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02.11.2016 - 23:580
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

De profundis per le Bianche Casacche sommerse da 400'000 franchi di precetti. Il pretore decreta il fallimento del Locarno. Il presidente Nicora: "Le leggende metropolitane sono molte". Poi ammette, ma spera: "Tutto in via di risoluzione". È stato Schönwe

60'000 franchi di precetti spiccati dall'AVS, circa 47mila dall'ex allenatore. Il municipale Giuseppe Cotti e l'ex presidente Stefano Gilardi: "Seguiamo con attenzione gli eventi. Priorità alla continuità del settore giovanile"

di Marco Bazzi

LOCARNO – “Le leggende metropolitane sono numerose. Molta gente si interessa, ma tanti sono curiosi, alcuni sono poco raccomandabili ed altri sono persone serie. Se vi saranno novità in merito, verrete informati…”.

Così scriveva, mercoledì pomeriggio, sulla bacheca Facebook delle Bianche Casacche, il presidente Michele Nicora. Si riferiva alla voce che circolava insistente in quelle ore: il Football Club Locarno è fallito? Ipotesi, voci, sussurri sull’ennesimo inglorioso crack di una gloriosa società calcistica ticinese.

Ma nella settimana dei Morti, col Ticino mezzo deserto e assopito dalle vacanze canoniche – Pasqua, Carnevale, Natale -, tutto restava ovattato e indefinito. Ci sono volute un paio di telefonate insistite ai giusti interlocutori per avere la conferma confermata del fallimento decretato dal pretore Francesco Bertini.

Fallimento che sarà revocabile nella misura in cui il presidente Nicora taciterà il creditore che, tra i molti, l’ha chiesto e dimostrerà di essere solvibile. Ha 10 giorni di tempo per farlo.

“Non confermo niente – dice via sms Nicora a liberatv -. È tutto in via di risoluzione. Domani o dopo potremo dire di più”.

Sembra una dichiarazione di chi, mentre l’acqua sale e gli lambisce la gola, cerca di prender tempo. Perché l’elenco dei precetti esecutivi intimati al FC Locarno si aggira, a occhio e croce, attorno ai 400'000 franchi, 60'000 dei quali sono stati spiccati nell’ultimo anno dall’AVS per oneri sociali non pagati, oltre a quelli relativi al secondo pilastro. Si dice però che a chiedere il fallimento sia stato l’ex allenatore Paul Schönwetter, che reclama al club circa 47'000 franchi di salario, essendo stato ingaggiato dalla nuova dirigenza con contratto triennale e poi licenziato dopo pochi mesi. Capita, sulle panchine del calcio… Però poi bisogna pagarne le conseguenze.

Sull’ipotesi che sia stato Schönwetter a chiedere il fallimento, Nicora non si sbilancia: “Un po’ di suspence non guasta”, ci risponde via sms. Come se non bastasse la suspence che c’è già c’è…

Comunque, solo l’intervento di un miracoloso finanziatore, di un angelo benefattore, potrà tirar fuori il Locarno dalle sabbie mobili del fallimento.

Da parte sua, Giuseppe Cotti, municipale responsabile del Dicastero sport dichiara: “La Città segue con attenzione l’evoluzione degli eventi. Non abbiamo per ora conferme ufficiali sul fallimento. Nel caso in cui fosse confermata la decisione della Pretura ci auguriamo che possa comunque essere scongiurato l’esito finale. La nostra attenzione va sicuramente al settore giovanile del Locarno e alla sua continuità, comunque vadano le cose”.

Sulla stessa linea è Stefano Gilardi, sindaco di Muralto, ex presidente del Locarno e attuale presidente onorario. Dice a liberatv: “Attendo l’evolversi della situazione con apprensione e trepidazione, sperando che si risolva nel miglior modo possibile”. Anche Gilardi, come Cotti, guarda al futuro del settore giovanile: “Mi sta molto a cuore, perché il calcio, soprattutto nel Locarnese, è un fenomeno sociologico importanze anche dal profilo dell’integrazione”.

Questo è quanto, finora. Ma c’è un altro elemento che vale la pena di aggiungere. Il mese scorso il presidente Nicora ha comunicato internamente ai suoi collaboratori di aver destinato uno spazio per l’amministrazione e il segretariato e che tra le persone autorizzate a occupare quegli spazi c’era Silvio Secondiani. Trattasi dell’ex vicesegretario e contabile del Comune di Lamone e poi di Rovio, già condannato per malversazioni. Ma come, chiediamo al presidente sempre via sms, avete dato i conti in mano a lui? Risposta: “Alle persone bisogna dare una seconda chance. Comunque si occupa solo della revisione.”. Ah beh, allora…
Il problema sta nel fatto che il precedente revisore ha rinunciato all’incarico in estate, vedendo lo stato dei conti… E un revisore, anche se ancora non iscritto a registro di commercio, ci voleva.



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