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Cronaca
06.12.2016 - 17:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Frontalieri in ostaggio a causa dei confini blindati dopo la tentata rapina a Molinazzo, al j'accuse del sindaco di Lavena Ponte Tresa, Mastromarino, replica il suo collega di Vico Morcote, Pifferi: "Spiace. Un brutto ritardo. Ma come la mettiamo con le a

Il municipale di Lugano: "Caro sciur sindic, se non ti sta bene che i frontalieri debbano sottostare, in Ticino, alle decisioni delle autorità ticinesi, non hai - assieme agli altri politicanti tuoi connazionali - che da creare posti di lavoro in Italia, di modo che quasi 65mila tuoi connazionali non debbano ogni giorno varcare il confine per lavorare in Ticino"

PONTE TRESA - La FIAT utilizzata per la tentata rapina alla Banca Raffeisen di Molinazzo di Monteggio, nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 5 dicembre, è stata trovata alcune ore dopo a Cremenaga, a poche centinaia di metri dal confine.

S’è dunque rivelato inutile il tentativo, della polizia ticinese di blindare le frontiere in uscita dalla Svizzera, subito dopo la fuga dei due malviventi: dalle 17 alle 19.30, migliaia di frontalieri (e non solo) sono rimasti intrappolati in colonna ai vari valichi: Porlezza, Chiasso, Lavena Ponte Tresa.

"Due ore e mezza d’inconcepibile caos – ha dichiarato alla Prealpina il sindaco di Lavena, Massimo Mastromarino - provocato da un provvedimento abnorme, che s’è rivelato inefficace, visto che i rapinatori sono riusciti comunque a passare la frontiera, a bordo dell’auto ricercata dalla polizia cantonale e da quella italiana, diverse ore dopo la fuga e la conseguente chiusura e la riapertura delle dogane. Il disagio sopportato dai frontalieri è stato enorme ma l’interpretazione della norma del Trattato di Schengen che concede a Italia e Svizzera di chiudere unilateralmente le frontiere non dovrebbe valere per una rapina, oltretutto fallita”.
Mastromarino, che ha parlato di frontalieri "in ostaggio", ha anche contattato la Prefettura di Varese per chiedere un formale intervento nei confronti delle autorità elvetiche, che non avrebbero avvertito in tempo utile i colleghi di oltrefrontiera.

“Lo sfogo dell' Onorevole Sindaco di Lavena-Ponte Tresa non lo condivido – scrive oggi su Facebook il sindaco di Vico Morcote, Giona Pifferi -; spiace che diversa gente abbia dovuto subire i ritardi dovuti alla scelta di bloccare la dogana; a me capita sovente di ritardare per colpa del traffico negli orari di punta anche senza le rapine. Purtroppo regolarmente. Visto che l'onorevole Sindaco è architetto ed urbanista potrebbe cercare soluzioni, con qualche parcheggio/incentivo, per permettere ai suoi concittadini e vicini di usufruire di meno dell’auto e permettere in casi normali dei miglioramenti di scorrevolezza. A vantaggio di tutti! Magari sarà d'esempio ad altri colleghi Sindaci. Spero comunque che il collega continui con la sua battaglia per utilizzare parte dei ristorni, come ha promesso, per migliorare la qualità delle acque che vengono immesse nel lago nostro/loro Ceresio. Questo tema, se guardiamo a fondo, è molto più grave di un comunque BRUTTO ritardo di rientro dal lavoro dovuto ad un caso eccezionale; ai nostri giorni immettere REGOLARMENTE acqua non depurata e dimenticarsi che oramai è una consuetudine mi fa arrabbiare assai".

Anche il consigliere nazionale Lorenzo Quadri se la prende, con tono duro e polemico, con il sindaco di Lavena Ponte Tresa: “Questo ssignor Mastromarino ha proprio perso la trebisonda – scrive -. È evidente che le esigenze di sicurezza del Ticino, in casa nostra, hanno la priorità, e costui non ha alcuna facoltà di metterci becco. Sequestro di persona? Frontalieri ostaggio dei ticinesi (sottointeso: razzisti)? Ma non facciamo ridere i polli!
Primo: e come la mettiamo le migliaia di ticinesi che tutti i giorni si trovano ostaggio della viabilità bloccata dall'invasione di frontalieri che entrano quotidianamente in Ticino uno per macchina? Niente da dire al proposito? Anche tanti lavoratori ticinesi si alzano alle 5 perché devono trascorrere ore in colonna nelle nostre strade ed autostrade intasate da targhe azzurre.
Secondo: caro sciur sindic, se non ti sta bene che i frontalieri debbano sottostare, in Ticino, alle decisioni delle autorità ticinesi, non hai - assieme agli altri politicanti tuoi connazionali - che da creare posti di lavoro in Italia, di modo che quasi 65mila tuoi connazionali non debbano ogni giorno varcare il confine per lavorare in Ticino, generando - oltre al collasso viario di cui sopra - sostituzione e dumping salariale a danno dei lavoratori residenti.

Terzo: si può comunque concordare sul fatto che non è stata una grande idea chiudere le frontiere alle 6 di sera col risultato di non far uscire i frontalieri dal Ticino. La prossima volta le si chiuderà alle 7 di mattina per non farli entrare. Magari il signor sindaco di Lavena Ponte Tresa apprezzerà di più”.

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