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Cronaca
05.12.2016 - 19:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Delitto di Stabio, M.E. nega la premeditazione e afferma di aver ucciso Nadia Arcudi per un moto improvviso. Ma non spiega perché. Intanto la procuratrice Pamela Pedretti promuove l'accusa di assassinio

Quella sera, non vedendolo arrivare la moglie, che con la suocera lo stava aspettando al ristorante, gli inviò un messaggio per chiedergli se continuare o no ad attenderlo. M.E. rispose di ordinare la cena, e di farlo anche per lui, con tanto di dettagli su cosa avrebbe gradito mangiare

LUGANO – M.E., l’autore del delitto di Stabio nega di aver agito in modo premeditato quando ha ucciso la giovane cognata, Nadia Arcudi. Agli inquirenti – secondo il Quotidiano della RSI – il 42enne ha dichiarato di essersi recato dalla cognata per consegnarle degli oggetti e di averla uccisa in preda a un moto improvviso. Non ha però ancora spiegato le ragioni che la sera del 14 ottobre lo spinsero a uccidere Nadia Arcudi.

Non vedendolo arrivare la moglie, che con la suocera lo stava aspettando al ristorante, gli inviò un messaggio per chiedergli se continuare o no ad attenderlo. M.E. rispose di ordinare la cena, e di farlo anche per lui, con tanto di dettagli su cosa avrebbe gradito mangiare.
Nel frattempo, sempre secondo la RSI, la procuratrice pubblica Pamela Pedretti ha prospettato all’uomo il reato più grave previsto dal codice: quello di assassinio. L’omicidio intenzionale è stato ipotizzato solo in via subordinata.


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