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21.01.2017 - 17:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Non vi offro una vacanza alle Maldive, ma vi chiedo di venire con me in miniera a spalare il carbone". Dadò è presidente ed è subito show. Scelti i suoi vice: sono Giorgio Fonio e Marco Passalia

Dadò è stato nominato ufficialmente presidente dal congresso PPD. Il nuovo leader sceglie un sindacalista e un rappresentate della Camera di Commercio per affiancarlo sul ponte di comando. Nel discorso di insediamento messaggi programmatici chiari: "Il PPD è da restaurare e risanare. Possiamo cambiare colori, bandiere, la sede o anche i presidenti, ma se non siamo coerenti con i principi che diciamo di incarnare, non illudiamoci che cambierà qualcosa"

BELLINZONA - Cominciamo con le notizie: Marco Passalia e Giorgio Fonio sono i due nuovi vicepresidenti del PPD. Li ha indicati quest'oggi il neo presidente Fiorenzo Dadò davanti al congresso, convocato all'Espocentro ci Bellinzona proprio per ratificare la nomina del capogruppo al vertice del partito.

 

Dadò sceglie dunque un sindacalista e un rappresentate della Camera di Commercio per affiancarlo sul ponte di comando. Messaggio chiaro: pari rappresentanza per le due anime del partito. E lui a far da sintesi. Ma il presidente ha anche annunciato parte del nuovo Ufficio presidenziale. Sì, solo una parte perché Dadò non ha voluto riempire subito tutte le caselle. Vuol prendersi il tempo. Per ora, oltre a Paolo Beltraminelli, ci saranno Maurizio Agustoni, Claudio Franscella, il segretario Nicolò Parente e Linda Müller.

 

E veniamo al discorso di insediamento di Fiorenzo Dadò. Un discorso ricco di spunti politici e programmatici. Secondo il suo stile il nuovo presidente del PPD ha parlato chiaro. Di seguito gli stralci più significativi dell'intervento davanti al congresso, riassunto per capitoli.

 

"Non vi offro una vacanza alle Maldive, ma vi chiedo di venire con me in miniera a spalare il carbone"

 

Il 20 dicembre a sant’Antonino, vi ho chiesto aiuto! Oggi velo chiedo nuovamente. Aiuto concreto però, con i fatti, con il vostro tempo, con la vostra intelligenza, con la vostra pazienza e comprensione, con la vostra reale disponibilità al cambiamento anche se questa potrebbe dar adito a timori e resistenze, e quindi sostegno con la vostra effettiva collaborazione quando ve la chiederemo. Ognuno nei suoi ambiti, ognuno secondo le sue possibilità, ma in modo schietto, senza scuse e mettendo in secondo piano le nostre ambizioni personali, dovremo tutti assieme occuparci del nostro partito come se si trattasse di un nostro caro, di un nostro amico, che si trova nel bisogno. Solo così, solo con queste premesse basilari potremo ripartire con un progetto innovativo che cerchi di ridare lustro e forza alla nostra storia, ai nostri ideali e alla nostra azione. Solo così, care amiche e cari amici, ha senso essere qui oggi e potremo veramente essere utili alla nostra gente e al nostro Paese. Non vi offro una vacanza alle Maldive, ma vi chiedo di venire con me in miniera a spalare il carbone. Mi avete dato le chiavi e la guida del nostro Partito, adesso aiutatemi per davvero! La sfida che ci si presenta d’innanzi è impegnativa e senza nessuna garanzia di successo. Io non sono il padreterno e da solo non riuscirò e non potrò fare nulla. Ma proprio per questo è una sfida che ci lascia ampia libertà di manovra e potrà risultare accattivante.

 

Il Bene comune

 

Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte italiano di notevole spessore umano e culturale, distintosi per essersi scagliato contro il degrado civile in cui è sprofondato il suo Paese, nel libro Azione popolare, cittadini per il bene comune, lo dice in modo chiaro: Bene comune vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre senza equivoci l’interesse di tutti !, all’immediato profitto di pochi, vuol dire prestare con priorità (!) attenzione ai nostri giovani, alla loro formazione, alle loro necessità! In parole schiette e inequivocabili, che mi sento oggi di condividere in tutta la loro forza, perseguire il bene comune, significa anteporre l’eredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future, all’istinto primordiale di divorare adesso, tutto e subito! Parole forti, vocaboli schietti, un metro di misura autorevole che ci riporta alle radici anche del nostro Partito e dei nostri valori, e che può, e quindi deve, essere la linea guida per il nostro futuro. Parole che scandiscono in modo chiaro i punti cardinali, che devono condurci verso risposte serie e decise nei confronti del degrado civile e istituzionale nel quale, purtroppo, anche il nostro Paese sta pian piano sprofondando, senza che vi sia stata, per ora, una risposta e una reazione sufficientemente convincente e decisa da parte di tutti coloro, non solo politici, che dovrebbero indicare una traiettoria seria e costruttiva al nostro Cantone. Ed è per questo, da questa sala gremita di amiche e di amici, che con impegno, lealtà e onestà credono fermamente e vogliono continuare a lottare per un futuro prosperoso, che oggi va detto senza mezzi termini e senza tentennamenti che siamo fieri di essere svizzeri e convinti nel difendere la nostra Nazione e il nostro cantone dall’imbarbarimento che sta minando quei principi di solidarietà, libertà, equità, onestà e giustizia che nel corso della storia, con l’impegno, il sacrificio e il sudore della fronte delle donne e degli uomini che ci hanno preceduti, ci hanno permesso di diventare uno tra i migliori paesi in assoluto in cui nascere al mondo. Ed è per questo che oggi noi diciamo al Paese, che ci siamo, eccome se ci siamo!, e che ci mettiamo in gioco con il preciso obiettivo di offrire, modestamente ma con risolutezza, un progetto serio, innovativo, concreto e di speranza per chi fa fatica e per le prossime generazioni.

