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Cronaca
27.12.2016 - 08:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pier Giorgio De Pinto, quando l'arte crea un ponte tra Natura e Tecnologia, da Platone al 'digitale'. L'artista italiano, che ha scelto "l'incantato Ticino, pieno di meraviglie e di magiche energie", espone a Basilea: "Lavoro sull'idea di una società del

La collettiva “Die zweite Natur” Künstlerische Naturreflexionen im digitalen Zeitalter è esposta alla Haus der elektronischen Künste di Basilea fino all’8 gennaio 2017. In questo contesto, l’opera proposta da De Pinto è Polyhedra

di Igor Nastic

BASILEA - A fine novembre alla Haus der elektronischen Künste di Basilea è stata inaugurata per Regionale 17 un’esposizione collettiva intitolata Die zweite Natur; una collettiva di artisti riconducibili geograficamente alla zona del Reno. Tra questi vi è anche l'italiano Pier Giorgio De Pinto che attualmente vive e lavora a Bellinzona, da alcuni anni collabora come freelance con il MACT/CACT Arte Contemporanea in Ticino, e nel recente passato proprio a Basilea ha vissuto e lavorato instaurando un dialogo con la Città e il suo ricco, oltre che complesso, panorama artistico.

In questo contesto, l’opera proposta da De Pinto è Polyhedra. The extended sculptures (2015). Attraverso questo lavoro, frutto di lunghe e impegnative ricerche, l’artista indaga su più livelli l’entità naturale e soprannaturale del Genius Loci (lo spirito del luogo). E lo fa attraverso un viaggio sensoriale, oltre che avvalendosi della tecnologia cara a De Pinto, a tal punto da traghettare il visitatore nella dimensione del… the future is now, il futuro è adesso.

Particolare sensibilità è posta anche all’esperienza che il visitatore può fare attraverso l’applicazione QR che decostruisce la sua opera invitandolo ad un viaggio sensoriale.
Incontrato a Basilea, presso il suggestivo spazio espositivo HeK, che potremo definire un tempio della modernità per gli artisti contemporanei, abbiamo chiesto a De Pinto di avvicinarci attraverso le parole ai significati della sua opera.

“Da molto tempo lavoro su un’idea di 'società del sentimento', che muove l'essere umano verso il suo cuore, verso i suoi sentimenti. Un viaggio non semplice, appesantito da tutte le cicatrici che l'uomo post-tecnologico porta su e dentro di sé. Con le mie ricerche visive invito l'uomo a guardare verso la Natura come situazione primordiale ma coniugando questa visione all’uso della tecnologia. Creo quindi progetti sul rapporto speciale tra Terra, Scienze, Spiritualità, Geometria e Geografia, attraversando diverse discipline artistiche. Ogni opera è solitamente costituita da un'installazione trans mediale; ovvero con l’uso di video, immagini digitali, installazioni interattive, performance, teatro sperimentale, danza contemporanea. Per fare questo beneficio dello sviluppo di molti software per la creazione di oggetti 3D e animazioni computerizzate, utilizzo anche la Realtà aumentata), la Realtà Virtuale, i codici QR e altre tecnologie.
La tecnologia in se stessa, se raccontata tale e quale, finisce per annoiare e lo stupore che crea è momentaneo ed esauribile nel giro di pochi secondi. Per questo motivo sviluppo i miei temi sempre coniugando tradizione e tecnologia quindi da un punto di vista storico e al contempo analitico; il risultato è un’analisi in bilico tra pragmatismo e visione, razionalità ed emozione. Suscito nel fruitore delle mie opere una reazione di pensiero e di azione e non solo un approccio passivo.

Per quale ragione ha scelto il Ticino come “luogo” per la creazione delle sue opere?
Da alcuni anni vivo nell’incantato Ticino. Incantato nel senso proprio di pieno di meraviglie e di magiche energie. Mi sono trasferito in Svizzera nel 2010 per vivere esattamente dove sentivo questa particolare energia del territorio. In Ticino vi è, sicuramente, un Genius Loci speciale ed espanso. Un esempio per tutti, il Monte Verità, dove chiunque può scoprire luoghi che emettono alte energie, come sorgenti benefiche, rocce magiche, alberi e boschi sacri, colline e punti panoramici, valli, cappelle e antichi luoghi di culto.
Attraverso le mie opere desidero dare, a chi le osserva o le porta a sé, la possibilità di sperimentare la storia e l'atmosfera magica dei luoghi da me visitati in vari territori del mondo. Faccio questo attraverso ricerche sulla mitologia, sui racconti popolari, sulle architetture di paesaggi, ambienti urbanizzati, luoghi di culto e luoghi sacri. Durante i miei soggiorni conduco ricerche su come agisce la Natura sull’uomo, quale agente di trasformazione e di ciclicità costante.
Lavoro anche su quei concetti di tempo e di spazio che non sono più riconducibili ad un reale andare 'da qualche parte' o ad un comunicare con 'qualcuno'.
Il mondo virtuale in cui le persone si connettono tra loro tramite processori digitali, attraverso l’uso quotidiano del ‘social networking’, ha creato infatti un vuoto, un altro tempo e spazio, una distanza dalla realtà "tangibile”. Per assurdo siamo circondati da schermi tattili ma non tocchiamo direttamente più nessuno e nulla.

