Analisi
28.08.2016 - 18:440
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41
Ecco perché non credo che aprire le chiese ai musulmani possa servire a qualcosa. Al di là delle buone intenzioni di Papa Francesco e del vescovo Lazzeri
L'ANALISI - Per restare nel nostro cantone, basta dare un’occhiata al sito della Lega Musulmani Ticino per rendersi conto dell’aria che tira. Sotto la rubrica “Terrorismo” si trovano infatti articoletti tipo: “Terroristi cristiani sgozzano e mangiano musulmani” o addirittura “La falsa notizia sul Califfato islamico che ordina l’infibulazione di tutte le donne” (come dire: quelli dell’Isis non sono poi così cattivi come li dipingono, e a volte sono vittime di diffamazione), articoli che non favoriscono
di Marco Bazzi
Al di là delle buone intenzioni e dello spirito di dialogo che animano Papa Francesco e, nel caso specifico, Monsignor Lazzeri, che ha raccolto l’invito dell’Imam di Viganello Samir Jelassi, non credo che aprire le chiese (o i sagrati) ai fedeli musulmani in occasione della messa domenicale possa servire a molto. Per due motivi, essenzialmente.
Il primo è “istituzionale”: la messa, come sostiene il Vescovo di Ferrara, è infatti una celebrazione liturgica e non un momento di dialogo. Su questo punto, l’imam Jelassi ha precisato che l’invito è a incontrarsi fuori dalle chiese, dunque al termine della messa. Opportuna precisazione, ma il mio scetticismo è legato soprattutto a un secondo motivo, più importante: penso che a iniziative del genere risponderanno unicamente islamici moderati, che già sono aperti al dialogo con le altre religioni e condannano (o almeno non giustificano) il terrorismo, e non certo i fondamentalisti.
È sicuramente utile creare occasioni di confronto e di incontro tra cattolici e musulmani, a patto che non siano episodici: i ministri della fede – in particolare vescovi e imam - dovrebbero coordinare a livello locale delle iniziative pubbliche e di grande risonanza per promuovere insieme una religione di pace. E lanciare pubblicamente e ripetutamente fermi (e sottolineo “ripetutamente” e “fermi”) appelli ai fedeli islamici. Appelli che si distanzino non solo dagli atti terroristici, ma da qualsiasi lettura fondamentalista del Corano.
Più che inviti a iniziative simboliche dal sapore ecumenico, dai rappresentanti del mondo islamico è questo che mi aspetto. Ma purtroppo non vedo un grande attivismo da parte dei “pastori” musulmani, se si eccettua qualche rara presa di posizione.
Per restare nel nostro cantone, basta dare un’occhiata al sito della Lega Musulmani Ticino per rendersi conto dell’aria che tira. Sotto la rubrica “Terrorismo”, accanto a un paio di apprezzabili appelli dell’imam Jelassi, si trovano infatti articoletti tipo: “Terroristi cristiani sgozzano e mangiano musulmani” o “Nigeria, cristiani massacrano musulmani in moschea”, o addirittura “La falsa notizia sul Califfato islamico che ordina l’infibulazione di tutte le donne” (come dire: quelli dell’Isis non sono poi così cattivi come li dipingono, e a volte sono vittime di diffamazione), articoli che non favoriscono certamente una cultura di pace e di dialogo.
È su questo terreno che c’è ancora molto, ma molto da fare. E il compito spetta principalmente ai ministri della fede islamica. Quando come giornalista riceverò da parte delle nostre comunità islamiche comunicati stampa chiari e puntuali in occasione di ogni massacro rivendicato dall’Isis mi convincerò che qualcosa sta cambiando.