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Cronaca
02.12.2016 - 08:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bravofly non soltanto assume solo frontalieri o non residenti, ma... Dopo due anni di trattative con Axim e un progetto su misura pronto ad andare in cantiere, si rimangia la parola: niente più campus sul terreno ex Branca a Chiasso. E l'impresa di costru

Un altro caso vede protagonista la discussa azienda italiana con sede a Chiasso, al centro di nuove polemiche per la mancata assunzione di lavoratori residenti, nonostante le promesse fatte in primavera. Ecco tutta la storia, documenti alla mano...

CHIASSO - Le perplessità sull’atteggiamento con cui la Bravofly è atterrata in Ticino, in quel di Chiasso, e sull’atteggiamento del suo patron, Fabio Cannavale, le abbiamo già espresse più di un anno fa. Questa agenzia di viaggi anomala, che opera via internet, e che nei mesi scorsi ha cambiato nome in lastminute.com, è stata al centro nell’ultimo anno di ripetute polemiche per il suo tentativo di non sottostare ai salari minimi fissati per il settore dal contratto normale di lavoro.

In questi giorni si è venuto a sapere che la Bravofly di Cannavale ha assunto quest’anno 106 nuovi dipendenti e che il suo organico conta ora 415 collaboratori, ma ticinesi o residenti nisba, nonostante le promesse. In primavera l’azienda aveva infatti garantito al Municipio la volontà di restare a Chiasso e di assumere anche collaboratori svizzeri, accanto alle centinaia di frontalieri o non residenti già in organico. Ma Cannavale continua a sostenere che è "quasi impossibile trovare impiegati ticinesi" disposti a lavorare nella sua azienda. Insomma, in Ticino non ci sono i profili giusti. Chissà perché…

Ora però c’è un altro caso che la dice lunga sulla politica aziendale della Bravofly e sulle promesse di Cannavale. Il patron dell’azienda è in trattativa da un paio d’anni con l’impresa di costruzioni luganese Axim per realizzare un nuovo mega “campus” da seimila metri quadrati a Chiasso, sul terreno ex Fernet Branca. La Bravofly si è fatta realizzare un progetto su misura e avrebbe dovuto occupare una delle due palazzine previste nel nuovo complesso.

Cannavale ha addirittura chiesto ad Axim di poter partecipare finanziariamente all’investimento, stimato in una cinquantina di milioni, e di poter avere un aereo installato nel cortile del campus, a simboleggiare l’attività della sua azienda.

Tutto era pronto per iniziare il cantiere, che avrebbe dovuto terminare nel 2018, come testimoniano i documenti e le mail che liberatv ha potuto leggere.
Ma alla fine, un paio di settimane fa, il patron di Axim, Enrico Rossini, ha ricevuto una telefonata – nemmeno da Cannavale, ma dal suo braccio destro – con la quale gli si comunicava che non si sarebbe più fatto nulla. E ora si preannuncia una causa milionaria di Axim nei confronti di Bravofly.

Per raccontare il caso bisogna fare qualche passo indietro nel tempo. Alcuni anni fa l’impresa luganese Axim acquistò il terreno ex Fernet Branca. L’architetto Giorgio Giudici elaborò un progetto per quell’area, prevedendo un complesso con uffici, negozi e parte residenziale.

Poi si fecero vivi degli investitori arabi che proposero all’Axim di costruire un albergo. In seguito, circa tre anni fa, l’allora sindaco di Chiasso, Moreno Colombo, mise in contato Axim e Bravofly, che cercava nuovi spazi in cui insediarsi. Visto che l’architetto Bruno Huber conosceva personalmente Cannavale, Rossini affidò a lui la progettazione del nuovo complesso, suddiviso in due stabili, uno dei quali doveva essere occupato in buona parte dalla Bravofly.

