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17.02.2017 - 16:130
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Permessopoli, Farinelli: "Un errore fare due audit. Lo faccia il Governo e non il Parlamento (ma cambi impostazione alla verifica). E se fossi in Gobbi congelerei la riorganizzazione dell'Ufficio della migrazione"

Intervista al capogruppo PLR che "stoppa" la proposta di un audit indipendente da parte della Gestione presentata da Fiorenzo Dadò ("oggi sarebbe solo un azzardo") e suggerisce al Governo una via per procedere con la contestata verifica affidata a Guido Corti e Pierluigi Pasi: "Cominci Corti affiancato da un esperto esterno". E sulla lettera dei "corvi"...

BELLINZONA - 'Non bisogna fare confusione e non bisogna farsi consigliare dalla fretta e dalla voglia di strafare. Serve ordine e coesione istituzionale'.


Alex Farinelli chiede una sorta di time out alla politica cantonale sull'affaire "permessopoli": lo scandalo dei permessi che ha così duramente colpito l'Ufficio della migrazione del Dipartimento delle Istituzioni. "Ci sono ancora troppi pochi elementi - premette il capogruppo PLR ai microfoni di Liberatv - per capire quantomeno il perimetro della vicenda. L'azione della magistratura ha mostrato che di cose ne sono successe ma non conosciamo ancora veramente le dinamiche. Bisogna dare agli inquirenti il tempo di lavorare e sulla base di quello che emergerà dalle indagini, si potranno definire i passi necessari da intraprendere".
 

In attesa degli sviluppi dell'inchiesta, il dibattito politico sullo scandalo ruota intorno alla questione degli audit. Il Consiglio di Stato si è detto intenzionato a incaricare Guido Corti e Pierluigi Pasi di svolgere una verifica sull'Ufficio della migrazione. Fiorenzo Dadò, dal canto suo, ha proposto alla Gestione, che ne discuterà martedì prossimo, di fare a sua volta un audit alternativo e indipendente rispetto a quello del Governo, affidato però a persone estranee all'amministrazione e alla politica.  
 

Una proposta, quella del presidente del PPD (leggi articolo correlato), che non convince Farinelli. "A mio avviso fare due audit in questo momento sarebbe un errore. Ritengo tocchi al Governo avviare questo tipo di verifica. La Gestione, a mio avviso, deve cominciare a raccogliere tutta la documentazione disponibile per poi decidere gli approfondimenti da fare avvalendoci del Controllo cantonale delle finanze, che è l'organo attraverso il quale possiamo esercitare il nostro compito di alta vigilanza. In base agli elementi che emergeranno, avremo sempre il tempo di intraprendere passi più incisivi. Ma farlo oggi sarebbe solo un azzardo". 
 

Farinelli, tuttavia, rispetto all'audit che il Governo intende avviare, suggerisce un cambio di impostazione piuttosto rilevante. "Sappiamo - spiega il capogruppo PLR - che la scelta degli esperti non ha suscitato particolari entusiasmi nel mondo politico. Il Consiglio di Stato ha illustrato la divisione dei compiti tra Corti e Pasi. Il primo dovrebbe verificare il funzionamento dell'Ufficio, mentre il secondo dovrebbe valutare la riorganizzazione in corso appena annunciata dal Dipartimento. Per il momento procederei solo con la parte della verifica affidata a Corti. E possibilmente affiancherei all'ex funzionario una persona totalmente estranea all'Amministrazione, questo per garantire un surplus di indipendenza e anche per non caricare solo sulle spalle di una persona l'onere delle verifiche. Una volta fatta chiarezza sul passato si potrebbe poi procedere con la valutazione della riorganizzazione affidata a Pasi". 
 

Una riorganizzazione, però, facciamo notare, che secondo gli intendimenti del Governo e di Norman Gobbi dovrebbe entrare a regime ad aprile: "Fossi in Norman Gobbi - risponde Farinelli - in questo momento congelerei la riforma in attesa che tutto quel che c'è da chiarire venga chiarito". 
 

Il capogruppo PLR ribadisce la necessità di procedere per gradi anche perché "qui ne esce una nuova tutti i giorni". "Mi sembra di poter dire - sottolinea - che in questa prima fase questa vicenda sia stata gestita dalla politica con un eccesso di comunicazione e con l'ansia di voler dimostrare al Paese che si sta facendo qualcosa. Tutto questo però senza avere gli elementi necessari per prendere delle decisioni equilibrate. Credo che a questo punto sia necessario fermarsi un momento e fare il passo secondo la gamba. Bisogna, a livello politico, che ognuno faccia il suo e soprattutto che si lavori insieme, senza alimentare ulteriore confusione. Il primo obbiettivo comune delle istituzioni deve essere quello di ridare credibilità al segmento dello Stato che è stato investito dallo scandalo". 
 

Infine, una battuta sui "corvi" - i sedicenti tre impiegati dell'Ufficio migrazione - che hanno lanciato pesantissime accuse contro il funzionamento della loro sezione, in una lettera inviata ai capigruppo e alla stampa. 
 

Farinelli, ovviamente, non si sbilancia sul contenuto di quella che resta una missiva anonima: "È chiaro - si limita a dire - che bisogna fare una verifica rispetto ai contenuti dello scritto. Non possiamo far finta di non averla ricevuta. Ora bisognerà capire chi approfondirà e verificherà i vari aspetti che emergono dalla lettera".


AELLE

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