Tre anni e qualche giorno dopo il voto sull’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, il Parlamento ticinese è tornato a dibattere sul tema che ha segnato la storia recente della Svizzera e del Ticino. Lo ha fatto, come detto, grazie alla prima mossa politica del PPD targato Fiorenzo Dadò. Una mossa che tante discussioni ha suscitato nelle ultime settimane.
Ma in Gran Consiglio il dibattito è stato piuttosto moscio. Sarà perché da giorni le posizioni dei gruppi erano chiare nell’opporsi alla proposta pipidina. Sarà perché il tema è stato posto in coda alla sessione e la stanchezza ha prevalso sulla voglia di ingaggiare l’ennesima battaglia dialettica sul 9 febbraio. Ma questo è stato.
Alla fine il PPD incassa soltanto 24 voti (quelli del suo gruppo più qualche leghista), 44 invece i contrari e 1 astenuto.
Delle motivazioni degli azzurri abbiamo ampiamente riferito nelle ultime settimane. Ci limitiamo quindi a una sintesi stringata dell’intervento di Maurizio Agustoni: “Se si ritiene che una legge tradisca la volontà popolare, allora è giusto che il popolo si esprima. Non farlo significa sdoganare un certo modo di applicare la volontà popolare: se nessuno si lamenta, va bene così”.
Il capogruppo PLR Alex Farinelli ha esposto invece le motivazioni dei contrari alla proposta: “È indiscutibile che la soluzione trovata a Berna non è rispettosa della volontà popolare. Ma è altrettanto indiscutibile che tre anni di discussioni hanno dimostrato che il 9 febbraio non è compatibile con gli Accordi bilaterali. Andare al voto su questa legge mancherebbe dunque l’obbiettivo principale: quello di chiedere al popolo se è disponibile a sacrificare i Bilaterali in cambio della Libera Circolazione delle persone”.
Un intervento, quello di Farinelli, ribadito anche dal capogruppo socialista Ivo Durisch: “Siamo convinti che i problemi prodotti dalla Libera circolazione nel mercato del lavoro vanno risolti con misure interne”.
La Lega non ha formulato un intervento di gruppo, ad esprimersi sono stati i singoli deputati con dichiarazioni di voto a titolo personale. Tra questi, favorevoli alla proposta PPD, quello di Boris Bignasca.
Tra i contrari, infine, anche i Verdi e il gruppo La Destra (UDC-Arealiberale).