.08.2016 - 17:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Righini scrive a Gobbi. Gli risponde Quadri: “Gettare nel discredito chi la pensa diversamente non giova al bene comune, scrive il presidente. Condividiamo. Quando gli esponenti del PS cominceranno a mettere in pratica questa enunciazione, e ad applicarla

Il direttore del Mattino: "La linea non cambia. Non prendiamo lezioni da chi invoca correttezza solo per chi è della stessa opinione, mentre chi è contrario viene denigrato come fascista"

di Lorenzo Quadri *

Ma guarda un po’: al presidente del PS Igor Righini non è piaciuto il “Mattino” di ieri. Cosa che non sorprende particolarmente, visto che non era certo un’edizione concepita per ottenere plausi a sinistra. Il compagno Righini è ovviamente libero di dissentire nei modi e nella forma che meglio crede, ma non prendiamo lezioni di morale e di “rispetto per l’avversario” da quell’area politica che invoca tolleranza e correttezza solo per chi è della stessa opinione, mentre chi è contrario viene sistematicamente denigrato e delegittimato come razzista, fascista, chiuso, gretto, disumano, “complice di omicidio”, e via elencando.

Fa piacere leggere, nel comunicato di Righini, che il presidente PS “disapprova chi insulta la Nazione, le istituzioni ed i partiti avversari”: ne discende che, per gestire il partito che presiede, al compagno Igor serviranno quantitativi industriali di disapprovazione. Auguri dunque per l’immane lavoro che lo attende e che, se deciderà di affrontarlo, ben difficilmente gli lascerà spazio per tentare di influire sulla linea del Mattino al cui proposito, è evidente, non ha alcuna voce in capitolo.

Detto in due parole, la linea del Mattino non cambia di una virgola. E rimane: frontiere blindate. Il Mattino continuerà a battersi contro l’immigrazione illegale di massa di finti rifugiati con lo smartphone ultimo modello: giovani uomini che non scappano da alcuna guerra e che non hanno alcun diritto all’asilo. Questa invasione viene invece fomentata da “alcune forze politiche non di destra”. Ciò in spregio ai costi immani che vengono poi fatti gravare sulla collettività, e che giocoforza imporranno risparmi sulle spalle dei cittadini più bisognosi, dei quali al PS qualcosa dovrebbe pur importare (malgrado le priorità del partito sembrino ora essere le trasferte organizzate a Como). E in spregio anche della sicurezza di tutti quanti vivono legalmente in Svizzera: di qualsiasi nazionalità ed appartenenza politica essi siano.

Predicare l’accoglienza indiscriminata per i migranti economici viola ed offende la tradizione umanitaria svizzera ed i fondamenti stessi del diritto d’asilo, il cui obiettivo è protezione e non immigrazione. Il diritto d’asilo non può venire pervertito, tramite le consuete logore manipolazioni ed i ricatti morali buonisti, nel grimaldello per sdoganare una deleteria immigrazione illegale di persone che mai saranno integrabili, né socialmente né economicamente. Il prezzo, altissimo, non lo pagherebbe solo la generazione presente, ma anche quelle future.

Ed è altresì evidente che, davanti ad accuse, rivolte a chi giustamente chiede la chiusura delle frontiere, di essere “complice di omicidio”, urlate a caratteri cubitali in un graffito di certo non tracciato da leghisti populisti e razzisti (i quali peraltro non sono avvezzi a commettere vandalismi, a differenza di altri), si continuerà a replicare che la responsabilità morale per le morti di migranti, in mare e altrove, la porta semmai chi incoraggia partenze per cosiddetti “viaggi della speranza”, in realtà viaggi senza speranza, che nulla hanno a che vedere col diritto d’asilo. E la porta chi addirittura tenta di “agevolare” ingressi illegali in Svizzera, alimentando così pericolosissime illusioni. E la porta anche chi invoca fantasiosi “corridoi umanitari” verso la Germania (ma che bello specchietto per le allodole per far presa sull’opinione pubblica!), ben sapendo che si tratterebbe in realtà non di corridoi, bensì di cunicoli senza uscita. E’ infatti notizia di questi giorni che la Germania ha deciso di intensificare i controlli doganali con la Svizzera; chissà come mai? Forse perché sa che il Ticino diventerebbe come Lampedusa se gli spalancatori di frontiere l’avessero vinta?

“Complice di omicidio” non è certo chi vuole chiudere le frontiere e scoraggiare le partenze dei migranti economici. Lo è, invece, chi queste partenze le incoraggia vendendo illusioni politikamente korrette.
“Gettare nel discredito chi la pensa diversamente non giova al bene comune”, scrive Righini. Condividiamo. Quando gli esponenti del PS cominceranno a mettere in pratica questa enunciazione, e ad applicarla anche ai loro “amici”, invece di limitarsi a predicarla agli avversari in un goffo tentativo censorio all’insegna della morale a senso unico, potranno essere credibili. Si dà però il caso che la situazione attuale sia alquanto diversa.

* direttore del Mattino
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