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Cronaca
12.01.2017 - 18:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ma che succede al Ministero Pubblico? Nicola Corti se ne va sbattendo la porta. Il procuratore pubblico si dimette e lancia pesanti accuse ai vertici della Procura

Clamorosa decisione del magistrato che in una lettera all'Ufficio Presidenziale scrive: "Quale magistrato non partecipo a giochi di potere, non proteggo niente e nessuno se non il buon funzionamento della giustizia, non mercanteggio e non assecondo"

LUGANO - Se ne va sbattendo la porta il procuratore pubblico Nicola Corti. Il magistrato ha deciso di dimettersi e di farlo lanciando pesanti accuse ai vertici del Ministero pubblico. Accuse, come anticipato dalla RSI, contenute in una lettera inviata lo scorso 22 dicembre all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio.

"Quale magistrato – si legge - non partecipo a giochi di potere, non proteggo niente e nessuno se non il buon funzionamento della giustizia, non mercanteggio e non assecondo."

Stando a quanto riportato dalla RSI, secondo Corti non ci sarebbero le condizioni per poter lavorare a pieno titolo, con l’autonomia necessaria a un procuratore. “Preferisco quindi offrire ad altri – scrive il magistrato – la possibilità di rivelarsi pienamente operativi, autonomi quanto occorre per mantenersi indipendenti e imparziali, celeri ed efficaci, al servizio e non asserviti, autorevoli e non autoritari”.

Corti, puntualizza sempre la RSI, ha informato della sua decisione di andarsene solo il Gran Consiglio, che è l'autorità di nomina dei procuratori. Il Ministero Pubblico non ne sapeva nulla, tanto che il procuratore generale John Noseda, dicendosi sorpreso, ha preferito non commentare.

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