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Analisi
24.01.2017 - 12:230

Cari taglian, alla fine ci vogliamo bene! La solidarietà del Ticino nelle terre del centro Italia colpite da neve e terremoto, cancella lo stereotipo dei ticinesi razzisti e anti-italiani. Ricordiamocene la prossima volta che litigheremo

L'ANALISI - Dal Cantone del 9 febbraio e di Prima i Nostri, arriva all'Italia la mano tesa, concreta e disinteressata nel momento del bisogno. Il popolo ticinese, dipinto spesso con faciloneria dalla politica e dalla stampa della Penisola come anti-italiano, razzista, populista e xenofobo, sta dimostrando con i fatti un sentimento di fratellanza che certifica l'inconsistenza di certe etichette

di Andrea Leoni

 

Per molti anni, praticamente dalla campagna "Bala i ratt", correva l'anno 2010, si è teorizzato e discusso della nascita e della crescita di un sentimento anti-italiano in Ticino. Un fenomeno certamente nuovo tra vicini che storicamente hanno sempre avuto ottimi rapporti e che, se non altro perché parliamo la stessa lingua, condividono radici culturali comuni.

 

Le tensioni e gli eccessi ci sono e ci sono stati, inutile negarlo. Chi vive sulla frontiera sa che questo clima sociale e politico ha in parte avvelenato anche i rapporti tra i comuni cittadini dei due Paesi. Non sono rari gli sguardi in cagnesco, gli insulti, le piccole ritorsioni sulle automobili, tra persone che vivono al di qua e al di là della frontiera.  

 

E però, dopo il riconoscimento alla cronaca e ai fatti, non si può non osservare come in questi giorni stiamo assistendo a qualcosa di assolutamente antitetico rispetto a questo sentimento e a questo racconto. La missione di solidarietà intrapresa da alcuni ticinesi nel centro Italia, nelle terre colpite dal terremoto e dalla neve, si sta trasformando in un'ondata di solidarietà debordante. Non solo per la generosità di chi si è messo a disposizione. Non tanto per le macchine e i beni di prima necessità che il Ticino ha inviato per aiutare chi si trova in quell'inferno ghiacciato. Ma per la partecipazione con cui tutti i ticinesi stanno seguendo gli eventi e si mettono, ognuno secondo le sue possibilità, a servizio della causa.

 

Dal nostro piccolo osservatorio lo vediamo dai click dei singoli articoli e dalle condivisioni sui social. Decine di migliaia di lettori stanno seguendo passo dopo passo questa vicenda

 

Dal Cantone del 9 febbraio e di Prima i Nostri, arriva all'Italia la mano tesa, concreta e disinteressata nel momento del bisogno. Il popolo ticinese, dipinto spesso con faciloneria dalla politica e dalla stampa della Penisola, come anti-italiano, populista e xenofobo, sta dimostrando con i fatti un sentimento di fratellanza che certifica l'inconsistenza di certe etichette. Perché alla fine ci conosciamo, ci frequentiamo da sempre e ci vogliamo bene. E nel momento del dramma sappiamo accantonare le divergenze e le polemiche politiche.

 

Tutto bello e tutto giusto. Però ricordiamocene la prossima volta che litigheremo per i nostri problemi. E magari, anche dall'Italia, giunga un messaggio di riconoscimento per quel che il Ticino e i ticinesi stanno facendo.

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