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10.09.2016 - 11:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dati sull'assistenza: le giuste obbiezioni di Verdi e socialisti (e ora anche dei leghisti). È tempo di mettere tutte le carte in tavola e di spazzare via dubbi e sospetti

L'ANALISI - Al di là delle schermaglie politiche, si chiede una cosa semplice in un momento politicamente delicato e che presto produrrà scelte importanti: che tutte le carte vengano messe sul tavolo. E francamente, mettendo da parte malizie e sospetti, si fa davvero fatica a immaginare un motivo per cui non lo si voglia fare. Conoscere per deliberare: è tutto qui. Intanto anche Lorenzo Quadri va all'attacco: "Il Governo giochicchia sui termini (domande pagate/domande aperte) e tace alcune cosucce per abbel

O siamo di fronte a un pasticcio comunicativo che è peggiore del silenzio con cui si è "risposto" nelle ultime settimane a chi a gran voce chiedeva la pubblicazione dei dati sull'assistenza. Oppure realmente esiste una questione di tattica e di opportunità politica che porta il DSS, e di conseguenza il Governo, a non fornire tutti i dati che gli vengono richiesti a proposito di questo pilastro sociale.  

 

Ma siccome non è abitudine di chi scrive credere nei complotti, se esiste una terza via ragionevole per spiegare questo cortocircuito, saremmo lieti di ascoltarla. Con una certa premura, possibilmente. Dal Dipartimento guidato da Paolo Beltraminelli si giustifica il metodo con cui sono state diffuse le cifre solo parzialmente come una generica scelta comunicativa: ogni mese verranno forniti i dati essenziali, mentre annualmente quelli di dettaglio. Ma perché questo cambio di strategia improvviso? Perché proprio adesso? È una decisione politica? Sociale? Di statistica? Il Governo se ne è interessato e la condivide? Ci sembra tutto così fragile e fumoso….

 

Per ora, in ogni caso, registriamo le obbiezioni dei Verdi, che da tempo battono su questo chiodo, e dei socialisti:  entrambi i partiti chiedono di poter visionare tutti i dati. Chi sono queste persone? Quanti anni hanno? E via di seguito. Obbiezioni che ci paiono fondate e pertinenti, sia alla luce delle prossime votazioni cantonali in agenda ("Dumping" e "Prima i nostri"), sia in vista dell'ormai prossima discussione parlamentare sulla manovra da 200 milioni per risanare le casse statali.

 

Ad ecologisti e socialisti, stamane, si è aggiunto anche Lorenzo Quadri. Il direttore del Mattino, che come municipale di Lugano amministra la socialità cittadina, ha rilanciato i sospetti con un post su Facebook: "Le statistiche taroccate della SECO fanno scuola: il governo giochicchia sui termini (domande pagate/domande aperte) e tace alcune cosucce per abbellire la situazione: dopo la politica Xerox, ecco la politica Max Factor. Tra le altre cose, il CdS riesce ad indicare che le persone in assistenza in Ticino sarebbero 7800, quando in realtà sono oltre 9000 (nel 2010 erano 6000)".

 

"I "ritocchini" di cui sopra – scrive ancora l'esponente leghista - sono comprensibili: alcuni ministri, prendendo spunto dalle statistiche farlocche della SECO sull'occupazione (taroccate con l'obiettivo politico di magnificare la libera circolazione delle persone), se ne erano incautamente usciti con dichiarazioni trionfalistiche sullo stato di salute del mercato del lavoro ticinese. Le cifre dell'assistenza raccontano tutta un'altra storia. Imbarazz, tremend imbarazz!".

 

Al di là del gioco delle parti e delle schermaglie politiche, si chiede una cosa semplice in un momento politicamente delicato e che presto produrrà scelte molto importanti: che tutte le carte vengano messe sul tavolo. E francamente, facendo astrazione da malizie e sospetti, si fa davvero fatica ad immaginare un motivo valido per cui non lo si voglia fare. Perché no? Conoscere per deliberare: è tutto qui.

 

Se è stato un errore di comunicazione, beh, pazienza, succede: si può porvi rimedio facilmente. Se invece è stata una tattica dettata dall'opportunità politica, allora questa scelta è stata piuttosto avventurosa se non spericolata: il risultato è stato infatti solo quello di amplificare i dubbi degli scettici e di farne venire a chi non ne aveva ancora. Il caso insomma si è ingrossato. Cui prodest?

 

Permetteteci un'ultima riflessione. I dati dell'assistenza sono particolarmente importanti e sensibili perché ci permettono di fotografare quelli che sono gli ultimi della nostra società. E uno Stato esiste perché prima di tutto e di tutti è dei più deboli che si deve preoccupare. Giuliano Bignasca lo ripeteva spesso: "Se vogliamo evitare il disastro non dobbiamo lasciare indietro troppa gente". Purtroppo molti sembrano essersene dimenticati. Perché i dati dell'assistenza servono anche a questo: a capire quanti sono scivolati, scomparendo da altre statistiche, nello scantinato della piramide sociale. E capire anche il perché è accaduto. 


AELLE

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