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25.08.2016 - 19:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

9 febbraio, Vitta non è preoccupato dal "niet" di Roma al modello di applicazione ticinese: "Il "no" dell'Italia non è una sorpresa"

All'Italia non piace il modello "bottom up", elaborato dal nostro Governo, per gli evidenti svantaggi che comporterebbe per i 60'000 frontalieri italiani un'applicazione del 9 febbraio su scala regionale anziché nazionale

BELLINZONA - Christian Vitta non è preoccupato dal "no" dell'Italia alla proposta ticinese per applicare l'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa". 

 
Il Consigliere di Stato ha commentato ai microfoni della RSI, il "niet" che il Governo italiano, per boccca  del ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ha comunicato negli scorsi giorni al suo omologo svizzero Didier Burkhalter. All'Italia non piace il modello "bottom up", elaborato dal nostro Governo, per gli evidenti svantaggi che comporterebbe per i 60'000 frontalieri italiani un'applicazione del 9 febbraio su scala regioale anziché su scala nazionale.

 
"La posizione di Roma - ha spiegato Vitta - non è una sorpresa. Il modello ticinese punta proprio ad incidere sul mercato di lavoro nei momenti di forte pressione. E se pensiamo che una delle regioni più sotto pressione è proprio quella ticinese che confina con l'Italia, è chiaro che Roma si è sentita chiamata in causa". 
 
 
Tuttavia, ha aggiunto il ministro delle finanze, altri Paesi europei potrebbero prediligere una soluzione con delle clausole regionali anziché su scala nazionale. 
 
 
Vitta, infine, ha incassato oggi con soddisfazione il sostegno alla proposta ticinese dalla Conferenza dei Governi cantonali. Una proposta che, almeno sul piano interno, sembra farsi sempre più strada.  
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