Come nasce il suo lavoro artistico e quali tecniche utilizza?
Gran parte del mio lavoro si basa su foto e video la cui fruizione “digitale” rimuove il senso di profondità di campo, per questo aggiungo loro una nuova dimensione tridimensionale grazie alla manipolazione digitale. I risultati non sono solo parte di una percezione, ma anche una documentazione delle informazioni che raccolgo sul nostro ambiente circostante. La fotografia e il video, non sono quindi parte di una percezione ma sono parte integrante delle informazioni. In questo contesto, trasformo le strutture architettoniche dell'ambiente umano, costituito da fattori fisici, in un mondo interattivo, non semplicemente virtuale,  che ci permette di giocare con la prospettiva di cosa è oggi “essere umano” e “natura”.

Come si pone in qualità di artista contemporaneo in dialogo tra Natura e tecnologia?
Non amo molto il concetto di virtuale come contrapposizione al reale. Diciamo piuttosto che il mio lavoro genera (e vive) una seconda Natura. Tra l’altro è il titolo della mostra a cui partecipo alla Hek di Basilea. La geometria che uso ampiamente nel mio lavoro ha le sue radici nello studio della natura, così come i principi matematici che la compongono. Molte forme osservate in natura possono essere correlate alla geometria; ad esempio le api costruiscono in forma esagonale le cellule che contengono il loro miele. Nel mio lavoro c'è soprattutto uno studio sulla geometria tradizionale "sacra" che si riferisce ai cinque solidi platonici e allo studio della “Divina Proportione” tanto cara al matematico Luca Pacioli e a Leonardo da Vinci. I cinque solidi platonici sono da sempre correlati in questo ordine: il cubo alla terra, il tetraedro al fuoco, l’ottaedro all’aria, l’icosaedro all'acqua, e il dodecaedro all'universo o "prana/etere".
Platone scrisse che, "La terra vista dall'alto, assomiglia ad una palla contenuta in dodici pezzi di pelle cuciti tra di loro”, con questa osservazione si iniziò a considerare il dodecaedro come simbolo di Gaia, il pianeta vivente “Terra”. Trovo interessante questa connessione tra scienza/ambiente/natura e filosofia che ha generato uno dei miei più importanti progetti chiamato “Future is now”.

Può spiegarci meglio di cosa si tratta?
Con “Future is now” sono partito dallo studio sulle migliaia di diverse sfaccettature del corpo, focalizzandomi su un tema antico quanto l'uomo stesso, tema che è nato con l'uomo come espressione ma anche limite della sua identità storica (la Terra è piatta o sferica? Siamo soli nell’Universo? C’è un ordine superiore che ci guida e che ci ha creati? etc… ). Un Genius Loci (spirito del luogo), inteso come confronto territoriale per una definizione geografica/geometrica, partendo dal corpo come territorio in termini di proporzioni "divine". Questo aspetto parte quindi dal corpo, ma include un viaggio verso il nostro ambiente, si espande in una visione verso il nostro intero pianeta, il cui percorso può essere tracciato sulla corpo stesso, sviluppandolo in termini di caratteristiche esoteriche contemporanee, e il loro rapporto con le forme archetipiche del passato. Di nuovo un connubio tra tradizione e tecnologia.

Può offrirci una sintesi del suo pensiero e della sua opera?
Mi permetto di concludere, cercando di racchiudere parte del discorso appena enunciato, con un bellissimo pensiero di Galileo Galilei, tratto dal suo “Il Saggiatore”.
- La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto -”.

Con questo articolo dedicato al mondo dell’arte e in particolare a quanto viene proposto e creato in Ticino, LiberaTV inaugura “Caffè dell’Arte”, la rubrica artistica da leggere per la durata di una chiacchierata accompagnata da un caffè.

La collettiva “Die zweite Natur” Künstlerische Naturreflexionen im digitalen Zeitalter è esposta alla Haus der elektronischen Künste di Basilea fino all’8 gennaio 2017.

Maggiori informazioni sull’esposizione www.hek.ch

Sito web di Pier Giorgio De Pinto www.depinto.it

Future is now ha il sito all’indirizzo web

https://futureisnow.culturalspot.org/exhibit/future-is-now/fgKSGRoAOk8rIQ
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