 

PPD da restaurare e risanare

 

Per riuscire ad imporsi con autorevolezza nel dibattito civile, per tentare di convincere della bontà delle nostre idee, per continuare ad avere voce dove la voce conta per davvero, prima ancora di discutere sui massimi sistemi, il nostro Partito va coraggiosamente restaurato e risanato attraverso operazioni di restyling concrete. Restaurato e risanato, secondo delle chiare priorità e impellenti necessità, con una squadra affiatata e motivata, che avrà bisogno l’appoggio, la collaborazione, la generosità e la fiducia di tutti voi. In sintesi e per priorità la nuova dirigenza dovrà approfondire e poi affrontare:

 

La riorganizzazione del segretariato sotto la guida di Nicolò Parente, il quale sarà il valido braccio destro dell’Ufficio Presidenziale e del sottoscritto, ma anche il vostro punto di riferimento per ogni informazione. Il segretariato deve tornare ad essere il luogo di incontro di tutti voi pertanto visitatelo. Noi, per contro, ma vi chiedo pazienza, verremo a visitare ad una ad una tutte le sezioni del cantone e organizzeremo incontri con molti di voi.

 

Il risanamento e consolidamento finanziario delle casse sia del Partito che del Popolo e Libertà. Senza benzina non si va da nessuna parte e qui vi chiedo cortesemente un vostro gesto di generosità, ognuno secondo le sue possibilità, e di appoggiarci nei nostri progetti futuri

 

Il rinnovamento della comunicazione, sia nei mezzi che nei metodi, che così come viene fatta oggi, per quanto ci sia grande impegno e professionalità da parte dei nostri validi collaboratori, dobbiamo essere onesti, non ci serve praticamente a nulla e non raggiunge il suo scopo, oltre che essere economicamente problematica

 

L’Immagine. Anche l’Immagine generale del partito merita una riflessione altrettanto immediata e onesta. Possiamo cambiare colori, bandiere, la sede o anche i presidenti, ma se non siamo coerenti con i principi che diciamo di incarnare, non illudiamoci che cambierà qualcosa. L’immagine di un partito o di un movimento, la facciamo noi, con le nostre azioni e con il coraggio, o meno, delle nostre decisioni.

 

Popolari! Noi dobbiamo tornare ad essere popolari (che non ha nulla a che fare con populisti!) Popolari nei fatti, esattamente come ci indica il nostro nome. E non saremo popolari agli occhi della gente solo perché sapremo organizzare delle belle feste tra di noi o perché gridiamo forte degli slogan accattivanti, ma potremo tornare a essere popolari soprattutto se sapremo proporre delle soluzioni concrete e comprensibili a tutti per contribuire allo sviluppo e alla prosperità del nostro Paese, ma anche se sapremo opporci con determinazione e senza posizioni ondivaghe alle palesi ingiustizie e distorsioni che oggi stanno impoverendo la nostra gente e abbruttendo il nostro Paese. Noi dobbiamo saperci opporre all’ingordigia, all’avidità, alla distruzione della nostra identità e alla preminenza del possesso di pochi sul benessere solidale e collettivo di tutti. Solo così, saremo popolari.

 

La comunità: noi dobbiamo tornare tra la gente, batterci per la comunità e con la nostra gente! I problemi, lo sappiamo, li affrontiamo con competenza e serietà nelle stanze dei bottoni, le soluzioni le troviamo collaborando con gli altri partiti nelle commissioni, e lo sappiamo fare bene, ma la politica va fatta anche fuori dagli uffici, anche nelle strade, dove vive e lavora la comunità. Il nostro partito, se vuole tornare ad essere amato e accattivante, deve farsi voce popolare. Per essere chiari, quando è necessario per difendere quei valori cardini che ho elencato prima, noi dobbiamo avere il coraggio di chiamare la popolazione a raccolta, attraverso petizioni, iniziative e se del caso anche referendum. Di fronte alle asfissianti burocrazie che impediscono alle nostre imprese, alle imprese dei ticinesi, di prosperare ed essere concorrenziali, di fronte al continuo incessante e intollerabile saccheggio alle tasche dei cittadini ad opera delle Casse Malati, di fronte alla gravissima ingiustizia di pedofili in libertà, di automobilisti incriminati e messi alla gogna, bonus stratosferici e ingiustificati, davanti alle disparità sociali e alle migliaia di nostri cittadini senza più lavoro e speranza, è impensabile continuare a tacere.

 

A tal proposito, per iniziare con il piede giusto, vi invito a firmare l’importante petizione per il completamento di Alptransit promossa anche da alcuni nostri esponenti, che trovate in fondo alla sala, e che il Partito Cantonale sostiene con assoluta convinzione.

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