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Salute e Sanità
15.09.2016 - 14:110
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La Clinica Sant'Anna querela il Caffé per diffamazione e violazione della legge sulla concorrenza. Il presidente Pelli e i legali, Salmina e Macconi: "A tutto c'è un limite. Stop a questa campagna denigratoria". Pronta una denuncia contro ignoti per sottr

Pelli ha difeso la qualità dei servizi sanitari della Clinica e informato sul finanziamento del risarcimento pagato dal dottor Rey alla paziente vittima di un errore medico nel 2014

SORENGO - “A tutto c’è un limite. La Clinica Sant’Anna non è più disposta a subire la campagna stampa denigratoria in corso da mesi da parte de “Il Caffè”, basata su informazioni raccolte da fonti discutibili e non sufficientemente verificate”. Inizia così la nota diramata oggi dai vertici della Clinica al termine di una conferenza stampa. Lo scambio di accuse tra l’istituto e il domenicale, che ancora nei giorni scorsi si era risolto a suon di comunicati stampa incrociati, finisce dunque sul tavolo del Ministero pubblico.

“A tutela della sua immagine e del buon nome dei suoi collaboratori e dei medici accreditati – si legge nella nota - la Clinica ha sporto a inizio agosto una prima querela penale per diffamazione e violazione della Legge sulla concorrenza sleale contro il settimanale”.

Ma il  presidente del Consiglio d’amministrazione di GSMN Ticino, Fulvio Pelli, e i legali della Clinica, Edy Salmina e Roberto Macconi hanno aggiunto che sarà sporta una seconda denuncia per furto e sottrazione di documenti riservati e che in futuro ad ogni scorrettezza del domenicale seguirà una ulteriore denuncia.

Nel corso della conferenza stampa convocata a Sorengo, Pelli ha difeso la qualità dei servizi sanitari della Clinica e dato precise informazioni sul finanziamento del risarcimento pagato dal dottor Piercarlo Rey alla paziente oggetto di un errore di identificazione l’8 luglio 2014. Pelli ha confermato la notizia circa il non luogo a procedere pronunciato dal procuratore generale John Noseda in riferimento alla trasmissione da parte del deputato Matteo Pronzini al Ministero pubblico di una sua interrogazione/denuncia contro la Clinica Sant’Anna.

Nel suo decreto, il Procuratore Generale evidenziava in particolare che l’interrogazione presentata dal deputato al Consiglio di Stato, che riprende i contenuti di diversi articoli pubblicati da “Il Caffè”, non può essere presa in considerazione visto che non sussistono elementi oggettivi di possibili reati patrimoniali.

“La prassi adottata dalla Clinica – si legge sempre nella nota stampa che riprende la decisione di Noseda - è conforme a quanto attualmente fatto nelle sale operatorie in generale e quindi non viola le norme di fatturazione né tantomeno rappresenta una messa in pericolo della vita e della salute dei pazienti”. Il tema oggetto del contendere era l’assenza in sala operatoria di medici assistenti e la presenza di infermieri specializzati in occasione di alcuni interventi chirurgici.

“Si tratta del riconoscimento della bontà del nostro operato, che non viola alcuna regola sanitaria” - ha sottolineato Fulvio Pelli - stigmatizzando l’inaffidabilità delle azioni di Pronzini, che approfitta della sua posizione di deputato per gettare fango sulle attività sanitarie del settore privato”.

Prendendo spunto dalle ultime accuse del “Il Caffè” relative all’indennizzo della vittima dell’errore di identificazione dell’8 luglio 2014, prosegue la nota della clinica, “Pelli ha ricostruito l’accaduto, spiegando l’intervento di cofinanziamento assicurativo della RC della Clinica, su sollecitazione dei difensori del medico, ad accordo ormai già intervenuto fra il medico stesso e la paziente, senza partecipazione o coinvolgimento della Clinica stella. Pelli si è rammaricato che il domenicale sposi una tesi manifestamente diffamante per la Clinica senza verificare l’informazione ricavata dalla lettura di un ricorso del medico. Non verificare una informazione è giornalisticamente scorretto ed ancor più lo è quando l’informazione è dedotta da un documento ricorsuale, quindi da un documento di parte che per definizione contesta accertamenti giudiziari risultanti da una sentenza, nel caso sia di prima che di seconda istanza”.

Gli avvocati della Clinica Roberto Macconi e Edy Salmina, si legge ancora nel comunicato odierno, “hanno indicato da una parte il non coinvolgimento dei dirigenti e del personale della Clinica nell’inchiesta penale se non quali persone informate sui fatti e fatto riferimento a una serie di documenti e prove a supporto e dall’altra le azioni di denuncia intraprese e previste per indurre il domenicale a cessare la sua ingiustificata compagna di diffamazione e identificare gli autori delle fughe di documenti riservati. Una campagna denigratoria di questo tipo che si protrae per mesi e mesi, con l’utilizzo di informazioni non verificate o manifestamente inaffidabili danneggia non solo la Clinica Sant’Anna  ma anche tutti i medici, il personale di cura, e più in generale il settore sanitario privato. Una situazione inaccettabile che farà reagire fermamente la Clinica ad ogni ulteriore attacco ingiustificato”.
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