Ne nacque un progetto che piacque molto a Cannavale e pure al Comune di Chiasso. La Bravofly chiese di poter gestire anche il ristorante previsto al piano terreno, e l’area posteggi, chiese uno spazio coperto sul tetto dell’edificio dove poter organizzare eventi, e sei appartamenti per i propri collaboratori o clienti. Chiese inoltre tutta una serie di modifiche all’architetto, che di fatto progettò il palazzo su misura per l’azienda di Cannavale. I piani definitivi vennero consegnati nell’autunno dello scorso anno e in maggio l’Axim ottenne la licenza edilizia.

Proprio nel maggio di quest’anno l'azienda rese pubblica la volontà di assumere collaboratori svizzeri (che allora, ma forse ancora oggi erano limitati a un’unità), e parlò di collaborazioni avviate con l’USI e la SUPSI. E fece sapere tramite la stampa che entro giugno sarebbe stato sottoscritto l'accordo per la realizzazione del nuovo campus all'interno del complesso residenziale previsto sul terreno ex Fernet Branca.

A questo punto l’Axim chiese i crediti bancari necessari alla costruzione, che vennero concessi a inizio luglio: 30 milioni di finanziamento, ma subordinati alla firma di un contratto di affitto pluriennale con la Bravofly. Sulla base dell’investimento previsto e degli spazi destinati all’azienda di Cannavale (oltre seimila metri quadrati e 106 posteggi), Axim elaborò la proposta di contratto: l’affitto ammontava a un milione e mezzo di franchi all’anno. La direzione della Bravofly impose alcune modifiche al contratto, che vennero accettate dall’impresa costruttrice.

A un certo punto Cannavale, secondo la versione di Axim, propose a Rossini di realizzare insieme la costruzione, dunque di partecipare direttamente all’investimento. Si può fare, rispose il costruttore, e presentò una proposta al patron di Bravofly.

Tutto era comunque pronto per andare in cantiere, ma sempre in luglio la Bravofly scrisse all’Axim imponendo un temporaneo stop all’operazione. Era il momento in cui l’azienda stava discutendo il contratto collettivo con i sindacati.

Risolto il problema sindacale, in settembre la direzione della Bravofly comunicò altre richieste di modifica ai piani del progetto, piccoli dettagli (prese di corrente, velocità degli ascensori, eccetera), che però richiesero altro lavoro.
Axim sostienene che quando chiese una caparra di garanzia alla Bravofly, Cannavale rispose che non ce n’era bisogno: “Noi siamo la Bravofly”. Come dire: la garanzia sta nel nome.

Poi, in ottobre, uscì sul periodico Ticino Management un articolo che mise sul “chi va là” Rossini. Nell’articolo si leggeva: “Al momento non è stato fissato alcun calendario per il trasferimento e Cannavale non esclude neppure che un’altra destinazione – sempre a Chiasso – possa rimpiazzare l’ipotesi dell’ex area Branca”.

Ma come? Dopo due anni di trattative e dopo un progetto fatto su misura, Cannavale cambia idea? Axim ottenne a quel punto nuove garanzie che l’operazione sarebbe andata in porto, ma un paio di settimane fa Rossini ricevette la telefonata di cui abbiamo detto dal braccio destro di Cannavale il quale gli disse: “Mi spiace, ma Cannavale ha deciso di lasciar perdere il progetto, sia per la partecipazione finanziaria sia per l’affitto”. Rossini, ovviamente, non la prese bene.

Il 29 novembre arrivò la conferma pubblica. In un’intervista al Corriere del Ticino, Cannavale disse: “Il progetto Axim sembra avere tempi troppo lunghi per le nostre esigenze immediate (…). Non facendo i costruttori, preferiamo valutare situazioni esistenti e concrete piuttosto che progetti futuri che hanno una tempistica incerta”.

A questo punto Axim intende far causa alla Bravofly. Il risarcimento stimato si aggira su un paio di milioni. Non ci sono solo i costi di progettazione, ma anche il mancato introito di aree del complesso che l’impresa era in procinto di vendere ad altri investitori. Ora tutto è bloccato perché il finanziamento dell’intero progetto edilizio era imperniato sull’accordo con la Bravofly. Nel frattempo c’è da chiedersi dove lavorino gli oltre 400 dipendenti dell’azienda, considerati gli spazi piuttosto angusti della sua sede.

Marco Bazzi



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