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20.01.2017 - 19:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Nicola Corti al Consiglio della Magistratura: "Confermo i contenuti della mia lettera di dimissioni ma non volevo gettare ombre sul lavoro dei miei colleghi"

Faccia a faccia nel pomeriggio tra il procuratore pubblico dimissionario e l'organo di vigilanza: "In sintesi - scrive il Consiglio in una nota - va riconosciuta l'esistenza di difficoltà con la direzione del Ministero Pubblico che hanno reso vieppiù difficili le condizioni di lavoro per il magistrato, il quale, a prescindere dal possibile esito di un procedimento peraltro mai aperto nei suoi confronti, ha per finire scelto di rassegnare le dimissioni"

BELLINZONA - Nicola Corti ribadisce il contenuto della sua lettera di dimissioni ma precisa di non aver certo voluto gettare ombre sul lavoro dei suoi colleghi. È quanto emerge ufficialmente dopo l'incontro avvenuto oggi tra il Consiglio della magistratura e il magistrato. Un incontro resosi necessario dopo il polverone sollevato dalla lettera di dimissioni del procuratore.

 

A comunicare li contenuti dell'incontro è stato il Consiglio della Magistratura attraverso un comunicato inviato alle redazioni in tarda serata: "Nicola Corti - si legge nella nota - ha ribadito senso e portata del suo scritto con riferimento a quanto da lui già posto all'attenzione del presidente del Consiglio della magistratura. Stante il chiaro invito formulato nella sua lettera di dimissioni a evitare maldicenze, il procuratore Corti ha tenuto a precisare di non aver certo inteso gettare ombre sull'operato dei colleghi".

 

"In sintesi - prosegue il comunicato - va riconosciuta l'esistenza di difficoltà con la direzione del Ministero Pubblico che hanno reso vieppiù difficili le condizioni di lavoro per il magistrato, il quale, a prescindere dal possibile esito di un procedimento peraltro mai aperto nei suoi confronti, ha per finire scelto di rassegnare le dimissioni".

 

La chiosa del comunicato del Consiglio della Magistratura è dedicato all'autonomia dei magistrati: "In riferimento a problemi irrisolti - in corso di trattamento anche a livello politico-istituzionale dalla pubblicazione del rapporto del 26 agosto 2009 del Consiglio della magistratura - è da intendersi quale auspicio a che, nel chinarsi su proposte attualmente in discussione riguardanti segnatamente le modifiche del sistema di elezioni dei procuratori pubblici, anche in futuro venga adeguatamente garantita l'autonomia del agitato inquirente".

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